Maglia bianconera a strisce verticali, tanti campionati nazionali vinti e diverse partecipazioni alla Coppa dei Campioni. No, non è la Juventus, è la Jeunesse di Esch-sur-Alzette, Lussemburgo.
Spesso, per scoprire le storie del calcio, bisogna uscire dai sentieri tracciati e inoltrarsi per le vie più impervie, quelle vie che conducono a luoghi inaspettati. Come in questo caso.
Quando si parla di calcio probabilmente nemmeno i lussemburghesi pensano al Lussemburgo, eppure è proprio lì, nella terra delle banche, che si sono scritte pagine romantiche di calcio.
La Jeunesse è la squadra del quartiere Hoel, agglomerato urbano formato da case e miniere. Il calcio è un semplice passatempo da dopolavoro ma grazie alla forte immigrazione italiana (attirati dalla possibilità di lavorare in miniera furono molti gli italiani, già sul finire dell’800, a lasciare il Bel Paese alla volta di Esch-sur-Alzette) il livello calcistico cresce e la Jeunesse inizia a metter in bacheca trofei. La squadra viene acquistata dalla Arbed, società siderurgica che ha il monopolio sulla zona, e la piccola compagine lussemburghese incomincia ad affacciarsi anche in Europa.
Tonio Attino ridà luce a questa storia con il suo libro “Il pallone e la miniera. Storie di calcio e di emigranti”, edito da Kurumuny edizioni. Attino ha viaggiato fino a Esch-sur-Alzette sulle tracce della migrazione italiana, ha conosciuto i figli e i nipoti dei minatori-calciatori e li ha intervistati, confezionando un ottimo lavoro giornalistico-letterario.
Scopriamo così che la piccola Jeunesse nella sua storia ha affrontato il Real Madrid di Di Stefano, il Milan di Trapattoni e la Juventus di Platini. Ma è contro il Liverpool di Bill Shankly che avviene il miracolo. Il 19 settembre 1973 la piccola Jeunesse blocca sull’uno a uno la corazzata inglese. Lo Stade de Frontiere è una bolgia, il quartiere di Hoel è in visibilio, Esch-sur-Alzette entra di prepotenza nella mappa del calcio europeo per il suo quarto d’ora di celebrità. La squadra “operaia” di Shankly è costretta al pareggio da una squadra operaia senza virgolette. Questi, operai lo erano davvero.
Il libro è scritto in maniera scorrevole e piacevole ed è consigliato a tutti gli amanti del calcio e dei campionati minori. In più è fortemente attuale, vista la rilevanza del tema immigrazione all’interno dell’opera. Kurumuny è un editore piccolo ma che consiglio a tutti di scoprire, non ne rimarrete delusi.
Formato: libro cartaceo
Il pallone e la miniera. Storia di calcio e di emigranti.
Tonio Attino
Edizioni Kurumuny, 2018
Pagine: 155
Prezzo: 13 euro
Di Davide Ravan