Dopo 21 anni di assenza, il Como torna a calcare i campi della massima serie italiana. Un traguardo raggiunto grazie alla determinazione di una squadra e di una città che non hanno mai smesso di crederci, nonostante le difficoltà e le delusioni del passato.
Il Como, storica squadra lombarda, ha finalmente coronato il sogno di tornare in Serie A dopo ben 21 anni di assenza. Un’attesa lunga e sofferta, che ha visto la squadra attraversare momenti di grande difficoltà, retrocessioni e persino il fallimento nel 2004. Tuttavia, la passione e la resilienza della società, dei giocatori e dei tifosi non sono mai venute meno, alimentando la speranza di rivedere un giorno il Como nel calcio che conta.
La promozione in Serie A è stata conquistata grazie a una stagione straordinaria in Serie B, culminata con il pareggio decisivo contro il Cosenza nell’ultima giornata. Un risultato che ha scatenato l’entusiasmo di un’intera città, pronta a riabbracciare il grande calcio dopo tanti anni di attesa.
GLI ANNI ’80, IL PERIODO D’ORO DEL COMO: BORGONOVO, SEMIFINALE DI COPPA ITALIA E IMPRESE IN SERIE A
Ripercorrendo la storia recente del Como, gli anni ’80 rappresentano il periodo di maggior successo nella storia del Como. Sotto la guida dell’allenatore Tarcisio Burgnich, la squadra tornò in Serie A nel 1984 e vi rimase per cinque stagioni consecutive. Il primo anno, il Como raggiunse una sofferta salvezza eguagliando il record ottenuto dal Milan nella stagione 1968-69 di sole due reti subite nelle partite giocate in casa, dimostrando una solidità difensiva eccezionale.
Nel 1986, il Como sfiorò addirittura la finale di Coppa Italia, eliminando squadre blasonate come la Juventus negli ottavi e il Verona, all’epoca campione d’Italia, nei quarti. In semifinale, gli azzurri affrontarono la Sampdoria in una doppia sfida al cardiopalma. Dopo un pareggio per 1-1 a Genova, al ritorno il Como conduceva per 2-1 nei tempi supplementari quando un oggetto lanciato dagli spalti colpì l’arbitro Giancarlo Redini, causando la sospensione della partita. La vittoria venne poi assegnata a tavolino ai blucerchiati, vanificando il sogno del Como di raggiungere la finale.
In quegli anni, il Como poteva contare su giocatori di grande talento come Dan Corneliusson e Stefano Borgonovo in attacco, mentre la difesa, guidata dal roccioso Pasquale Bruno, si dimostrò una delle migliori del campionato. Nella stagione 1985-86, il Como chiuse al nono posto in classifica, un risultato eccellente per una squadra di provincia, ripetuto anche l’anno successivo grazie a una formazione solida e ben organizzata.
Gli anni ’80 rappresentano dunque un periodo d’oro per il Como, che riuscì a competere ad alti livelli e a togliersi soddisfazioni importanti, come la semifinale di Coppa Italia e i due noni posti consecutivi in Serie A. Un’epoca indimenticabile per i tifosi lariani, che sognano di rivivere presto quelle emozioni nella massima serie.
IL COMO 2002/03: RETROCESSIONE AMARA NONOSTANTE TALENTO ED ESPERIENZA
Oggi è impossibile non notare le analogie con la squadra che militava in Serie A nella stagione 2002/03. In quella rosa figuravano volti noti e giocatori di grande esperienza, molti dei quali sono poi diventati allenatori di successo. Tra questi, spicca il nome di Fabio Pecchia, attuale tecnico del Parma, che proprio come il Como ha ottenuto la promozione in Serie A in questa stagione.
La rosa del Como 2002/03 era composta da giocatori di talento e carisma, come il portiere Alex Brunner, oggi preparatore dei portieri al Watford, o il difensore Cristian Stellini, ex vice di Antonio Conte. In mezzo al campo brillavano le qualità di Benoit Cauet, ora apprezzato opinionista televisivo, e di Jonatan Binotto, attuale allenatore dell’Alessandria in Serie C. In attacco, il Como poteva contare su bomber di razza come Nicola Amoruso e Daniel Fonseca, quest’ultimo oggi affermato procuratore sportivo.
Nonostante il talento e l’esperienza di quella squadra, il Como non riuscì a mantenere la categoria, retrocedendo dopo una sola stagione in Serie A. Fu l’inizio di un periodo buio, segnato da ulteriori retrocessioni e dal fallimento del 2004, che costrinse la società a ripartire addirittura dalla Serie D.
Nella stagione 2002/03, il Como iniziò il campionato di Serie A sotto la guida di Loris Dominissini, l’allenatore che aveva conquistato la promozione dalla Serie B nella stagione precedente. Dominissini, però, non riuscì a ripetersi nella massima serie e venne esonerato dopo l’undicesima giornata, con la squadra in zona retrocessione.
Al suo posto, la società ingaggiò Eugenio Fascetti, un tecnico di grande esperienza che aveva già allenato numerose squadre in Serie A. Fascetti guidò il Como dalla dodicesima alla trentaquattresima giornata, cercando di raggiungere la salvezza. Nonostante l’arrivo di giocatori di categoria e l’esperienza del nuovo allenatore, il Como non riuscì a mantenere la categoria, chiudendo il campionato all’ultimo posto e retrocedendo in Serie B.
Purtroppo, Loris Dominissini è scomparso il 4 giugno 2021 all’età di 59 anni, lasciando un vuoto nel mondo del calcio. Eugenio Fascetti, invece, dopo l’esperienza al Como nella stagione successiva, ha concluso la sua carriera da allenatore dopo 32 anni, dedicandosi successivamente all’attività di opinionista televisivo.
Tuttavia, la passione e l’amore per il calcio non sono mai venuti meno. La città e i tifosi hanno continuato a sostenere la squadra, sognando un giorno di tornare a competere ad alti livelli. E quel giorno è finalmente arrivato: il Como è di nuovo in Serie A, pronto a scrivere una nuova pagina della sua storia calcistica.
La promozione rappresenta un esempio di resilienza e di attaccamento ai colori sociali. Una storia che insegna come, con la determinazione e la passione, sia possibile superare anche le difficoltà più grandi e realizzare i propri sogni. Il Como è tornato nel calcio che conta, e siamo certi che saprà onorare al meglio questa nuova avventura in Serie A.