Caso Ultras: i capi di Inter e Milan scelgono il silenzio davanti ai giudici

Nel processo per le attività illecite delle curve di Inter e Milan, i capi ultras arrestati si avvalgono della facoltà di non rispondere, mentre le indagini continuano a fare luce su una rete criminale complessa.

Si è aperta con un silenzio assordante la vicenda giudiziaria che coinvolge i capi ultras delle curve di Inter e Milan. Nella giornata di ieri, presso il carcere di San Vittore a Milano, si sono svolti i primi interrogatori relativi all’inchiesta “Doppia Curva”, un’indagine che punta a smascherare attività illecite legate al mondo delle tifoserie organizzate. I 16 arrestati, accusati di crimini che vanno dall’estorsione alla violenza, hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere.

LA VICENDA: CRIMINI E SANGUE NELLE CURVE

Tra gli arrestati, spicca il nome di Andrea Beretta, ex leader della Curva Nord interista, coinvolto nell’omicidio di Giuseppe Bellocco lo scorso settembre. Beretta, che inizialmente sembrava disposto a collaborare con i magistrati, ha invece deciso di mantenere il silenzio, almeno per ora. Questa strategia sembra essere condivisa da tutti i principali indagati, segno che la linea difensiva è stata stabilita con precisione dagli avvocati.

LE INDAGINI DELLA PROCURA: UNA RETE COMPLESSA DI ILLEGALITÀ

L’inchiesta “Doppia Curva”, avviata dalla Procura di Milano, si concentra su una rete di attività criminali che coinvolge i capi delle tifoserie organizzate di Inter e Milan. Tra le accuse principali ci sono estorsione, traffico di droga e violenza organizzata, tutte attività che avrebbero avuto come base le curve degli stadi milanesi. Gli investigatori stanno cercando di fare luce sui legami tra le tifoserie e il mondo della criminalità organizzata, che potrebbe aver infiltrato profondamente questi gruppi.

IL FUTURO DELLE CURVE E DELLE INDAGINI

Con i leader delle curve dietro le sbarre e un’inchiesta che si allarga a macchia d’olio, il futuro delle tifoserie organizzate di Inter e Milan appare incerto. La decisione di avvalersi della facoltà di non rispondere potrebbe essere solo una mossa tattica per prendere tempo, ma potrebbe anche indicare la difficoltà di difendersi dalle accuse mosse dalla Procura. Gli interrogatori proseguiranno nei prossimi giorni, ma il silenzio degli indagati lascia più domande che risposte.

LA RISPOSTA DELLE SOCIETÀ SPORTIVE

Inter e Milan hanno preferito non commentare pubblicamente la vicenda per ora, ma fonti vicine ai club fanno sapere che le società sono pronte a collaborare con le autorità per assicurare che i responsabili vengano puniti e che le curve possano tornare a essere luoghi di supporto genuino per le squadre. Entrambe le squadre vogliono allontanare qualsiasi ombra di illegalità dai propri settori più caldi, in un momento delicato per la loro immagine internazionale.

UN SILENZIO CHE PESA SUL FUTURO DEL TIFO MILANESE

La vicenda degli ultras milanesi è tutt’altro che conclusa. Con i leader delle curve ancora in carcere e l’inchiesta in pieno svolgimento, il futuro del tifo organizzato di Inter e Milan rimane appeso a un filo. Gli sviluppi delle prossime settimane saranno decisivi per comprendere se la scelta del silenzio si rivelerà una mossa vincente o solo un passo temporaneo verso un inevitabile confronto con la giustizia.

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