Trent’anni fa, l’11 aprile 1993, la Formula 1 assisteva ad una delle più belle gare di sempre. Assisteva alla magia di Ayrton Senna al Gran Premio d’Europa.
Donington, 11 aprile 1993. Nessuno, ricorda quella domenica come “il Gran Premio d’Europa”. È un evento che resta impresso nelle pagine dei libri di storia della Formula 1 come “Donington ‘93”, come “la magia di Ayrton”, come “Ayrton e la magia sulle acque”.
L’acqua, in qualche modo, era l’elemento di Ayrton. Un fattore che contribuiva a far emergere ancor di più il suo talento, sin da quel giorno nel Principato di Monaco, nel 1984.
Non vince, ma la sua impresa con la Toleman diventa leggenda.
Un elemento, l’acqua, che lo accompagna sul gradino più alto del podio nell’‘85, all’Estoril: il suo casco giallo, si trasforma nel raggio di sole di una giornata grigia e annebbiata dalla pioggia.
Poi, c’è Suzuka 1988. C’è quel diluvio del Sol Levante che lo conduce alla conquista del suo primo titolo mondiale.
E c’è anche quell’ indimenticabile Gran Premio d’Europa 1993.
Il circuito di Donington Park, in Inghilterra, è spettatore di quella che, forse, può essere considerata come l’ultima occasione in cui è stato il talento del pilota a prevalere sulla forza di una vettura.
Siamo alla terza gara stagionale.
Il sabato di qualifica viene dominato dalla Williams, con Alain Prost e Damon Hill pronti ad occupare la prima fila della griglia di partenza.
Ayrton scatta quarto, al fianco del futuro prodigio Benetton, Michael Schumacher.
Sin dalle prime ore del mattino domenicale, il cielo della Union Jack fa sentire il suo lamento con pesanti e alternati scrosci d’acqua, il preannuncio di una gara imprevedibile.
Si spengono i semafori, e via. I due alfieri di Sir Frank mantengono le posizioni. Dietro di loro il brasiliano tenta invano un sorpasso ai danni della Benetton, finendo sull’erba insidiosa.
Alza il piede dall’acceleratore, salvandosi dal testacoda.
Intanto, la Sauber di Wendlinger approfitta del caos, superando entrambi. Ma Senna, non ci sta.
Ed è qui che Ayrton, diventa The Magic.
Tutto in un giro.
All’uscita della prima curva, raggiunge e sorpassa Schumacher, per poi riprendersi ciò che Wendlinger gli aveva tolto.
Due curve più tardi, divora la posizione di Hill, mentre riesce a sopravanzare il francese all’interno del tornantino, prima del box.
Tutto in un giro, che gli vale la vittoria.
Senna inizia a guadagnare notevole terreno sugli inseguitori, mentre il cielo grigio sopra di lui continua a regalare acquazzoni a singhiozzo.
Una situazione, che obbliga i piloti a rientrare più volte ai box per i cambi gomme: ben 69, di cui 7 solo per Prost.
Siamo al 51esimo giro: Senna, che conduce davanti a Barrichello, doppia il Professore, che accusa un calo di pressione a uno degli pneumatici ed è costretto a rientrare per un’altra sosta.
Sei tornate più tardi, è il brasiliano ad entrare nella corsia box, ma non vedendo pronti i meccanici McLaren, accelera, sfrutta la “scorciatoia” e firma il giro più veloce.
La gara, infinita, termina a 76esimo giro concluso. Ayrton taglia per primo il traguardo, umiliando gli antagonisti inglesi: dietro di sé lascia Hill, distante un minuto e 23 secondi, e Prost, terzo e addirittura doppiato.
Per il magico brasiliano, si tratta del 32esimo successo in Formula 1.
“Ho corso come ai vecchi tempi, col cuore – dichiarerà Senna – Dio è grande, quando lui vuole, nessuno può dire niente di diverso…”.