L’Aston Villa di Emery è una minaccia per le big della Premier?

L’uomo della rinascita che ha riportato Birmingham nell’élite del calcio inglese: storia dell’impresa di Unai Emery all’Aston Villa

L’Aston Villa di Unai Emery sta sorprendendo tutti in questa Premier League. Mentre il Manchester City di Josep Guardiola attraversa il suo peggior momento dal 2017 – solo 3 pareggi e 1 sconfitta nelle ultime 4 partite – i Villans volano sulle ali dell’entusiasmo.

La vittoria per 1-0 di mercoledì sera in casa è solo l’ultima dimostrazione della solidità raggiunta dalla squadra di Birmingham, capace di battere i campioni in carica e addirittura sorpassarli al quarto posto in classifica. Un exploit insperato per un club che mancava dalle prime posizioni della classifica inglese da diversi anni.

Quella Coppa dei Campioni sollevata a Rotterdam nel 1982 rappresenta ancora oggi il punto più alto toccato dall’Aston Villa. Un trionfo storico, conquistato battendo per 1-0 il Bayern Monaco in finale grazie al gol di Peter Withe. Un successo che proiettò i Villans nell’Olimpo del calcio inglese, facendoli entrare in quel ristretto club di squadre inglesi capaci di mettere in bacheca la coppa dalle grandi orecchie. Prima di loro ci erano riusciti il Manchester United, il Liverpool e il Nottingham Forest. Dopo sarebbe toccato a Chelsea e Manchester City.

Nonostante un palmarès invidiabile, con 7 campionati e 7 FA Cup in bacheca oltre al trionfo nella Coppa Campioni 1982, gli ultimi decenni non sono stati facili. Dopo la retrocessione del 1987, il club di Birmingham ha faticato a ritagliarsi un ruolo da protagonista in Premier League. Tanti piazzamenti anonimi, intervallati da qualche exploit come le vittorie in Coppa di Lega 1994 e 1996, non hanno mai restituito ai Villans quello smalto europeo. L’onta della retrocessione si è ripetuta nel 2016, nonostante la finale di FA Cup raggiunta l’anno precedente. Ora, sotto la gestione Emery, i tifosi sognano di poter tornare grandi come ai tempi della Supercoppa UEFA 1982, vinta contro il Barcellona a coronamento di quel trionfo nella Coppa Campioni che rese immortale la squadra di Birmingham.

IL MAGO BASCO CHE HA RISVEGLIATO I VILLANS

Nonostante una gloriosa tradizione calcistica, Birmingham ha faticato a tenere il passo di altre realtà inglesi negli ultimi 30 anni. Mentre città come Manchester, Liverpool e persino Blackburn e Leicester festeggiavano successi e titoli, l’Aston Villa arrancava in classifica. Lo scorso anno la situazione era critica, con la squadra di Steven Gerrard avviata verso la retrocessione. A risollevare le sorti del club ci hanno pensato i proprietari Wes Edens e Nassef Sawiris, strappando letteralmente Unai Emery al Villarreal per 6 milioni di euro.

Dopo aver guidato l’Arsenal tra il 2018 e il 2019, Emery ha dovuto attendere il permesso di lavoro prima di mettersi all’opera in Premier League. Quella settimana di attesa è stata ampiamente ricompensata. In pochi mesi, infatti, il Villa è passato dalla lotta per non retrocedere alla qualificazione in Conference League, centrando un piazzamento europeo che mancava dal 2010.

La cura del tecnico spagnolo ha avuto effetti sorprendenti: oggi il Villa viaggia meritatamente al quarto posto in Premier, facendo sognare l’Europa che conta ai tifosi di Birmingham. Un deciso cambio di rotta rispetto al recente passato che dimostra come la gestione tecnica e societaria competente possa fare miracoli anche in piazze storiche, ma da tempo lontane dai riflettori del grande calcio.

Aston Villa

IL CONDOTTIERO SILENZIOSO CHE HA RISOLLEVATO BIRMINGHAM

L’Aston Villa che sta sorprendendo la Premier League può contare su una rosa di assoluto valore, impreziosita da giocatori del calibro del portiere argentino campione del mondo Martinez, dei centrocampisti Tielemans e Dendoncker e del talento italiano Zaniolo, arrivato in prestito. Merito di una società ambiziosa, che controlla quote di altri club in giro per l’Europa e che ha deciso di affidare la rinascita alla cura Emery. Unai, 52enne basco originario della cittadina di Hondarribia al confine tra Spagna e Francia, è un tipo schivo e riservato, dedito anima e corpo al lavoro.

La sua formazione da centrocampista non è stata indimenticabile, ma ha saputo reinventarsi come tecnico maniacale ed estremamente preparato. Proprio queste qualità gli stanno permettendo di compiere un autentico capolavoro riportando a splendere una piazza dalla grande tradizione che sembrava aver smarrito la fame di successo.

IL TECNICO DAL CUORE DIFENSIVO

Il calcio pragmatico e attento alla fase difensiva che caratterizza le sue squadre rispecchia fedelmente la personalità del tecnico basco. Nelle vene di Emery scorre il DNA da portiere, ruolo ricoperto dal nonno e dal padre: da qui deriva la sua ossessione per la protezione della retroguardia a discapito dello spettacolo. Linee compatte, ripartenze veloci e rischi limitati sono i tratti distintivi delle sue formazioni, impostate per subire poco e colpire. Una formula che gli ha permesso di entrare nella storia dell’Europa League, vinta per tre volte consecutive alla guida del Siviglia tra il 2014 e il 2016.

La sua bacheca personale pullula di trofei conquistati in giro per l’Europa. Dopo i trionfi in Europa League con gli andalusi, il basco si è affermato anche in altri campionati come quello francese, dove in due annate al PSG ha vinto campionato, coppe nazionali e supercoppe. Il legame viscerale con l’Europa League si è rinnovato nel 2021, quando ha sollevato nuovamente il trofeo continentale alla guida del Villarreal contro il Manchester United. Un tecnico vincente, ma che non ha mai perso il contatto con le proprie radici e la propria terra. Lo testimonia il fatto che Emery controlli tuttora il Real Union, club della terza serie spagnola situato proprio ad Hondarribia, la cittadina dei Paesi Baschi che gli ha dato i natali.

EMERY FA TREMARE I MOSTRI SACRI DELLA PREMIER

La Premier League sta scoprendo, o forse riscoprendo, le sue qualità di tecnico. L’attuale terzo posto sembra tutt’altro che un fuoco di paglia, quanto piuttosto la naturale conseguenza del eccellente lavoro svolto dal basco a Birmingham. Emery ha girato mezza Europa da allenatore, lavorando in Spagna, Russia, Francia e Inghilterra senza montarsi mai la testa. Quest’estate, forte dei risultati ottenuti, ha ottenuto dalla società l’ingaggio di Monchi come direttore sportivo, suo vecchio collaboratore ai tempi del Siviglia.

La credibilità conquistata sul campo gli permette ora di battere colleghi del calibro di Guardiola e Klopp. Dove potrà arrivare questo Villa è difficile dirlo, ma la sensazione è che con Emery in panchina nulla sia precluso con un tecnico pragmatico ma vincente, che ha riacceso l’entusiasmo dalle parti di Villa Park.

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