La Formula 1 è pronta ad affrontare la seconda tappa europea della stagione a Barcellona. Per qualcuno, qualcuno due volte campione del mondo, l’edizione del 2023 del Gran Premio di Spagna potrebbe rappresentare una romantica occasione...
Principato di Monaco, sabato 27 maggio 2023.
Dalla sala stampa esplode un boato. Il desiderio giornalistico di raccontare una storia diversa, per una pagina di storia diversa, non è stato esaudito. Verstappen strappa la partenza dal palo, di pochissimo, al favorito. Il favorito, porta il nome di Fernando Alonso.
Per la prima volta dopo anni, quella dell’asturiano sembra essere stata la scelta giusta. Accompagnarsi ad una monoposto competitiva, il prezzemolo verde sempre presente – o quasi – lì, sui podi iridati.
Non era certo una Red Bull che tutti gli appassionati si sarebbero aspettati sul podio: un po’ perché le caratteristiche di questa buona Aston Martin erano in sintonia con le caratteristiche della pista iconica, un po’ perché poter parlare – o scrivere – di una 33esima vittoria in carriera conquistata dallo spagnolo, alla sua età – solo anagrafica – voleva dire aggiungere all’album della Formula 1 un’istantanea leggendaria.
Soprattutto perché il protagonista dello scatto sarebbe stato un uomo che nel Motorsport ha fatto discutere. Si è fatto amare e, mi perdonerete il termine, odiare. Spesso è stato vittima di scelte sbagliate, vittima delle sue parole sbagliate. Lati negativi che hanno lo stesso peso del suo talento, della sua tenacia, del suo amore per la conquista. Della sua instancabile corsa verso il massimo risultato.
La tappa spagnola, quest’anno, per colui che è stato rinominato come il Principe delle Asturie, per colui che era riuscito a porre fine al regno Ferrari con Michael Schumacher, probabilmente trasmette sensazioni diverse. Almeno da quelle provate negli ultimi dieci anni.
In dieci anni Fernando è caduto, si è rialzato. Se n’è andato. Poi è riapparso, per non andarsene più. Per continuare a cercare l’occasione per tornare a lottare.
Quell’occasione, quella possibilità, è l’Aston Martin. Verde come la speranza di tornare a mettere entrambi i piedi sul gradino più alto che non calpesta da dieci anni. Proprio dalla corsa di casa sua.
Era il 2013. Era il Montmelò. Indossava una tuta rossa.
Fernando scatta dalla quinta posizione, ma grazie ad un’ottima partenza e ad una valida strategia riesce a farsi valere sugli avversari. Nulla può il poleman Nico Rosberg: con la sua Mercedes non replica la velocità mostrata nel sabato di qualifica.
Al volante della F138, Fernando taglia per primo il traguardo, precedendo uno dei papabili pretendenti al titolo, Kimi Raikkonen, e il compagno di squadra in Ferrari Felipe Massa.
Un successo costruito durante le prove e concluso dallo stesso Alonso, capace di superare Hamilton e Raikkonen con una doppia manovra emozionante quanto esaltante. Quella vittoria, avvolto dalla gioia della sua gente, e dal calore della sua terra, aveva regalato a Fernando un’illusione: poter lottare, ancora una volta, e conquistare quel terzo titolo che tanto desiderava. Con la Ferrari.
Sfortunatamente, sappiamo come andarono le cose.
Dieci anni fa, Fernando conquistava l’ultima grande gioia in un’ennesima stagione complicata. L’ultima, prima di separarsi dalla Ferrari.
L’ultima. Prima di tutto quello che è accaduto fino ad oggi. Un oggi, in cui il solo podio non basta. Nel mirino c’è la vittoria numero 33, che non vede così lontana né sfocata. È lì, è vicina. Ma per prenderla ci vuole impeccabilità, perfezione. E anche un pizzico di fortuna.