Ph: Sutton Motorsport Images

F1: Suzuka ‘98, a un passo dal sogno

Il 1° novembre del 1998, a Suzuka, va in scena la prima resa dei conti della rivalità Hakkinen – Schumacher. Un esito mondiale che segna l’avvio di un finlandese vincente e l’estenuante attesa di chi, per festeggiare, dovrà attendere ancora un po’…

Giappone, 16esima e ultima tappa di una stagione 1998 combattutissima. L’antesignano di una delle più belle rivalità che hanno scritto la storia della Formula 1. 

Quel primo giorno di novembre, nella terra del Sol Levante, ci sono due uomini, due su tutti, due corridori verso il raggiungimento di un sogno. Il loro più importante sogno: diventare campioni del mondo. 

“Diventare campioni del mondo”. Già. Sembra un obiettivo così semplice o uguale per tutti. Invece, per quei due uomini, il significato dietro alle parole di quel sogno da realizzare era diverso.  

Mika Hakkinen, finlandese dalla seconda vita che vuole rendere unica. Michael Schumacher, il tedesco bicampione arrivato a Maranello per riportare un titolo che, alla Ferrari, manca da 19 anni. 

Schumacher arriva dal ‘96 di Damon Hill, dal ‘97 di Jacques Villeneuve. Arriva dalla consapevolezza di aver sposato un progetto che, per crescere, ha bisogno di cure e pazienza. 

E in Giappone, la speranza di assaporare la gioia e la soddisfazione di un’impresa riuscita è lì, a un passo.  

A quattro punti. Quattro punti separano Schumacher dal pilota McLaren, leader della classifica piloti. Per laurearsi campione del mondo, il tedesco deve vincere, con il rivale bloccato al gradino più basso del podio.  

Difficile ma non impossibile.  

Il risultato delle qualifiche lascia intendere che la gara potrebbe essere molto combattuta. La pole è del ferrarista, per poco più di un decimo e mezzo Schumacher si lascia alle spalle l’antagonista del team di Woking e la seconda McLaren di Coulthard.  

Arriva domenica. Sulla griglia di partenza la tensione è alle stelle, il mondo intero è impaziente di conoscere il finale del film. Allo scattare del semaforo verde, Michael spegne il motore della sua monoposto ed è costretto a ripartire in ultima posizione, mentre Hakkinen è primo, seguito da Irvine, secondo pilota del Cavallino.

Ph: Sutton Motorsport Images

Lo sforzo di Schumacher per risalire la china è quasi commovente: grazie anche alle soste di Coulthard e Frentzen, al 21esimo giro è terzo, mentre davanti si continua la lotta per la testa del Gran Premio. Per la Ferrari e i suoi seguaci si accende la speranza che qualcosa di bello si possa realizzare.

Sfortunatamente, un barlume che si spegnerà presto. Al 31esimo giro la gomma posteriore della monoposto di Michael esplode, proclamando ufficialmente Hakkinen campione del mondo e aggiudicando matematicamente al team di Ron Dennis anche il titolo costruttori. 

Mika taglia per primo il traguardo, e la McLaren festeggia sotto gli occhi amareggiati della Rossa e del suo pilota. Occhi che, per brillare di gioia, dovranno aspettare ancora un po’. Ancora due anni. Sempre a Suzuka. Quando l’8 ottobre, per tutti i suoi tifosi, assumerà un valore diverso dal solito. Per sempre.

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