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A quasi 35 anni dalla tragica morte del calciatore Denis Bergamini, i PM hanno chiesto una condanna di 23 anni per Isabella Internò, accusata di omicidio premeditato. Un dramma di gelosia che potrebbe trovare finalmente giustizia. Sentenza attesa per il 1° ottobre.
Dopo 35 anni, il mistero della tragica morte di Donato “Denis” Bergamini, giovane calciatore del Cosenza, potrebbe avviarsi verso una conclusione giudiziaria. Il 18 novembre 1989, Bergamini fu trovato morto sulla statale 106 Jonica, investito da un camion. Una morte che, per molto tempo, fu archiviata come suicidio, ma che oggi assume contorni molto diversi: omicidio premeditato.
L’ex fidanzata, Isabella Internò, è stata accusata di omicidio volontario in concorso con ignoti, e i pubblici ministeri della Procura di Castrovillari, Alessandro D’Alessio e Luca Primicerio, hanno richiesto una pena di 23 anni di reclusione per la donna. La sentenza è attesa per il prossimo 1° ottobre.
LE ACCUSE CONTRO ISABELLA INTERNÒ
Durante la requisitoria, il PM D’Alessio ha dipinto un quadro preciso: secondo l’accusa, Denis Bergamini non morì sotto le ruote del camion, come inizialmente riportato. Il calciatore fu invece soffocato prima di essere posizionato sulla strada affinché fosse investito e la sua morte sembrasse un incidente o un suicidio. I periti, che nel 2017 riesumarono il corpo di Bergamini, confermano che l’atleta fu vittima di asfissia meccanica violenta.
L’accusa ha sottolineato come Isabella Internò avesse motivi di gelosia ossessiva, un sentimento che avrebbe portato all’omicidio premeditato. Secondo la ricostruzione del PM, Internò avrebbe pianificato l’omicidio in concorso con altre persone ancora non identificate.
LA TESTIMONIANZA CHIAVE: L’AMICA DI ISABELLA
Un elemento cruciale dell’accusa è la testimonianza di Tiziana Rota, amica stretta di Isabella e moglie di un ex calciatore del Cosenza. Le sue parole sono state considerate dalla Procura “come se fosse la voce di Isabella”. Rota ha descritto dettagli e comportamenti della Internò che supportano l’idea di una premeditazione. Al contrario, le versioni fornite da Internò e dal camionista Pisano, che investì Bergamini, sono state smontate dai nuovi accertamenti medico-legali.
UNA VICENDA DI GELOSIA E VENDETTA
Il dramma si snoda intorno alla figura di una donna, Isabella Internò, che, secondo l’accusa, non avrebbe mai accettato la fine della relazione con Denis. Una gelosia che, negli anni, si sarebbe trasformata in ossessione, sfociando in un gesto estremo. Secondo il PM Luca Primicerio, “L’assassinio di Bergamini è la realizzazione di un progetto di vendetta di Isabella”.
La difesa di Isabella Internò, tuttavia, continua a sostenere la sua innocenza, puntando sull’assenza di prove schiaccianti che colleghino direttamente la donna alla dinamica del soffocamento.
SENTENZA ATTESA PER IL 1° OTTOBRE
La Corte d’Assise di Cosenza, presieduta da Paola Lucente, emetterà la sentenza il prossimo 1° ottobre. In aula, durante le udienze, erano presenti la sorella di Denis, Donata Bergamini, e i legali della famiglia, che hanno sempre cercato la verità sulla morte del giovane calciatore.
Per i familiari di Bergamini, questa potrebbe finalmente essere l’occasione di ottenere giustizia per una vicenda che ha segnato profondamente la storia del calcio italiano e che ha lasciato una ferita aperta per oltre tre decenni.
