Domenica 1 aprile 2001 sul tracciato di Interlagos va in scena uno dei sorpassi icona della Formula 1 moderna.
Una storia già scritta, inevitabile.
Al termine della stagione 2000 Michael Schumacher aveva riportato il titolo mondiale a Maranello dopo un’estenuante battaglia contro Mika Hakkinen, di fatto inaugurando una sequenza di successi senza precedenti per la scuderia del Cavallino Rampante.
Nel frattempo per la Williams aveva firmato Juan Pablo Montoya reduce da un trittico eccezionale: campione in Formula 3000 nel ’98, campione in Formula Cart nel ’99 e trionfatore alla 500 miglia di Indianapolis l’anno successivo (al primo tentativo, oltretutto).
Schumi e JPM sono talmente differenti in pista e fuori che i media gongolano all’idea della sfida nel mondiale 2001.
A Melbourne, prima gara, il ferrarista è praticamente perfetto -pole, giro più veloce e vittoria- mentre il colombiano dopo una discreta qualifica, 11°, in gara risale fino al terzo posto prima di essere abbandonato dal V10 Bmw, tanto potente quanto fragile.
Due settimane dopo, in Malesia, il copione è molto simile per il tedesco al quale sfugge soltanto il giro più veloce, Montoya progredisce in qualifica -6°- ma esce di pista dopo appena 3 giri vittima di un violento scroscio di pioggia.
Arriva il GP del Brasile.
Michael Schumacher parte in pole davanti al fratello Ralf (è la prima volta che accade nella storia di questo sport), subito dietro c’è Juan Pablo, autore del 4° tempo.
Alla partenza Ralf esita, peggio va ad Hakkinen – sfortunatissimo nella sua ultima stagione – che rimane piantato sulla griglia causando l’intervento della safety car.
Quando rientra, dopo un giro, Michael accelera sul rettifilo ma la vettura dietro di lui si avvicina, lo punta e lo infila all’interno della prima curva in modo perentorio.
Ai limiti dell’intimidatorio.
L’ha fatto, Juan Pablo, l’ha fatto!
Per la cronaca la sua cavalcata verrà interrotta da una manovra scellerata di Jos Verstappen al 38° giro ma il mondo intero ha visto.
It was 20 years ago today, iniziava così il leggendario Sergeant Pepper dei Beatles.
Da John e Paul a Juan Pablo.