Il 28 settembre del 2008 la Formula 1 fa il suo debutto a Singapore e, per la prima volta nella storia, il fine settimana di un Gran Premio viene avvolto dai magici colori di un cielo che da azzurro diventa blu. Blu come la notte, blu come il buio. Il buio che cala sulle speranze mondiali di Felipe Massa e della Ferrari…
Dall’azzurro, al blu notte. Dalla speranza di realizzare un sogno, alla speranza svanita. È con questa metafora che si potrebbe descrivere quello che è stato il Gran Premio di Singapore per Felipe Massa, nel 2008.
Felipe, paladino di una Ferrari reduce dal titolo mondiale con Kimi Raikkonen nel 2007, è in lotta per diventare Campione del Mondo. Il suo rivale è un giovanissimo Lewis Hamilton: al secondo anno in McLaren è già considerato una “minaccia” tra i grandi del Circus. In effetti, col senno del poi e sette sigilli in saccoccia…
Ma restiamo al weekend di Marina Bay. Restiamo a questa domenica caratterizzata da colpi di scena, imprevisti (cercati?) e pit stop disastrosi.
Restiamo sull’ottimismo di Felipe Massa alla vigilia del Gran Premio: il brasiliano arriva nella città-Stato con un solo punto di svantaggio nei confronti di Lewis. Mancano quattro gare alla fine della stagione, quattro gare in cui Singapore presenta un crocevia fondamentale per il ferrarista, che conquista la pole position al sabato e allo spegnimento dei semafori della domenica mantiene la testa della corsa obbligando Hamilton a proteggersi dal Campione del Mondo in carica. Tutto sembra andare a favore di Felipe. Fino a 15esimo giro.
La Renault di Nelson Piquet Jr. Finisce in testacoda, sbatte contro il muretto del tracciato cittadino ed è Safety Car. Una discutibilissima Safety Car.
Tutte le monoposto ne approfittano per effettuare il proprio rifornimento. Per Massa, è il momento decisivo, il momento che mette uno stop definitivo alla sua corsa verso il titolo.
Sollecitato dai meccanici, il brasiliano riparte trascinando con sé la pompa di benzina, rimasta attaccata al bocchettone della sua F2008. Il suo rientro in pista è lento, non riesce a far meglio di un 13esimo piazzamento.
Un bottino di zero punti pesantissimi contro i sei di Hamilton, decisivi nell’epilogo di Interlagos, in quella piovosa domenica in cui Massa sfiora la gloria eterna per soli 38 secondi. A Singapore, sulle sorti ferrariste del mondiale, cala il buio. Il buio di una domenica macchiata da uno scandalo, quello del crashgate, che non porterà alla cancellazione di un risultato ottenuto con l’imbroglio.
Oggi, senza quell’incidente, racconteremmo una storia diversa. E quei famosi 38 secondi brasiliani, non ci sarebbero mai stati.