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Capo Verde da sogno: la piccola isola che sta conquistando la Coppa d’Africa

COPPA D’AFRICA 2024 – La piccola isola che sta conquistando tutti: talento, cuore e spirito di squadra, così Capo Verde sta superando le grandi del continente africano

La Coppa d’Africa, torneo biennale che mette di fronte le 24 migliori nazionali del continente, ci ha abituato negli anni a risultati sorprendenti e imprese inattese. Ma quello che sta facendo Capo Verde in Costa D’Avorio ha davvero dell’incredibile. La piccola isola atlantica, un arcipelago vulcanico di nemmeno 600mila abitanti, si è clamorosamente qualificata per gli ottavi di finale chiudendo il proprio girone al primo posto con 7 punti.

Un’autentica impresa, se si considera che Capo Verde ha ottenuto questo risultato davanti a due colossi del calcio africano come Egitto e Ghana, che in bacheca vantano rispettivamente 7 e 4 edizioni vinte del trofeo. Agli ottavi, la rappresentativa capoverdiana affronterà un’altra sorpresa di questa edizione, la Mauritania.

La favola di Capo Verde sta appassionando gli amanti del calcio, una piccola realtà che sta dimostrando come con il cuore e lo spirito di squadra si possano compiere anche imprese titaniche. Chissà fin dove potrà arrivare questa meravigliosa cenerentola.

CAPO VERDE, L’ISOLA CHE SOGNA

La favola calcistica di Capo Verde affonda le radici in un arcipelago vulcanico distante 500 km dal Senegal. Dieci isole immerse nell’Oceano Atlantico che ospitano una popolazione di nemmeno 600mila anime. Diventato indipendente dal Portogallo nel 1975, questo minuscolo stato insulare fatica a trovare talenti calcistici data l’esigua base demografica. Basti pensare che la potenza continentale Egitto può contare su 110 milioni di abitanti da cui attingere.

Eppure la rappresentativa capoverdiana, allenata dalla leggenda locale Pedro “Bubista” Brito, sta compiendo un autentico miracolo sportivo in Costa D’Avorio. Con un gruppo compatto e valorizzando il proprio talento, Bubista sta conducendo una squadra “normale” laddove solitamente approdano solo nazionali con ben altri mezzi tecnici ed economici. Una favola che scalda il cuore degli amanti del calcio.

TALENTO E ANIMA

La cavalcata trionfale di Capo Verde nel girone di Coppa d’Africa porta la firma di una rosa cosmopolita, con talenti locali arricchiti da giocatori con origini capoverdiane, ma nati e cresciuti calcisticamente in Europa. È il caso del match winner contro il Ghana Jamiro Monteiro, o del bomber Garry Rodrigues, entrambi provenienti dal vivaio olandese. Contro il Mozambico invece a prendersi la scena è stato l’attaccante Bebé, vecchia conoscenza del calcio portoghese.

Ma al di là dei singoli, ciò che impressiona della selezione capoverdiana è lo spirito di squadra, come dimostra il rocambolesco pareggio contro la corazzata Egitto: 2-2 strappato con le unghie e con i denti fino al 99′, nonostante la qualificazione già in cassaforte. Segno che per Capo Verde questa Coppa d’Africa non è una semplice vetrina, ma un obiettivo per cui lottare fino all’ultimo respiro.

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L’ISOLA DEL RISCATTO

La rosa di Capo Verde che sta facendo sognare il piccolo arcipelago atlantico alla Coppa d’Africa è un mosaico multiculturale di talenti sparsi in giro per il mondo. Diciassette campionati diversi, dal calcio irlandese a quello italiano. Molti di questi giocatori hanno origini capoverdiane ma sono nati e cresciuti altrove, salvo poi scegliere di vestire la maglia della patria d’origine.

È il caso del terzino Roberto Lopes, letteralmente “reclutato” dal CT via LinkedIn mentre giocava nello Shamrock Rovers, o dell’ala Jovane Cabral, prima capoverdiano a calcare i campi della Serie A con la Lazio prima di passare alla Salernitana.

L’eroe silenzioso di questa piccola grande risponde al nome di Tiago Manuel Dias, noto semplicemente come Bebé. Trequartista dal sinistro magico in grado di pennellare punizioni dalla distanza siderale, come il missile terra-aria scagliato da 40 metri contro il Mozambico.

Nato nel 1990 in Portogallo a Sintra e cresciuto in orfanotrofio, Bebé ha vagato per l’Europa calcistica senza mai trovare una vera dimora. Prima il sogno infranto al Manchester United di Alex Ferguson, poi tappe tra Turchia (Besiktas), Spagna (Rayo Vallecano) e Portogallo (Benfica). Fino alla scelta, nel 2022, di sposare la causa della sua Capo Verde, isola dalle origini mai dimenticate.

Oggi Bebé è il cuore e la mente del centrocampo capoverdiano: pennella, ispira, trascina. Con la sua storia di riscatto è il manifesto della Capo Verde che non si arrende mai, che combatte contro i giganti con la forza dei sogni.

LA FAVOLA È REALTÀ

La cavalcata trionfale di Capo Verde in Coppa d’Africa non è frutto del caso, ma il coronamento di un progetto di crescita costante negli ultimi 20 anni. Già nel 2013, alla prima storica partecipazione, la piccola isola atlantica raggiunse i quarti di finale. Risultati confermati nel 2015 e nel 2021, con gli ottavi centrati. Nel 2014, poi, la qualificazione al Mondiale in Brasile, poi revocata per aver schierato un giocatore squalificato.

In soli 14 anni, dal 2000 al 2014, Capo Verde è balzata dal 182° al 27° posto nel ranking FIFA. Merito anche degli investimenti in infrastrutture: “Nel 1998 non c’era un campo in erba, ora sono 25” rivelò un’inchiesta della CNN. L’exploit parte dal successo nella Coppa Amílcar Cabral del 2000, torneo tra nazionali dell’Africa Occidentale, battendo il Senegal in finale.

Da lì è iniziato il sogno. La FIFA ha iniziato a puntare su Capo Verde, dando vita a una crescita costante fatta di giovani talenti e cultura del lavoro. Oggi questa piccola realtà sta raccogliendo i frutti, facendo sognare un intero popolo orgoglioso delle sue radici.

LA CENERENTOLA CORRE

Il calcio nel piccolo arcipelago di Capo Verde ha vissuto una popolarità crescente a partire dagli anni Duemila. Parallelamente è fiorito anche il talento, con una nazionale in grado di produrre risultati via via più prestigiosi. L’apice nel 2015, quando la rappresentativa isolana umiliò il Portogallo in amichevole per 2-0: una vittoria dal profondo significato simbolico per un popolo che ha vissuto oltre 400 anni di dominio coloniale lusitano.

Oggi Capo Verde sogna in grande, forte della storica qualificazione agli ottavi di Coppa d’Africa da prima classificata e già guarda ai Mondiali 2026, quando il campo dei partecipanti verrà allargato a 48 squadre, garantendo 9 posti all’Africa.

L’occasione per veder sventolare, per la prima volta nella storia, la bandiera capoverdiana tra i giganti del pallone potrebbe essere a portata di mano. Nel frattempo questa Cenerentola del calcio africano continuerà a stupire in Coppa d’Africa, facendo innamorare gli appassionati con la sua favola.

A proposito di Cristian La Rosa

Cristian La Rosa. Classe ’76, ama il calcio e lo sport in generale. Segue con passione il calcio internazionale e ha collaborato con alcuni web magazine. È il fondatore, ideatore ed editore.

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