Doping, il caso Pogba scuote il calcio: quali rischi comporta l’assunzione di sostanze dopanti per la salute e la carriera degli atleti?
La carriera di Paul Pogba rischia di subire una pesante battuta d’arresto in seguito alla sospensione comminatagli dal Tribunale nazionale antidoping. Il centrocampista della Juventus e della Francia è stato fermato in via cautelare dopo essere risultato positivo al testosterone in un controllo effettuato al termine della partita d’esordio in Serie A contro l’Udinese. Si tratta di una sostanza proibita che può incrementare le prestazioni fisiche, ma comporta gravi rischi per la salute. Attualmente Pogba si trova in attesa delle controanalisi, il cui esito appare però scontato. Al termine degli ulteriori test, il francese trentenne riceverà verosimilmente una pesante squalifica di diversi anni, che rischia di pregiudicare in maniera decisiva il prosieguo della sua carriera.
I contorni della vicenda che ha portato alla sospensione di Pogba non sono ancora completamente chiari. Stando a quanto riportato da ‘Repubblica’ e altre testate sportive, il centrocampista francese avrebbe assunto un integratore contenente testosterone che gli era stato consigliato da una sua conoscenza, senza consultare lo staff medico della Juventus. L’utilizzo della sostanza proibita potrebbe quindi essere stato inconsapevole, ma questo difficilmente alleggerirà la posizione di Pogba. In base alle norme antidoping, ogni atleta è pienamente responsabile di ciò che assume e non può addurre come giustificazione la mancata conoscenza della composizione di un prodotto. Anche in caso di assunzione involontaria, le conseguenze restano molto pesanti.
Il testosterone, la sostanza riscontrata nelle analisi a cui è stato sottoposto il centrocampista francese, è un ormone steroideo dotato di proprietà anabolizzanti. Appartiene alla famiglia degli steroidi anabolizzanti, composti in grado di stimolare la sintesi proteica e la crescita muscolare. In particolare, il testosterone viene prodotto naturalmente dal corpo umano, da cui la denominazione di “steroide naturale”, per distinguerlo dalle molecole sintetiche simili. La sua assunzione esogena, non giustificata da deficit endogeni, rientra a pieno titolo nel doping, in quanto consente di aumentare artificialmente forza e resistenza. Gli effetti benefici sono però controbilanciati da rischi considerevoli per la salute, che uno sportivo professionista dovrebbe sempre evitare.
Il testosterone, la sostanza al centro del caso Pogba, è un ormone steroideo che svolge un ruolo chiave nello sviluppo dei caratteri maschili. Come tutti gli ormoni, la sua produzione è regolata da un preciso meccanismo di feedback tra vari organi. In particolare, il testosterone è sintetizzato nei testicoli su stimolo dell’ipofisi, una ghiandola situata alla base del cervello. L’ipofisi a sua volta riceve segnali dal sistema nervoso centrale che modulano la quantità di ormone da produrre. Quando i livelli ematici di testosterone salgono troppo, l’ipofisi viene inibita tramite questo meccanismo di retroazione negativa, così da diminuire la stimolazione testicolare e riportare i valori entro l’intervallo fisiologico.
Il testosterone è un ormone fondamentale nell’organismo maschile, con molteplici funzioni, soprattutto nel periodo puberale. Oltre a regolare lo sviluppo degli organi sessuali e la produzione di sperma, il testosterone promuove la crescita ossea e muscolare. Inoltre influenza l’umore, anche se i meccanismi di questa azione non sono ancora completamente chiari. In generale, come tutti gli ormoni, il testosterone agisce in concerto con altre sostanze dell’organismo per mantenere l’omeostasi, quel delicato equilibrio necessario per il corretto funzionamento di ogni sistema fisiologico.
Sebbene comunemente associato alla sfera maschile, il testosterone viene prodotto anche nel sesso femminile, svolgendo importanti funzioni. In particolare, nelle donne questo ormone è secreto dalle ovaie e dalle ghiandole surrenali. Oltre a regolare il ciclo ovarico, il testosterone interviene nel metabolismo osseo e nella libido femminile, sebbene il suo preciso ruolo in quest’ultimo ambito sia tuttora oggetto di studi e non vi sia unanimità di vedute nella comunità scientifica. Per quanto i livelli di testosterone nelle donne siano notevolmente inferiori rispetto agli uomini, la sua presenza è comunque essenziale per il mantenimento di un adeguato equilibrio ormonale e del benessere psicofisico anche nel sesso femminile. L’assunzione di testosterone da parte di atlete costituisce quindi doping tanto quanto negli uomini.
I livelli ematici di testosterone presentano una notevole variabilità interindividuale e possono fluttuare sensibilmente anche nello stesso individuo durante l’arco della giornata. Ogni organismo ha una propria fisiologia ormonale e non esiste un valore di riferimento universale. Un eccesso di testosterone può certamente comportare effetti avversi a carico di vari apparati, ma non sempre sintomi come calo degli spermatozoi, cefalea, insonnia, disturbi cardiaci, epatici o ingrossamento prostatico sono riconducibili ad un aumento di questo ormone. Spesso entrano in gioco fattori differenti o concomitanti. Per questo è importante un’attenta anamnesi ed esami mirati, piuttosto che attribuire frettolosamente ogni disturbo ad un potenziale squilibrio ormonale.
Gran parte delle informazioni sugli effetti di una produzione alterata di testosterone provengono dall’ambito sportivo, in particolare dagli studi condotti su atleti che fanno uso di steroidi anabolizzanti a scopo di doping. L’assunzione esogena e massiccia di testosterone e composti simili, nel tentativo di aumentare forza e massa muscolare, causa quasi inevitabilmente, con l’uso prolungato nel tempo, manifestazioni patologiche riconducibili al disequilibrio dell’assetto ormonale fisiologico. La sovversione dei sistemi di autoregolazione che controllano fini processi biochimici può avere esiti imprevedibili e spesso gravi sulla salute.
L’effetto più noto del testosterone è l’incremento della massa e della forza muscolare. Ciò è dovuto alla capacità di questo ormone di stimolare la sintesi proteica a livello dei tessuti scheletrici. Ne deriva un aumento del volume e del trofismo muscolare, particolarmente rapido e marcato in caso di assunzione di dosi elevate, come quelle utilizzate a fini di doping. Mentre la terapia sostitutiva in individui con deficit endogeno comporta benefici modesti, l’abuso di testosterone e steroidi anabolizzanti analoghi da parte di atleti sani può portare ad un aumento della massa magra anche 50 volte superiore al fisiologico.
L’utilizzo di steroidi anabolizzanti come il testosterone a fini di doping avviene spesso secondo schemi ciclici, con periodi di assunzione alternati a fasi “pulite” di sospensione. Questa modalità sembra, almeno parzialmente, attenuare la comparsa di effetti collaterali gravi associati all’uso prolungato di tali sostanze. Tuttavia, essendo attività illecite e bandite, mancano studi approfonditi e controllati che possano confermare scientificamente i reali vantaggi di questi regimi ciclici rispetto all’assunzione continua. È probabile che gli atleti che adottano tali pratiche si basino più su impressioni empiriche e consigli all’interno delle cerchie che fanno uso di doping, piuttosto che su solide evidenze.
Individuare l’assunzione di testosterone a fini di doping attraverso i controlli antidoping non è banale, dato che il composto esogeno è chimicamente identico a quello endogeno. I test si basano quindi sul monitoraggio del rapporto tra testosterone ed epitestosterone, suo analogo prodotto solo dall’organismo, che fisiologicamente è vicino a 1:1. Un aumento sproporzionato del testosterone, tale da alterare significativamente tale rapporto, è spia di una provenienza “artefatta” dell’ormone. Probabilmente è proprio tramite questa tipologia di esame che è stata rilevata l’assunzione di testosterone da parte del calciatore Pogba. I controlli antidoping si evolvono e affinano continuamente per contrastare i tentativi di doping, sempre più sofisticati.
I test antidoping per l’individuazione di sostanze dopanti come il testosterone sono eseguiti seguendo protocolli standardizzati e validati a livello internazionale. Ciò assicura l’affidabilità e la precisione di tali analisi. Inoltre, la possibilità di effettuare controanalisi su un secondo campione riduce ulteriormente il rischio di falsi positivi. Le procedure e le tecniche impiegate sono frutto delle più avanzate ricerche scientifiche nel campo dei controlli antidoping, coordinate a livello mondiale dalla WADA (Agenzia Mondiale Antidoping). Questo rigore metodologico rende altamente improbabile che un test positivo come quello di Pogba sia dovuto ad un errore. Purtroppo, quando un controllo dà esito positivo, la probabilità che l’atleta abbia fatto realmente uso di doping è molto alta.