8 luglio 1990: Ferrari, l’Italia e una domenica magica

L’8 luglio del 1990 Alain Prost conduce la Ferrari al centesimo successo della sua storia. Dietro di lui, la gloria sfiorata Ivan Capelli, colma una festa tricolore mancata nei Mondiali di Italia ’90…

“Notti magiche, inseguendo un gol, sotto il cielo di un’estate italiana…”. C’è chi ha letto questa frase canticchiando, e c’è chi l’ha letta immaginando la voce rock di Gianna Nannini. Eppure, la citazione di questi versi è quasi d’obbligo per andare a raccontare quello che accadde nel pieno della torrida estate del 1990.

Da una parte, l’Italia è teatro della 14esima edizione dei Mondiali di Calcio. La storia racconta che per gli azzurri, il torneo non ebbe un esito glorioso: si devono accontentare di un terzo posto, dopo essere stati sconfitti ai rigori. La Nazionale partecipa alla finale tra Germania Ovest e Argentina, giocata domenica 8 luglio, da semplice spettatrice.

Ma quello stesso giorno, un’altra Nazionale, quella Rossa rappresentata dal Cavallino più famoso al mondo, è pronta ad affrontare un nuovo appuntamento “mondiale”, in Francia. La Scuderia Ferrari è rappresentata dalla 641.Una monoposto molto competitiva, affidata al campione in carica ed ex McLaren, Alain Prost, e Nigel Mansell, già paladino Ferrari nella stagione precedente. E’ proprio il leone inglese a partire davanti a tutti sul rettilineo francese, seguito dalle McLaren di Berger e Senna e l’altra rossa.

Al via, Berger brucia Mansell, imitato al secondo giro da Ayrton. Alle loro spalle, si danno battaglia la Benetton di Nannini, la Williams di Patrese, Prost e l’altra vettura di Sir Frank guidata da Boutsen. Tutti i piloti entrano ai box per il cambio gomme, tranne le Leyton-House di Capelli e Gugelmin. Con quest’ultimo fuori dai giochi per il motore in fumo al 45esimo giro, Capelli difende la prima posizione di Prost, dietro di 7 secondi.

Ma il francese, con gomme più fresche, riesce pian piano ad avvicinarsi. Il motore della monoposto progettata da Newey e guidata dal temerario Ivan, inizia ad emettere qualche borbottio, e il pilota è costretto a rallentare. A due tornate dal termine, Prost lo raggiunge e lo passa, chiudendo primo. E regalando a Maranello la 100esima vittoria a quarant’anni di distanza dal primo successo firmato Gonzalez, a Silverstone.

Nella giornata all’insegna della carica dei cento successi rossi, va in scena la favola sfumata dell’occasione che una piccola squadra avrebbe avuto nel dimostrarsi grande, del traguardo dorato mancato di Ivan che, distrutto, sul secondo gradino del podio accenna un sorriso: era accanto ad Alain e Ayrton, i due grandi. E questo, gli bastava.

A proposito di Beatrice Frangione

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