Irvine e quell’estate del ’99

Riviviamo una dopo l’altra tutte le gare del Mondiale F1 1999, uno dei più emozionanti di sempre. Sogno o son desto?

Parte 2 di 3

Silverstone, domenica 11 luglio.

Prima fila Hakkinen-Schumi, dietro Coulthard-Irvine. Il primo giro della gara cambia definitivamente le sorti del mondiale: Michael scatta male e scivola al quarto posto, forse per un problema all’elettronica, di certo la radio non funziona. Proprio nel momento in cui viene data bandiera rossa perché Zanardi e Villeneuve sono rimasti piantati sulla griglia di partenza.

E’ un attimo di troppo. Purtroppo.

Giunto alla Stowe come una furia, il tedesco cerca di sfilare il compagno di scuderia che non scende dalla sua Ferrari per farlo passare. Il resto è storia.

Dopo il secondo via, Hakkinen per osmosi incappa in tre soste ai box a causa di un problema di fissaggio alla gomma posteriore sinistra che al 29° giro parte per la tangente costringendolo al ritiro.

Per Eddie è fatta.

Quasi, anzi no: al pit stop arriva leggermente lungo consegnando la vittoria a Coulthard. Quando nel dopo gara l’Avvocato e Montezemolo si affrettano a dichiarare ‘il campionato non è finito, abbiamo anche Irvine’ appare evidente che a Maranello puntino tutto sul mondiale costruttori.

Il candidato naturale alla sostituzione temporanea di Schumi è il collaudatore Luca Badoer e invece arriva Mika Salo accompagnato dal solito coro italico di dubbi e ironie. Nonché da una moglie, Noriko Endo, di bellezza non indifferente.

In Austria, Coulthard sembra inizialmente volersi sdebitare con Irvine attaccando in modo scriteriato Hakkinen che finisce in testacoda alla seconda curva. Eddie, coadiuvato dal muretto box, corre da campione e nel finale resiste al forcing dello scozzese. Vittoria leggendaria, altrettanto lo sono gli aneddoti sui festeggiamenti.

Appena una settimana dopo Mika Salo subisce la metamorfosi da miracolato a uomo dei miracoli. Sulla pista di Hockenheim manda fuori di testa (e ai box) Coulthard e al 24° giro si ritrova al comando della gara in virtù del nuovo psicodramma di Hakkinen rallentato da un problema al rifornimento. Alla tornata successiva si decide la gara: il muretto Ferrari ordina lo scambio delle posizioni mentre il campione in carica finisce incredibilmente contro le barriere per un problema alla gomma posteriore sinistra.

Sempre quella. Irvine vince e ritorna in testa alla classifica generale: 52-44.

A ridosso della trasferta ungherese Eddie si confessa….a Famiglia Cristiana. Un’intervista disarmante per i toni usati nei confronti della Scuderia che fa in breve il giro del mondo.

Levati alcuni massi dalle scarpe, vola in qualifica sfiorando la pole. Il suo Ferragosto all’Hungaroring tuttavia si trasforma nella fiera del gambero: lotta con il differenziale e commette un leggero lungo che permette alle McLaren di fare doppietta.

Eddie, che è furbissimo, ha capito l’antifona. Per vincere il titolo dovrà combattere contro un altro avversario, forse il più temibile.
Si chiama Arthur Bloch e non è un pilota. E’ l’autore de ‘la legge di Murphy’.

Nel frattempo Schumacher, alla luce della classifica, forza i tempi del rientro clamoroso e il 20 agosto prova al Mugello. Salo, novello Penelope, inizia a fare e a disfare le valigie. Fatto sta che a Spa la Ferrari #3 è nuovamente nelle sue mani.

In qualifica Villeneuve e Zonta giocano alla roulette russa mentre le McLaren fanno il vuoto: Frentzen, terzo, rimedia oltre un secondo.

Al via Hakkinen ha un’incertezza, a Coulthard non pare vero e alla Source passa al comando. Il muretto box della scuderia di Woking assiste incredulo e impotente al materializzarsi della ‘doppietta sbagliata’. Sul podio Mika ricorda, neanche troppo vagamente, Gilles a Imola nel 1982.

Irvine chiude quarto solo perché il suo scudiero, nuovamente eroico, è riuscito a stoppare le Williams e soprattutto a non centrarlo quando se lo vede sbucare in pista dopo la seconda sosta. Fortuna che il gp di Monza è alle porte, preceduto dalla consueta sessione di test.

Come non detto.

Fin dal venerdì appare chiaro che la Rossa si affiderà al Catenaccio. Hakkinen tuttavia ‘bissa’ Imola e vola fuori pista alla prima variante per poi scoppiare a piangere una volta sceso dalla sua MP4/14.

Vince ancora Frentzen, Salo chiude terzo e Irvine è troppo indietro anche solo per pensare ad un ipotetico gioco di squadra: sesto, sufficiente per appaiare Mika a quota 60. Ma ci sono anche Heinz-Harald schizzato a 50 e David a 48.

A tre gare dalla fine!

Il Nürburgring vede i due inseguitori passare al contrattacco con il tedesco della Jordan in pole davanti allo scozzese. Pedro Paulo Diniz, nelle vesti di Gran Maestro di cerimonia, inaugura il gran premio d’Europa, compendio unico nella storia della Formula 1 di incidenti, errori, guasti….e sparizioni.

Hakkinen arpiona un quinto posto che vale quanto una vittoria, due posizioni davanti a Irvine protagonista suo malgrado di una puntata di ‘Chi l’ha visto’ ai box. In mezzo a loro la Minardi di Marc Genè, ironia della sorte, futuro ferrarista. Dalla lotta per l’iride sono usciti, sebbene non aritmeticamente, Frentzen – per problemi elettrici – e Coulthard, autoeliminatosi.

Entrambi mentre erano al comando.

La verità sul motivo del ritiro della Jordan #8 arriverà anni dopo: semplicemente il tedesco non aveva disinserito il sistema anti-stallo rientrando in pista dopo il pit stop. L’ABC di un pilota. Capita.

Il 5 ottobre Schumi si ripresenta Mugello per testare nuovamente le proprie condizioni, dopo pochi giri esce alla Scarperia ma spinge tutto il giorno. Quando scende dalla macchina si arrende.

La storia narra che a quel punto Montezemolo si faccia molto, ma molto convincente con il tedesco mentre Salo saluta Maranello con un contratto da prima guida in Sauber per la stagione 2000.

A proposito di Cristian La Rosa

Cristian La Rosa. Classe ’76, ama il calcio e lo sport in generale. Segue con passione il calcio internazionale e ha collaborato con alcuni web magazine. È il fondatore, ideatore ed editore.

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