F1, GP Arabia Saudita | Ferrari nel regno di Hamilton dopo il capolavoro

Dopo il trionfo delle Rosse nell’esordio del Mondiale, la Formula Uno sbarca per la seconda volta in Arabia Saudita. Scopriamo alcuni dati e curiosità.

È tornata dove dovrebbe sempre stare. Il trionfo della Ferrari in Bahrein con doppietta di Charles Leclerc e Carlos Sainz, nell’esordio del Mondiale in quella che si può definire a tutti gli effetti l’alba di una nuova era tecnica, ha riportato la scuderia più amata sui gradini più alti del podio dopo un assenza che durava dal 2019 a Singapore. Anche allora fu doppietta con Sebastian Vettel e Leclerc.

Il pilota monegasco, inoltre, è stato il primo Ferrari a vincere conquistando anche la pole. Un buon presagio dato che l’ultimo a riuscirci era stato Kimi Raikkonen nel 2007 in Australia, nell’ultima stagione in cui un pilota di “Maranello” ha poi vinto il Mondiale di F1.

Bene anche Sainz, secondo classificato, che si presenta dopo aver concluso più gare consecutive (30, superando le 29 di Fernando Alonso tra il 2013 e il 2014) e in Arabia Saudita potrebbe diventare il primo pilota spagnolo a raggiungere tre podi di fila proprio dopo l’asturiano.

Il progetto della F1-75 appare azzeccato, mentre Red Bull non è riuscita ad arrivare in fondo dopo i ritiri di Max Verstappen e Sergio Pérez. Mercedes, nonostante le difficoltà mostrate, è riuscita a piazzare Lewis Hamilton al terzo posto e George Russell al quarto. Il nuovo pilota delle ‘Frecce d’Argento’ potrebbe diventare in Arabia Saudita il secondo a non salire sul podio nelle prime tre gare dopo Michael Schumacher nel 2010.

Da ricordare che tra i primi dieci in classifica a Sakhir c’erano cinque motori di Maranello con cui Haas e Alfa Romeo hanno potuto lottare da protagoniste. Addirittura la Haas, grazie al quinto posto di Kevin Magnussen, ha raccolto 10 punti; sette in più rispetto alle due precedenti stagioni dove ne aveva conquistati solo 3.

Un dato che fa riflettere, dato che tre piloti che non hanno tagliato il traguardo in Bahrain avevano il motore Red Bull (Pierre Gasly addirittura a fuoco per Alpha Tauri e le due del team ufficiali).

Questo gran premio non è da considerarsi una certezza, ma è stato indicativo per capire i valori delle scuderie. Quindi, ecco cosa ci aspetta in Arabia Saudita.

La F1 sbarca in Arabia Saudita per la seconda volta

Il circuito di Jeddah è quello cittadino più veloce e con più curve di tutto il Mondiale: ben 27, 16 a sinistra e 11 a destra. Nella passata edizione, la prima in assoluto, vinse Lewis Hamilton e in caso di successo potrebbe eguagliare uno dei suoi record come l’aver vinto le prime due edizioni di un GP come a Portimao in Portogallo e a Sochi in Russia. In entrambi i casi conquistò anche la pole position.

Al sette volte iridato e alla Mercedes manca ancora un traguardo, quello di non ha mai segnato una tripletta (vittoria, pole position e giro più veloce). Sono riusciti nell’impresa “solo” due volte a Monza nel 2014 e 2015. Hamilton è il pilota con il maggior numero di successi in Medio Oriente (15), tra Bahrein, Qatar, Arabia Saudita, Abu Dhabi, Turchia e Azerbaijan.

La Ferrari si presenta dopo aver conquistato la sua 85esima doppietta di sempre che ne fanno il team con il maggior numero della storia. L’ultima volta che ne ha conquistate due di seguito è accaduto nel 2008 tra Bahrain e Spagna grazie a Kimi Raikkonen e Felipe Massa.

 

L’altra faccia del GP del Bahrein è stata la delusione Red Bull, perché i ritiri di Max Verstappen e Sergio Pérez hanno rappresentato una previsione inaspettata. A Jeddah, in caso di ritiro per entrambi i piloti, rappresenterebbe un triste primato per il team di Milton Keynes dopo i due di fila del 2006 a San Marino e nel GP d’Europa, quando David Coulthard e Christian Klie dovettero abbandonare la anzitempo gara. Anche Verstappen, in caso di ritiro, raggiungerebbe Mika Hakkinen, il primo Campione del Mondo in carica a non concludere le prime due gare (in Australia e Brasile nella stagione 2000).

Per non parlare di Sergio Pérez, che non taglia il traguardo da tre gare e potrebbe diventare il primo pilota Red Bull a conseguirne quattro di fila, dietro a Coulthard che tra il 2006 e il 2007 quando non terminò la gara in cinque occasioni.

Le speranze di Haas, Alfa e Alpine

La rivoluzione regolamentare che ha stravolto la Formula Uno, in Bahrain sembra aver prodotto una nuova generazione di outsider. I risultati hanno consegnato agli appassionati più spettacolo grazie a dei team che nelle ultime stagioni occupavano sempre le posizioni delle retrovie.

In questa situazione hanno mostrato ottimi progressi la Haas e l’Alfa Romeo motorizzate Ferrari. Infatti, dopo il quinto posto di Kevin Magnussen in Bahrein, la Haas potrebbe guadagnare punti in due gare consecutive come nel 2019 in Spagna con Romain Grosjean e Magnussen (rispettivamente al decimo e settimo posto) e Montecarlo ancora una volta decimi grazie al pilota francese.

Valtteri Bottas sesto con l’Alfa Romeo potrebbe diventare il primo pilota a non aver mai vinto un titolo di F1 a conquistare il maggior numero di punti (1746) come Rubens Barrichello. Il pilota finlandese lo ha già battuto come numero di podi, 68 in totale. Con buoni propositi si presenta il suo compagno di squadra, Zhou Guanyu, dopo aver conquistato un punto all’esordio assoluto per un pilota cinese nel “Grand Circus”.

Dopo il nono posto all’esordio, Fernando Alonso (Alpine), è a 18 punti dal traguardo dei 2000 punti. Lo spagnolo diventerebbe il terzo pilota a raggiungere questo traguardo dopo Lewis Hamilton e Sebastian Vettel. Il suo compagno, Esteban Ocon, invece, si è classificato al settimo posto e solo in due gare su 90 totali è stato al comando: 65 nel 2021 in Ungheria quando vinse la prima e unica gara della sua carriera e un giro l’anno scorso proprio in Arabia Saudita.

Infine, il Bahrein per le McLaren ha rappresentato un weekend da incubo, con Daniel Ricciardo (14°) e Lando Norris 15° come in Russia nel 2020. Si tratta delle peggiori posizioni senza ritiro per il team inglese degli ultimi anni.

A proposito di Cristian La Rosa

Cristian La Rosa. Classe ’76, ama il calcio e lo sport in generale. Segue con passione il calcio internazionale e ha collaborato con alcuni web magazine. È il fondatore, ideatore ed editore.

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