Da oggetto misterioso del Milan a mente pensante dell’Inter: il riscatto di Calhanoglu, da brutto anatroccolo a cigno del centrocampo nerazzurro
Nelle ultime ore, sui social dedicati al pallone impazza un video che sta facendo letteralmente impazzire gli appassionati. Non immortala prodezze balistiche o numeri da funambolo, ma un semplice passaggio. Una pennellata sublime, una carezza al pallone che sa di poesia. L’autore? Hakan Calhanoglu, mente pensante dell’Inter. Destinatario del cioccolatino, il compagno Dimarco.
Quaranta metri di traiettoria arcuata, a scavalcare il muro bianconero, che mettono l’esterno nerazzurro solo davanti al portiere. Una visione di gioco che sa di preveggenza, un lampo di genio balenato nella mente del turco. Un pertugio impercettibile tra le maglie juventine, un corridoio spazio-temporale che Calha non si fa sfuggire. Ed ecco, nasce l’improbabile capolavoro. Pochi centimetri, attimi di precisione millimetrica. Gli appassionati esultano: è nata una nuova opera d’arte da ammirare.
This pass by birthday boy Hakan Çalhanoğlu is football porn… 🇹🇷 pic.twitter.com/s3EH8ctHGX
— Football Tweet ⚽ (@Football__Tweet) February 8, 2024
L’azione non ha portato frutti concreti: il successivo traversone di Dimarco non ha trovato la deviazione vincente di Thuram e si è spento sul fondo. Eppure, quella pennellata di Calhanoglu ha comunque lasciato il segno. Perché testimonia la crescita esponenziale di un talento. Oggi Hakan non è più la farfalla dalle ali fragili di un tempo: è diventato un campione compiuto, il playmaker imprescindibile di un’Inter che ha ritrovato smalto e brillantezza.
Quel corridoio visto e attaccato contro la Juve certifica una visione di gioco che prima gli mancava. La personalità nel provarci, la precisione nell’esecuzione: tutto parla di una maturità acquisita. Calha non è più oggetto misterioso, è ormai una certezza granitica. E quel passaggio impossibile lo dimostra”.
DA KARLSRUHE A MILANO, STESSA STORIA DI PIRLO
Classe ’94, origini turche ma nato in Germania, patria che lo adotta calcisticamente fino all’età di 24 anni. È lì che Calhanoglu comincia a dipingere le sue tele di talento a Karlsruhe, pennellate di tecnica sopraffina che lo rendono idolo dei tifosi dell’Amburgo prima e Bayer Leverkusen poi. Tiri dalla distanza e parabole su punizione, marchi di fabbrica che gli valgono fama oltreconfine.
Celeberrimo un suo gol da centrocampo che fa il giro del web: una perla balistica che ne certifica il piede fatato. Con la maglia del Bayer sigla 13 reti, 9 direttamente da fermo: numeri da top player, che gli valgono la chiamata del Milan. In rossonero però il talento stenta a emergere.
L’avventura rossonera di Calha è un susseguirsi di occasioni mancate. Arriva nel 2017 per volere della travagliata proprietà cinese, in una società allo sbando tra mille rivoluzioni societarie e tecniche. Viene provato in tutti i ruoli, da mezzala a trequartista, senza mai trovare una collocazione definitiva. I lampi di talento non mancano, ma la continuità sì. Un po’ come successe ad Andrea Pirlo ai tempi dell’Inter: anche il Maestro faticò a emergere, prima di esplodere nel Milan e nella Juventus.
E forse, anche Calha necessitava di un contesto più solido per completare il processo di maturazione. All’Inter ha ritrovato fiducia e ruolo fisso da playmaker, proprio come Pirlo. Oggi non è più oggetto misterioso: quel Milan confusionario non gli permise di sbocciare. Ora Hakan splende di luce propria: da brutto anatroccolo a cigno, proprio come il Maestro azzurro.
CALHA, DALLO SCETTICISMO A BENIAMINO DEI TIFOSI INTERISTI
L’estate 2021 segna una svolta inattesa: Calha passa all’Inter a parametro zero, tra lo sgomento dei tifosi rossoneri. Le sue prime dichiarazioni, improntate alla voglia di vincere, non fanno che acuire l’astio della piazza milanista. La stagione successiva poi, con lo scudetto perso in extremis a favore del Diavolo, il turco diventa bersaglio prediletto di cori e insulti, a tratti beceri e aizzati da un pullman.
Hakan però non si scompone e in nerazzurro completa il processo di maturazione, con Simone Inzaghi mentore ideale. Nonostante le ristrettezze economiche, l’Inter torna grande in Italia e in Europa: finale di Champions nel 2023, cammino trionfale in campionato almeno fino a oggi. E Calha svetta nel ruolo di playmaker che Giampaolo gli cucì addosso senza successo. Ora detta i tempi della manovra con personalità e visione di gioco. Il Milan lo snobbò, l’Inter lo esalta.
L’addio di Marcelo Brozovic spalanca a Calha le porte della regia. Un ruolo già rivestito senza fortuna ai tempi del Milan, ma che oggi Inzaghi gli cuce addosso con maestria. Il tecnico nerazzurro libera Hakan dagli orpelli creativi per esaltarne il piede fatato, inserendolo in un contesto di movimenti collaudati. Così quello che poteva sembrare un azzardo, si rivela scelta azzeccata. Oggi Calha detta i tempi della manovra interista con naturalezza, pennellando cioccolatini per i compagni.
Quel passaggio no-look per Dimarco certifica una centralità ritrovata. Ora Hakan arriva con frequenza al tiro, la porta non è più un miraggio. Lo dicono i 9 centri stagionali, record personale eguagliato. Le sue prove d’autore hanno destato l’interesse milionario dell’Arabia, ma Calha sembra aver trovato la sua dimensione a Milano. E adesso il turco splende di luce propria, trascinando l’Inter verso la seconda stella che certificherebbe la definitiva consacrazione di Calha nella storia nerazzurra.