Esclusiva | Halldorsson: “Il rigore parato a Messi mi ha cambiato la vita”

Intervista al portiere dell’Islanda, alla sua ultima apparizione: “Sarà difficile ripetere quello che abbiamo fatto. Ma è possibile”

Intervista di Emanuele Giulianelli

Il suo nome significa Terra del ghiaccio, ma l’elemento dominante nella sua natura è il fuoco dei vulcani che sprigionano lava e lapilli. I due caratteri opposti dell’Islanda sono la caratteristica di un popolo fiero delle proprie origini e di una posizione assolutamente fuori da qualsiasi rotta e distante da ogni terra emersa, nel nord dell’Atlantico.

Poco più di 300 mila abitanti e una nazionale di calcio che nell’ultimo decennio ha vissuto il periodo più incredibile, e per certi versi irripetibile, della sua storia. Quando Hannes Halldorsson fece il suo esordio con la maglia della Nazionale, il 6 settembre 2011 contro Cipro, l’Islanda era in 125ma posizione nel ranking FIFA, sotto le Faroe e San Kitts & Nevis, per dare un’idea; e lo scorso 8 settembre, incrociando i guantoni con Manuel Neuer nella sfida di qualificazioni mondiali contro la Germania, l’estremo difensore ha disputato la sua ultima partita con la maglia degli Strákarnir okkar (i nostri ragazzi, in lingua locale).

Nel mezzo, la storica  qualificazione agli Europei del 2016 e la lunga corsa fino ai quarti di finale, eliminando i favoriti inglesi negli ottavi, il 21mo posto in classifica e la partecipazione ai Mondiali del 2018, con il rigore parato a Leo Messi, contro l’Argentina.

“È stata un’avventura incredibile – mi racconta Halldorsson dopo aver deciso di chiudere la sua esperienza in Nazionale -. Ho vissuto momenti pazzeschi e sono grato per tutto!”.

Quando gli chiedo di scegliere tre momenti da ricordare, non ha dubbi:

La vittoria 1-0 in Olanda nel 2015, che ci ha quasi garantito la qualificazione agli Europei; il 2-1 contro l’Austria a tempo scaduto a Euro 2016 è stato folle! E, infine, devo menzionare il rigore di Messi: era la prima partita dell’Islanda in una Coppa del Mondo e il fatto che succedesse una cosa del genere è stata la realizzazione di un sogno”.

Già, parare il rigore a Messi l’ha proiettato di diritto nella storia del calcio islandese (e non solo), se ancora ce ne fosse bisogno; ma come ha fatto?

“Io e lo staff degli allenatori – spiega – studiavamo molto in video i calci di rigore. Prima della partita, avevo già deciso dove mi sarei buttato; quando poi accadde davvero, ho provato ad attendere il più a lungo possibile prima di tuffarmi e ho sperato per il meglio. Sono stato fortunato e lui ha tirato dove avevo immaginato. Quel momento ha cambiato la mia vita!

Ora, ad attendere Hannes Halldorsson c’è una già avviata carriera da regista cinematografico. E quale futuro c’è, invece, per l’Islanda? È davvero finito un ciclo irripetibile?

“Quello che siamo riusciti a fare in questi anni è dipeso da molti fattori. Avevamo i migliori giocatori che l’Islanda abbia  mai avuto, calciatori dotati qualitativamente e dediti al lavoro con allenatori molto bravi. Il popolo islandese ci ha supportato con un entusiasmo incredibile. Quando tutti questi elementi si sono uniti, siamo stati in grado di creare una squadra mentalmente forte contro la quale era molto difficile giocare: la nostra fiducia è cresciuta di giorno in giorno. Ora dobbiamo ricostruire una nuova squadra quasi da zero e sarà molto difficile ripetere quello che ha fatto la nostra. Ma è possibile”.

E la ricetta è chiara:

“Il futuro può essere luminoso se la nuova generazione imparerà da ciò che abbiamo fatto noi e utilizzerà gli elementi migliori, aggiungendo qualcosa di nuovo, qualcosa di loro”.

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