Non mi ricordavo d’essere in possesso di questa sciarpa, “ricomparsa” durante una sistemazione.
Purtroppo, diversamente da quanto era logico attendersi (tre punti di vantaggio sul secondo posto a un solo turno dalla fine) e da quanto riportato su tale oggetto, nel 2000 non ci fu il lieto fine: l’ultima giornata della Bundesliga vide il Bayer Leverkusen perdere per 0-2 a Unterhaching, venendo beffato dal Bayern vittorioso per 3-1 in casa con il Werder Brema.
Monacensi campioni per la differenza reti, ma in riva al Reno rimase la sensazione che il titolo fosse solo rimandato di poco.
In realtà, una nuova beffa arrivò nel 2002 (addirittura, in pochi giorni si persero campionato, Coppa di Germania e Champions League), quando sembrò ci fosse un incantesimo: lì venne coniato l’insopportabile soprannome di “Neverkusen”.
Il sogno venne riposto nel cassetto, ma affatto accantonato.
Oggi, ventiquattro anni (una generazione, in pratica) dopo lo shock di Unterhaching, le “aspirine” hanno finalmente conquistato (con pieno merito, dominando) il primo titolo di campione di Germania della loro storia.
La società? Solida e seria (senza nulla togliere alle altre, intendiamoci!), quella che tutti (o quasi) vorrebbero avere.
Le delusioni? Dal 1993 in poi, tante.
I successi? Fino a questa stagione, solamente due: la Coppa UEFA 1987-’88 e la Coppa di Germania 1992-’93.
Lo stadio? Un gioiellino.
Le sofferenze? Tante.
Cambiare? Neanche per idea.
Quel grande e atteso giorno è finalmente arrivato: il Bayer ha ritirato il credito che aveva con la storia, spezzando l’incantesimo.
Si tratta di un successo di un grande gruppo, un’affermazione dedicata soprattutto a coloro i quali nacquero dopo la conquista della Coppa di Germania 1992-’93 oppure che a quei tempi erano troppo giovani per poter vivere quel successo: persone che in questi lunghi anni hanno patito tante delusioni, potendo gioire assai raramente.
L’odiato e odioso soprannome “Neverkusen” è stato, dunque, spazzato via per sempre.
E (come diceva il buon Corrado Mantoni) non finisce qui…
Congratulazioni vivissime, caro vecchio Bayer 04!
Giuseppe Livraghi