Bayern-Dinamo Dresda ’73: quando le due Germanie furono una contro l’altra

I campioni della Bundesliga contro i campioni della Oberliga: negli ottavi di Coppa dei Campioni 1973-74 va in scena la sfida fratricida. Con una girandola di reti

di Stefano Ravaglia

Dresda, Germania. Seviziata più volte nella sua storia: dai bombardamenti prussiani, da quelli degli alleati nel secondo conflitto mondiale, dall’alluvione dell’Elba nel 2002. In perfetto stile tedesco, subito ripulita e ricostruita, e ora fiore all’occhiello con il suo teatro dell’opera, la sua università, il museo militare dell’esercito tedesco, e divenuta importantissimo centro industriale nel periodo della divisione.

Ed è proprio qui che la nostra storia si ferma, come un bus che ci fa viaggiare nel tempo e ci fa scendere all’anno 1973.  Un periodo mirabolante per il calcio teutonico, per mille motivi. Il campionato del Mondo di calcio, il primo da disputare in Germania, è dietro l’angolo. Vinceranno i tedeschi dell’ovest, contro l’Olanda del calcio totale, i giocatori dello Zaire dovranno temere per la loro salute sotto minaccia del leader del paese, Mobuto, l’Italia farà una figura meschina facendosi buttar fuori dalla Polonia, l’Inghilterra nemmeno si qualificherà, fermata proprio dalle parate del portiere polacco Tomaszewski.

Berlino è tagliata in due da un muro che crollerà d’improvviso così come era sorto, nel 1989, e poi c’è il Bayern Monaco. Di Udo Lattek in panca, di Maier in porta (colui che Rivera spiazzò nel 4-3 del secolo del 1970), di un grande Gerd Muller davanti. Il ciclo del calcio totale targato Ajax si stava per dissolvere con l’avanzata tedesca, passateci il rischioso paragone bellico, con i bavaresi che avrebbero imitato i lanceri vincendo 3 Coppe dei Campioni di fila.

E che c’entra allora Dresda? Anche in quella stagione 1973-74 che portava al Mondiale, la Coppa dei Campioni schierava la squadra tedesca dell’Est e quella dell’Ovest, poiché oltre alla Bundesliga nata un decennio prima, si giocava anche la DDR Oberliga, il campionato tedesco orientale. Prima del filotto di vittorie della Dinamo Berlino, 10 consecutive tra il 1978 e la caduta del muro, anche e soprattutto grazie al proprio “protettore” Mielke, capo della Stasi, era un’altra Dinamo, quella di Dresda appunto, a togliersi qualche soddisfazione.

Nel 1952 viene fondata come Volkspolizei, la squadra della polizia. L’anno seguente, nel ’53, assume il nome attuale e vince subito il primo titolo;  vent’anni dopo i campionati diventano tre, e le porte della grande Europa calcistica si riaprono.

Ma per la squadra di Walter Fritzsch, l’esordio non sarà esattamente dei più morbidi: arriva la Juventus, vice-campione d’Europa, sconfitta proprio dall’Ajax a Belgrado pochi mesi prima. A Dresda, il 19 settembre, vincono invece i tedeschi 2-0. La maggior parte dei suoi giocatori, ai più sconosciuti, vengono dal vivaio e trascorrono la maggior parte della loro carriera, se non tutta, coi colori gialloneri del club della Sassonia.

A segno vanno Hans Jurgen Kreische e Hartmut Schade, due che la maglia del Dresda nella loro vita non se la sono mai tolta. Il ritorno a Torino è scoppiettante e i bianconeri vanno vicini alla rimonta: succede tutto in mezz’ora, con le reti di Furino, il pareggio di Rau, e l’uno-due di Altafini e Cuccureddu. La Juventus è a un gol dalla qualificazione, ma nella ripresa arriverà il 3-2 Sachse a un quarto d’ora dal termine, che spegnerà le velleità juventine già ai sedicesimi.

Negli ottavi di finale, arriva lo scherzo del destino: per la prima volta si affrontano due squadre della Germania Ovest e della Germania Est. Il 24 ottobre 1973 all’Olympiastadion di Monaco, il Bayern e il Dresda danno vita a uno scoppiettante scontri zeppo di reti: i padroni di casa vinceranno 4-3, dopo che la Dinamo si era portata sul 3-2. Al Dynamostadion (attuale impianto della squadra anche oggi, seppur rinnovato), il 7 novembre non ci si annoia allo stesso modo. Accade tutto in un’ora di gioco: il Bayern va sul 2-0 in dodici minuti con una doppietta del futuro presidente Hoeness, la Dinamo rimonta e si porta addirittura sul 3-2 con Watlitz, Schader e Hafne, prima del pareggio di Muller al minuto cinquantotto. Fine dei sogni gialloneri.

Il Bayern di Lattek eliminerà anche CSKA Sofia e Ujpest, fino ad arrivare alla finalissima contro l’Atletico Madrid nel maggio 1974. Per la prima e unica volta nella storia della competizione, non essendo previsti i calci di rigore, dopo l’1-1 finale la partita si deve ripetere: nel replay non c’è storia, 4-0 per i tedeschi e primo trionfo in Coppa Campioni dei tre consecutivi.

Con l’arrivo dell’estate, ecco i Mondiali con l’esito già descritto. E anche in quel caso, il Dio del calcio si sbizzarrisce: nel girone di qualificazione c’è Germania Ovest-Germania Est, e questa volta il palcoscenico se lo prende un certo Jurgen Sparwasser. Ma questa, è un’altra storia…

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