Il centrocampista della Fiorentina continua a essere sottoposto a esami per chiarire le cause del malore accusato contro l’Inter.

Le opzioni per il futuro

Edoardo Bove resta all’ospedale Careggi, dove continuerà a essere sottoposto a vari esami per accertare le cause del malore accusato in campo contro l’Inter. Il giocatore è sereno e circondato dall’affetto della sua famiglia, ha anche visto la partita della Fiorentina in tv. Non è ancora stata presa una decisione sulla possibilità di impiantare un defibrillatore cardiaco sottocutaneo, un dispositivo che permette di tenere sotto controllo gli eventuali sbalzi del cuore il cui utilizzo è previsto dalle linee guida internazionali per le persone che hanno avuto un arresto cardiaco causato da un’aritmia che ha provocato una fibrillazione. In caso di applicazione la carriera da giocatore di Bove in Italia sarebbe di fatto finita: la normativa nazionale prevede che per avere l’idoneità agonistica devono trascorrere almeno sei mesi dall’impianto e nel nostro paese viene concessa l’idoneità a chi ha l’ICD solo per sforzi moderati e che non prevedono contatti con gli avversari perché l’impianto potrebbe comunque rompersi. Il caso più simile e vicino è quello di Eriksen, centrocampista all’epoca dell’Inter quando accusò un malore in campo durante Euro 2020 con la Danimarca: il danese non ha potuto proseguire la sua carriera in Italia, ma attualmente gioca al Manchester United con un defibrillatore cardiaco sottocutaneo.

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Fonte: sportmediaset.mediaset.it