Lo stile, il coraggio, le idee moderne: il profilo affascina e il feeling con il club rossonero è già forte. Ma c’è un ostacolo da superare.
Non è una suggestione da fine stagione. Non è una voce tra tante. È una tentazione vera, concreta, che prende forma tra i corridoi di Casa Milan. Il futuro della panchina rossonera potrebbe parlare spagnolo, e non è un caso che il nome di chi potrebbe raccogliere l’eredità di Sergio Conceição sia da tempo nell’aria. Perché l’interesse del Milan verso quel giovane allenatore elegante, carismatico, profondo conoscitore del calcio europeo, non nasce oggi. Ma ora è più vivo che mai.
C’è chi lo ha già immaginato a guidare la squadra da bordo campo, con il suo stile impeccabile e il suo sguardo deciso. C’è chi ricorda le volte in cui è stato vicino a vestire il rossonero da calciatore. E chissà che stavolta, nel ruolo di guida tecnica, quel matrimonio mai celebrato non possa finalmente compiersi.
PROFILO CHE INTRIGA: IL MILAN VEDE NEL TECNICO IL SUO FUTURO
Il suo nome è tornato prepotentemente tra i candidati per la panchina del Milan, come rivelato dal Corriere dello Sport. Dopo le voci su un possibile ritorno di Massimiliano Allegri, la dirigenza di via Aldo Rossi sembra sempre più attratta dal profilo giovane, internazionale e innovativo dell’attuale allenatore del Como Cesc Fabregas.
In lui si intravedono le qualità perfette per proseguire un progetto ambizioso e moderno: l’immagine pubblica, il passato da grande calciatore, ma soprattutto la proposta di gioco offensiva, basata su principi chiari e riconoscibili. Un 4-2-3-1 che privilegia la costruzione dal basso, la qualità tra le linee e l’organizzazione collettiva.
Non è un caso che da settimane il suo nome sia accostato al Diavolo. E proprio dopo la sfida di campionato a San Siro persa contro il Milan, lui, con eleganza e determinazione, ha dribblato le domande: “Voglio diventare il miglior allenatore del mondo. E per farlo devo lavorare tanto.”

C’È UN OSTACOLO CHIAMATO COMO
La strada verso Milanello, però, non è priva di ostacoli. Il principale si chiama… Como. L’allenatore spagnolo non è solo il tecnico della squadra lariana, ma anche uno dei soci. E per lasciare il progetto che ha contribuito a far crescere, dovrebbe prima cedere le sue quote. Un passaggio non banale, soprattutto considerando il forte legame che lo unisce al club e alla proprietà.
Ma anche questo dettaglio, secondo il Corriere dello Sport, non scoraggia il Milan, che lo osserva da vicino e valuta ogni mossa con attenzione. In attesa della nomina del nuovo direttore sportivo, che avrà un ruolo centrale nella scelta del prossimo tecnico, le parti si studiano. E il futuro sembra sempre più aperto.
IL MILAN DI DOMANI, TRA MODULO E IDEE
Chi conosce il calcio di Fabregas sa che le sue squadre sono costruite con intelligenza. La rosa attuale del Milan si avvicina già molto al suo ideale tattico: Maignan perfetto per costruire dal basso, Thiaw e Walker (profilo valutato) per una difesa di impostazione, Theo Hernandez ancora in bilico ma perfetto per le sue idee.
A centrocampo, Fabregas predilige profili completi e dinamici: Fofana già è una certezza, Samuele Ricci potrebbe rappresentare l’ideale compagno di reparto. Davanti, Pulisic e Reijnders fungerebbero da catalizzatori creativi, mentre Leao – pur meno incline al gioco corale – potrebbe essere liberato tatticamente per esprimere tutto il suo potenziale.
E in attacco? C’è già Santiago Gimenez, un centravanti completo, giovane e dal grande impatto.
DESTINI CHE SI INCROCIANO
È un incastro di passato e presente, di occasioni sfumate e possibilità imminenti. Da giocatore, l’allenatore spagnolo ha sfiorato Milano più volte: nel 2011, nel 2016, nel 2018, e ancora nei pensieri dell’ex CEO Ivan Gazidis. Ogni volta qualcosa è mancato. O forse, semplicemente, il tempo non era maturo.
Ora sì. Ora, con una panchina da ricostruire, un progetto da rilanciare e una tifoseria in cerca di entusiasmo, quel matrimonio mancato potrebbe finalmente trovare la sua consacrazione.