L’8 maggio 1982 ci lasciava Gilles Villeneuve: tre imprese per raccontarlo

Folle, coraggioso, con una faccia da giovane poeta: se n’è andato troppo presto, come tanti nella sua epoca. E’ il non-vincente che è entrato nei cuori di tutti

di Stefano Ravaglia

Se dovessimo scegliere un’istantanea per raccontarlo, dobbiamo fare ricorso a Mauro Forghieri, leggendario e burbero ingegnere della Ferrari nei suoi anni:

“Gilles non pensava in ottica Mondiale. A lui interessava la gara. Spesso tornava ai box senza una gomma o l’alettone anteriore. Ci guardava e ci diceva: me la potere riparare che devo ritornare in pista?”.

In queste parole, rilasciate da Forghieri in una delle sue tante interviste, c’è tutto Gilles Villeneuve. Un pilota che è stato come l’Olanda degli anni Settanta nel calcio: zero trionfi ma tanti onori. Gilles di gare ne ha vinte 6 in tutta la sua carriera, non ha mai vinto un Mondiale ed era soprannominato “l’aviatore” perché il coraggio, la pazzia e la sfrontatezza nella guida lo portavano praticamente a far volare, talvolta nel vero senso, la sua macchina. Rispetto alla quale andava sempre più forte: di quello che consentiva la vettura, di ciò che permetteva l’affidabilità.

Lauda calcolatore, Villeneuve, che lo sostituì quando l’austriaco lasciò Maranello, l’esatto opposto. Ad ogni Gran Premio c’è la moglie Joanna, conosciuta grazie a un appuntamento al buio e che insieme ai figli Jacques (iridato nel 1997) e Amelie, che gli sarà sempre accanto nel Motorhome, una sorta di camper parcheggiato in ogni circuito dove la famiglia vive il week-end di gara. In Canada guidava le motoslitte Gilles: la neve negli occhi, le strade irregolari. Ecco dove nasce la sua follia nel guidare. Una follia che fa innamorare il Drake, Enzo Ferrari, che lo adotta non solo come pilota ma soprattutto come un suo ragazzo.

TRE GARE, TRE ROMANZI

Il sorpasso su Jones al GP di Montecarlo nel 1981, resta una perla della carriera di Gilles. Ma non fu l’unica. Tra il serio e il bizzarro, tre gare lo raccontano meglio di ogni altra cosa.

1 luglio 1979: l'epico duello tra Villeneuve e Arnoux nel Gp di ...

Digione, Francia, 1979. Se chiedete a un qualsiasi appassionato quale sia il duello più bello della storia della Formula Uno, vi citerà questa cittadina della Borgogna di 156 mila abitanti. E’ il primo luglio e in pole-position c’è la Renault di Jabouille. Il ferrarista scatta subito in testa beffando il rivale, ma non sarà lui il vero avversario. L’avete mai vista una lotta serrata per un secondo posto? E’ quella che coinvolge Villeneuve e l’altro pilota Renault, René Arnoux, in una serie di sorpassi e contro sorpassi che non hanno precedenti né seguiti nella storia di questo sport. Alla fine la spunta il canadese. “Ho una foto a casa di quel duello: sono girato verso di lui e potevo vedere gli occhi dietro la visiera mentre girava il volante”, dira René. Jabouille vince, ma passerà alla storia per essere il vincitore meno acclamato, perché la vera sfida è stata quella tra Villeneuve e Arnoux. “Ci siamo stretti la mano e siamo scoppiati a ridere”, dirà quest’ultimo. Una sfida degna, in pista e fuori.

Photo of the day: Gilles Villeneuve never gives up | Olanda ...

Zandvoort, Olanda, 1979. Sfida decisiva per il Mondiale tra lui e il compagno Scheckter. Giro 48, la posteriore sinistra si fora, anche perché messa naturalmente sotto pressione dallo stile di guida del canadese. Che va in testacoda e pare dare l’addio al sogno iridato. Macché: tempo di innestare la marcia e ripartire, con uno pneumatico ormai sbriciolato e l’alloggio di metallo che è ben visibile. “Ecco, queste sono le esuberanze giovanili di Villeneuve alle quali siamo abituati”, dice in telecronaca Mario Poltronieri. Non c’è quasi più il cerchione, ma soprattutto la sospensione. E’ tutto da cambiare. “Riparatela, riparto subito!”. Generoso nella sua sfrontatezza, ingenuo e folle nella sua poesia. Il Mondiale finirà a Scheckter, e a Monza, un mese dopo, ci sarà l’unica prova di intelligenza nella guida di Gilles. Un passo indietro, scortando l’amico sino alla vittoria obbedendo agli ordini di scuderia. Doppietta nel Gran Premio di casa, e per 4 punti il Mondiale non sarà suo.

motor chicche: FLASHBACK / GP CANADA 1981, SUPER VILLENEUVE A VOLO ...

Montreal, Canada, 1981. Diluvio universale. Impossibile tenere le macchine in pista. Ma il nostro guida come se l’asfalto fosse asciutto. A un tratto tocca una Lotus, ma resta in pista. L’alettone anteriore però è ballerino. Gilles se ne infischia e fa 17 giri così, prima che il pezzo si impenni e gli ostruisca la vista. Tre giri con un alettone davanti alla faccia, a casa sua, sotto la pioggia, senza fermarsi ai box. E naturalmente, con visuale ridotta. Ecco l’abilità ricavata dalle motoslitte canadesi. Sui rettilinei prova a far ondeggiare la macchina e dopo tre volte, il pezzo si stacca. Adesso la sua Ferrari è senza stabilizzatore anteriore, con un equilibrio quasi nullo. Non si era mai visto nulla del genere, anche perché Villeneuve resiste e arriva terzo. Mito. A dire il vero, in una gara non valida per il campionato di Formula 1, due anni prima, era accaduta la stessa cosa. Era il 1979, il circuito era Imola e la gara era intitolata al compianto Dino Ferrari, figlio di Enzo.

8 MAGGIO 1982, L’ULTIMO VOLO

156 fantastiche immagini su Gilles Villeneuve | Pilot, Auto da ...

Tutto questo è stato Villeneuve. Poi, arriva Zolder. Quel giorno Joanna non c’è. Il giro secco che lo porta alla morte è quello che lui vuole assolutamente fare per battere il tempo del collega Pironi, amico e compagno di squadra, che però a Imola, due settimane prima, aveva disobbedito agli ordini di scuderia superando Gilles sul traguardo vincendo la corsa e lasciando imbufalito il canadese. E’ lì che forse Gilles iniziò un po’ a morire. L’ultima follia, quella smania di primeggiare e di prendersi la rivincita nel suo stile. Le gomme avevano già fatto la qualifica, Gilles era quinto e Forghieri gli dà solo un giro per tentare il miracolo con gomme consumate. Però la sua Ferrari sale sulla McLaren di Jochen Mass, che procedeva più lento e lui non se n’era accorto; si capovolge e viene sbalzato violentemente fuori dall’abitacolo sfondando le reti di protezione. Alle 21.12 la moglie autorizza lo spegnimento delle macchine che lo tengono in vita: aveva 32 anni. La Ferrari si ritira dal Gran Premio. L’ultimo volo dell’aviatore. Oggi in Canada, sull’asfalto del circuito di Montreal, all’altezza del traguardo, è perennemente dipinta la scritta “Salut Gilles”. Dall’alto, anche oggi, sarà certamente felice di vedere che da 38 anni nessuno lo ha mai dimenticato.

A proposito di Stefano Ravaglia

Controlla anche

L’olandese sconosciuto: René van der Gijp e l’effimero sogno nerazzurro

La traversa di un sogno sfiorato e l’eredità di una meteora nel calcio internazionale. René …

Il silenzio di Brian

Brian Epstein e i Beatles: il silenzio che ha trasformato una band in una leggenda, …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *