Mauro Berruto é uno e trino.
Mauro Berruto é tante persone in un unico corpo.
Mauro Berruto é l’esempio di come se si sa usare il cervello non si hanno limiti, in nessun campo e in nessuna disciplina.
Berruto é stato commissario tecnico della nazionale italiana maschile di pallavolo, vincendo un bronzo olimpico a Londra 2012; é stato amministratore delegato della Scuola Holden di Torino; é attualmente direttore tecnico della nazionale italiana di tiro con l’arco.
Nel frattempo ha scritto libri, ha partecipato a trasmissioni televisive (innalzando il livello di contenuti delle stesse), é stato chiamato a fare un discorso al Quirinale davanti a tutte le delegazioni del Coni in vista di Tokyo 2020, ha creato la sezione sportiva della scuola creata da Alessandro Baricco e, nei due anni nei quali é stato amministratore delegato della stessa, la scuola ha fatto il grande salto trasformandosi in universitá.
L’ultimo regalo che Berruto ha fatto a tutti noi devoti alla carta é il libro “Capolavori. Allenare, allenarsi, guardare altrove”, edito da add editore e uscito per il Salone del libro di Torino dello scorso maggio. Che libro é “Capolavori”? Difficile rispondere. É un libro di sport? In un qualche modo, sì. É un libro d’arte? Certo che sì, anche se non un libro d’arte convenzionale. É un libro motivazionale? Assolutamente sì, ma anche in questo caso come per la definizione di “libro d’arte” bisogna sottolineare come non sia il classico libro motivazionale, anzi.
Le ho contate e, al netto delle ore in cui purtroppo mi tocca lavorare, ci ho impiegato tre ore a leggere questo libro. E quando ho girato l’ultima pagina mi sono sentito come alla fine di una lunga conferenza. Una di quelle conferenze organizzate dalle grandi aziende che cercano un modo per convincere i propri dipendenti che tutti gli sforzi che la dirigenza gli sta richiedendo servono a rendere loro, i dipendenti, i migliori dipendenti del mondo.
Alla fine della lettura é come se Berruto vi fosse stato in piedi davanti per qualche ora a raccontarvi come cambiare il modo di vedere le cose; a come mutare atteggiamento davanti alle difficoltá; a come allenare la mente prima che il corpo.
Nel libro Berruto non si risparmia e ci racconta della sua vita professionale e delle sue scelte che l’hanno, mano a mano, condotto fino alla stesura di questo libro: dalla palestra dei salesiani a Torino a quella come assistente di Montali dell’Olympiacos Pireo; dalla prima esperienza come commissario tecnico sulla panchina della nazionale finlandese (riportata negli anni sotto la sua guida nel circuito della pallavolo che conta) a quelle come allenatore di club in Italia in piazze importanti come Piacenza, Montichiari e diverse altre; dal sogno della seconda olimpiade sfumato per una scelta dalla quale non si torna indietro al sogno che si realizzerá di tornare alle Olimpiadi l’anno prossimo a Tokyo, ma non più come coach della nazionale di pallavolo ma come direttore tecnico della nazionale di tiro con l’arco.
Nel libro peró non si parla solo delle sue esperienze. C’é spazio, tanto spazio, per altri capolavori: dal goal del secolo di Maradona ai quadri di William Turner, dall’Odissea alle opere pittoriche ispirate dall’antica arte del judo di Yves Klein.
É un libro sorprendente. Pagina dopo pagina sentiamo davvero dentro di noi mutare dei parametri, cambiare prospettiva e visuale sul nostro mondo e su noi stessi. É un libro che tutti dovrebbero leggere, ma che soprattutto dovrebbero leggere gli allenatori: di calcio, di pallavolo, di pallone elastico, di tiro con l’arco, di curling… Ogni pagina é un allenamento e alla fine di ogni capitolo ci sentiamo un po’ più allenati e pronti, a nostra volta, ad allenare.
Titolo: Capolavori. Allenare, allenarsi, guardare altrove
Autore: Mauro Berruto
Editore: add editore
Pagine: 206
Prezzo: 16€
Di Davide Ravan