daniele bartocci giornalista

Disastro preolimpico dell’Italvolley: Mazzanti out, è l’ora di Julio Velasco per il riscatto

ITALVOLLEY FEMMINILE: DOPO IL DISASTRO PREOLIMPICO (CHE FA SEGUITO A QUELLO EUROPEO) VIA MAZZANTI E DENTRO VELASCO. UN SOLO OBIETTIVO: FARE PIÙ STRADA POSSIBILE A PARIGI 2024

Era inevitabile, ed è davvero giusto così: Davide Mazzanti non è più il commissario tecnico della nazionale di volley femminile.

Un Europeo dove la nazionale si è sciolta di fronte al primo vero ostacolo (la Turchia in semifinale) dopo che aveva la partita in pugno e la strada per la finale sembrava spianata, e un torneo di qualificazione alle prossime olimpiadi chiuso nel peggiore dei modi, sconfitti da una Polonia nettamente inferiore alle nostre Azzurre che però, ancora una volta come all’Europeo, alle prime difficoltà della partita si sono spaventate e non sono più state in grado di riprendere le redini del match in mano.

In questo momento l’Italia non è ancora qualificata per le prossime Olimpiadi, in programma a Parigi la prossima estate: il torneo preolimpico dava diritto a due pass per le prime due classificate, e gli stessi sono stati staccati dalla Polonia e dagli Stati Uniti (le uniche due nazionali in grado di sconfiggere l’Italia, nonché le uniche due avversarie di livello).

Per le regole riguardanti le qualificazioni olimpiche, il pass per l’Italia non dovrebbe comunque essere un problema: il quinto posto nel ranking mondiale ci dovrebbe garantire la qualificazione d’ufficio, essendo al momento la prima nazionale -in ordine di ranking- a non essere ancora qualificata (le prime quattro del ranking mondiale sono già qualificate grazie ai tornei preolimpici), ma la vera grana è quella di un gruppo che pare sfaldarsi sempre più e che lo stesso Mazzanti ha fatto di tutto per prendere a mazzate in questi ultimi mesi.

Antropova, Enogu e le loro sorelle

La naturalizzazione di Antropova, opposta fortissima, sembrava destinarci a un Europeo da assolute protagoniste. Invece, sin dalle prime partite del torneo continentale, si capivano le difficoltà del tecnico nel far convivere Antropova ed Egonu (la giocatrice più forte del mondo, va ricordato), tanto che spesso una delle due, un po’ a rotazione, passava in panchina l’intero match.

Una volta arrivata la sconfitta in semifinale con la Turchia, la situazione è esplosa, tanto che al torneo preolimpico polacco Paola Egonu non è stata nemmeno convocata.

Ma i problemi di gestione non si limitano al dualismo Antropova-Egonu

L’Italia ha una nazionale che può vantare un serbatoio di talenti quasi infinito (prima di questa estate l’Italia era campionessa europea di volley in tutte le categorie maschili e femminili, dai più giovani alle prime squadre), ma tra questi talenti ce ne sono due che sono più talenti degli altri e che mai potrebbero mancare una convocazione per dei tornei così importanti: Monica De Gennaro, il libero più forte del mondo, e Caterina Bosetti, stella della Igor Novara e colonna della nazionale fino al 2022.

E invece, sia De Gennaro che Bosetti non sono state convocate né per l’Europeo né per il preolimpico. Il motivo? Chi lo sa. Forse per De Gennaro si tratta della sua relazione con coach Santarelli (il coach che allena la Turchia e che è fresco campione d’Europa), che è comunque una motivazione assurda e che basterebbere per impedire a Mazzanti di sedersi su una panchina qualunque per il resto della carriera, per Bosetti non si sa.

Risultato: Italia fuori dal podio all’Europeo (iniziato da campione in carica) e non qualifica alle Olimpiadi. Benissimo.

Velasco ultima spiaggia

Con la sconfitta con la Polonia si è dunque conclusa la carriera da commissario tecnico dell’Italia di Davide Mazzanti, con la Federazione che pare intenzionata (si attende solo l’ufficialità) ad affidare la panchina a Julio Velasco, colui che mise l’Italia del volley sul mappamondo, creando e modellando una squadra meravigliosa che tra il 1988 e il 1996 vinse tutto tranne l’oro olimpico.

Nel 1997, ma solo per qualche mese, Velasco fu già ct della nazionale femminile e arrivò un non indimenticabile quinto posto agli europei di Brno, ma proprio in quei mesi l’argentino gettò le basi per il primo Club Italia, creatura che prese vita poco dopo e che portò da subito a risultati importanti (tipo il titolo mondiale del 2002, il primo a livello femminile).

Velasco è l’uomo che ha rivoluzionato il mondo della pallavolo italiana, portando negli anni sempre novità e dimostrandosi sempre avanti di parecchi anni su tutti gli altri sulle scelte e sulle tecniche di allenamento. Un esempio? Quando a metà anni ’80 allenava a Modena mise un suo collaboratore sugli spalti con un computer davanti (metà anni ’80, giusto ribadirlo) con il compito di segnare tutti i dati, dando vita alla figura del match analyst, ovvero il ruolo più cercato, nonché fondamentale, di questi ultimi anni in tutti gli sport.

Velasco può davvero essere l’uomo giusto per far ripartire la scintilla che pare essersi spenta in questa nazionale. Rimettere la chiesa al centro del villaggio e iniziare la ristrutturazione: Julio può farlo.

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