La repentina ascesa saudita nel mondo del calcio, da zero a padrona del pallone in pochi anni
La notizia che scuote il mondo del calcio arriva direttamente dal numero uno della FIFA, Gianni Infantino: i Mondiali del 2034 si disputeranno in Arabia Saudita. Un annuncio che tuttavia era nell’aria da tempo.
L’ipotesi Arabia stava prendendo sempre più corpo, complice il ritiro della candidatura dell’Australia, l’altro paese che sembrava intenzionato ad ospitare la rassegna iridata. Alla scadenza del 31 ottobre, termine ultimo per presentare interesse ufficiale ad organizzare il torneo, l’Arabia Saudita è rimasta l’unica opzione sul tavolo della FIFA. Una scelta che farà senz’altro discutere, vista la situazione dei diritti umani nel paese mediorientale, ma per Infantino e la FIFA evidentemente gli interessi economici e politici hanno avuto la meglio.
I Mondiali 2034 si giocheranno tra le dune del deserto saudita
L’assegnazione dei Mondiali 2034 all’Arabia Saudita non ha colto di sorpresa, vista la presenza di altri candidati papabili che non sembravano in pole position. Su tutti l’Australia, paese che negli ultimi mesi aveva manifestato un forte interesse a ospitare la rassegna iridata, salvo poi fare improvvisamente dietrofront. Proprio nella giornata di martedì, alla vigilia della scadenza per la presentazione delle candidature ufficiali, dall’Australia è arrivata la notizia del ritiro della proposta. Una mossa che ha spianato la strada all’Arabia Saudita, rimasta di fatto l’unica opzione sul tavolo della FIFA. Delusione anche per la Cina, terzo paese che ambiva ad organizzare i Mondiali 2034 ma che non è mai riuscita a formalizzare una vera e propria candidatura, ma gli equilibri geo-politici alla fine hanno premiato l’Arabia Saudita.
La FIFA prosegue nel suo ambizioso progetto di rendere i Mondiali di calcio sempre più globali e inclusivi. Dopo aver assegnato l’edizione 2030 a un pool inedito di ben 6 nazioni distribuite su 3 continenti (Africa, Europa e Sudamerica), era chiaro che per il 2034 si sarebbe puntato su una confederazione rimasta finora esclusa. Ed ecco spiegata la scelta di attribuire i Mondiali 2034 al medioriente, con l’Arabia Saudita unico paese ad avanzare la propria candidatura. Una decisione che suona come logica conseguenza di quanto stabilito per il 2030, con le confederazioni di Asia e Oceania rimaste le uniche ancora non rappresentate nel prossimo futuro. Dopo il Nord e Centro America nel 2026, toccherà quindi all’Asia e in particolare al Golfo ospitare nuovamente la competizione dopo quella in Qatar del 2022.
L’assegnazione dei Mondiali 2034 all’Arabia Saudita è stata facilitata anche da un cambiamento nei requisiti infrastrutturali richiesti dalla FIFA per ospitare la manifestazione. Fino a poco tempo fa, le nazioni candidate dovevano garantire la presenza sul proprio territorio di almeno 7 stadi già esistenti o in costruzione, con una capienza minima di 40.000 spettatori. Per il 2034 invece il numero minimo di impianti disponibili è stato abbassato a 4. Una modifica su misura per l’Arabia Saudita, che al momento può contare su soli 4 stadi adeguati ad ospitare un Mondiale, anche se due verranno ristrutturati e un altro è attualmente in costruzione. Proprio il mancato raggiungimento del precedente requisito di 7 stadi aveva finora frenato la candidatura saudita. Con il nuovo regolamento, invece, il paese mediorientale ha potuto facilmente soddisfare i parametri, risultando di fatto l’unico in grado di garantire gli standard minimi richiesti dalla FIFA.
Mondiali 2034, l’Arabia Saudita si prende la Coppa del Mondo a suon di petrodollari
L’assegnazione dei Mondiali 2034 all’Arabia Saudita rappresenta l’apice di un ambizioso progetto di crescita calcistica portato avanti dal paese mediorientale. Una scalata repentina, resa possibile dalle enormi disponibilità economiche saudite, che in pochi anni hanno cambiato radicalmente lo scenario del pallone nazionale e non solo. Basti pensare che in un solo anno sono stati investiti circa 1 miliardo di euro per potenziare il campionato locale, la Saudi Pro League, arrivando ad attirare alcuni dei calciatori più famosi al mondo come Cristiano Ronaldo. Ma gli ingenti capitali sauditi hanno portato anche all’organizzazione sul suolo nazionale di eventi internazionali come la Supercoppa italiana e spagnola, oltre all’imminente Coppa del Mondo per Club.
Il Mondiale 2034 rappresenta insomma il coronamento di un progetto in costante crescendo, che ha visto l’Arabia Saudita imporsi nel giro di pochi anni come nuova potenza calcistica, sia economicamente che politicamente. Una scalata che non sembra destinata ad arrestarsi.