La marcia dell’Inter in questa stagione ricorda l’anno magico del 2010. Tra ambizioni europee, corsa Scudetto e Coppa Italia, la squadra di Inzaghi punta a scrivere una nuova pagina di storia.
L’Inter di Simone Inzaghi ha dato un segnale chiaro e forte: questa squadra non ha intenzione di mollare niente. La vittoria per 2-0 in casa del Feyenoord ha evidenziato non solo la qualità del gruppo, ma anche una mentalità che richiama quella dell’anno del Triplete. In un ambiente infuocato, dove il Milan era crollato poche settimane prima, i nerazzurri hanno risposto con personalità, maturità e una solidità difensiva impressionante. In campionato, l’Inter guida la classifica con un punto di vantaggio sul Napoli secondo, mentre in Coppa Italia si prepara a un doppio derby con il Milan.
Il cammino in Champions League, poi, sembra segnato da una determinazione incrollabile: i quarti sono ormai ipotecati, e la squadra non intende fermarsi.
IL CONFRONTO CON L’INTER DEL 2010
La situazione al 6 marzo ricorda molto da vicino quella della storica stagione 2009/10, un’annata che rimarrà per sempre scolpita nella memoria dei tifosi nerazzurri. L’Inter di José Mourinho, dopo 28 giornate di campionato, aveva 59 punti, appena uno in più rispetto a quella attuale di Simone Inzaghi. Anche allora, i nerazzurri si trovavano in corsa su tutti i fronti: in Champions League avevano eliminato il Chelsea agli ottavi con due prestazioni magistrali (2-1 a San Siro e 1-0 a Londra, con gol di Samuel Eto’o). In Coppa Italia, invece, avevano raggiunto la semifinale superando la Juventus nei quarti con una vittoria per 2-1 a San Siro, guadagnandosi il confronto con la Fiorentina. Quella stagione rappresentò il punto più alto nella storia del club, culminando con il leggendario Triplete: Scudetto, Coppa Italia e Champions League. Dopo la vittoria contro il Chelsea, l’Inter affrontò il CSKA Mosca nei quarti e poi il Barcellona di Guardiola in una semifinale che ancora oggi è scolpita nella leggenda del calcio. Il 3-1 dell’andata a San Siro con reti di Sneijder, Maicon e Milito fu un capolavoro di pragmatismo, mentre il ritorno al Camp Nou vide un’Inter eroica resistere con dieci uomini per oltre un’ora, difendendo lo 0-1 con una prova di sacrificio assoluto.
Il punto di svolta di quella stagione arrivò proprio a marzo, quando la squadra capì di poter arrivare in fondo a tutte le competizioni. Il campionato fu una corsa serrata con la Roma, vinto solo all’ultima giornata grazie a una vittoria a Siena con rete decisiva di Milito. In Coppa Italia, l’Inter trionfò battendo la Roma in finale con un altro gol del Principe argentino. Infine, la notte del 22 maggio 2010 al Santiago Bernabeu vide l’Inter trionfare in Champions League con una doppietta di Milito contro il Bayern Monaco, regalando a Mourinho e ai tifosi il sogno perfetto. Oggi, l’Inter di Inzaghi non ha ancora assicurato nulla, ma i segnali sono incoraggianti: una difesa impenetrabile (un solo gol subito in nove partite di Champions), un attacco letale con la coppia Thuram-Lautaro e una crescita costante di uomini chiave come Dumfries. La squadra nerazzurra ha ancora molta strada da fare, ma la storia insegna che, quando si trova nelle condizioni giuste, l’Inter sa come raggiungere la gloria.

UNA STRADA ANCORA LUNGA
Certo, il cammino è tutt’altro che semplice. L’Inter di oggi non ha forse la stessa esperienza e ferocia di quella di Mourinho, ma compensa con una maturità tattica e una gestione lucida dei momenti cruciali. La profondità della rosa permette a Inzaghi di ruotare gli uomini senza perdere qualità, un aspetto fondamentale per reggere su tre fronti. In Europa ci sono grandissime squadre pronte a dare battaglia. Club come il Real Madrid con la sua bravura nelle partite secche in Champions e il Bayern Monaco rappresentano ostacoli durissimi da superare per chiunque punti alla gloria continentale. La concorrenza è altissima e per arrivare fino in fondo servirà non solo qualità, ma anche carattere e resistenza mentale. In campionato, l’Inter dovrà fare molta attenzione non solo al Napoli, ma anche alla Juventus, attualmente a sei punti di distacco. I bianconeri, fuori dalla Champions e dalla Coppa Italia, possono concentrare tutte le energie sul campionato, rappresentando una minaccia costante nella corsa Scudetto. La squadra di Thiago Motta avrà più tempo per preparare le partite e meno pressioni su altri fronti, un fattore che potrebbe pesare nel lungo periodo.
La prossima settimana sarà cruciale: il ritorno contro il Feyenoord a San Siro e la trasferta a Bergamo contro l’Atalanta, anche lei in lotta per lo Scudetto, potrebbero indirizzare in modo definitivo la stagione nerazzurra. La storia insegna che marzo è il mese delle grandi decisioni, e l’Inter è pronta a giocarsi tutto.