Domenica al buio per la Ferrari in Bahrain e non per via della gara in notturna: la Red Bull sembra già disporre di un vantaggio imbarazzante in termini di affidabilità e prestazioni e a Maranello non è suonato un campanello d’allarme ma direttamente la sirena antiaerea.
Non solo inquietano il ritiro di Charles Leclerc e il distacco finale rimediato da Carlos Sainz (oltre 48 secondi), fanno riflettere anche alcuni dettagli come il cambio di batteria e centralina sulla Rossa del monegasco prima del via e l’alettone posteriore ballerino dello spagnolo al venerdì, sottosterzo incluso.
Frenesia, confusione, sfortuna?
A voler essere pignoli non convince troppo nemmeno la strategia di escludere Leclerc dalla lotta per la pole al fine di poter disporre di un treno di soft poi non sfruttato a dovere in corsa.
A proposito di gomme, salta all’occhio la notevole differenza di rendimento tra le soft e le hard montate sulle Rosse (circa 8 decimi) mentre Red Bull non aveva alcuna difficoltà a mantenere lo stesso passo.
Frederic Vasseur ora ha la situazione chiara, difficile però capire il margine di miglioramento della SF23.
In casa Ferrari occorrerà appellarsi perfino alla statistica che vede perdente a fine campionato il vincitore della prima tappa iridata ma Verstappen appare al momento realisticamente imbattibile e la RB19 va già forte in mano anche a Perez.
L’Aston Martin è la vera rivelazione del primo week end stagionale, Alonso no, è una certezza incrollabile.
Che piaccia o meno Fernando è sempre andato forte anche quando guidava vetture con motore da GP2 (cit.), c’aveva visto benissimo Giancarlo Minardi più di venti anni fa.
Da rilevare anche il sesto posto finale di Lance Stroll, resta solo il dubbio se sia stato più stoico o più incosciente (e se così fosse lo sarebbe anche la commissione medica che lo ha fatto correre).
Mercedes sembra tornata indietro di dieci anni, quando al volante c’erano Michael Schumacher e Nico Rosberg, da non crederci.
Neppure in McLaren pensano che sia davvero questa la prospettiva del 2023, troppo brutta per essere vera la MCL60.
Il contraltare di Alonso domenica sera è certamente stato il suo ex compagno di scuderia, Esteban Ocon, perfetta rilettura moderna di Fantozzi con tre penalità rimediate prima del ritiro. Va detto, con la collaborazione perfetta del team Alpine Renault.
Si parla sempre troppo poco di Valtteri Bottas e di Alexander Albon, ma entrambi stanno silenziosamente dimostrando una consistenza notevole al volante rispettivamente dell’Alfa Romeo e della Williams.
Una provocazione seria agli attuali legislatori della Formula 1: perché non assegnare un punto all’autore della pole position piuttosto che al furbo di turno (del tutto in regola, sia chiaro) che segna il giro più veloce?
Ultima annotazione. Troppo show nel Circus, meno spettacolo e meno sorpassi in pista: è già finita la rivoluzione o a Gedda torneremo a divertirci?