Il GP del Bahrein è ormai un classico della Formula 1 nonché il primo in assoluto disputato nel Medio Oriente. Il debutto del piccolo regno del Golfo Persico nel calendario del Circus risale al 2004, manca all’appello unicamente l’edizione 2011, annullata per via della difficile situazione politica interna.
Come voleva la prassi (cit.), il progetto del Bahrain International Circuit è da attribuire all’ineffabile architetto tedesco Hermann Tilke e tra le ‘peculiarità’ del tracciato deve essere annoverata la sabbia soffiata in quantità industriale dal vento. Problema peraltro brillantemente risolto dagli organizzatori mediante utilizzo di un apposito spray adesivo.
Delle 15 passate, senza dubbio quella del 2010 è un compendio di incroci storici. Inserita come gara inaugurale, essendo in ballo le celebrazioni per i 60 anni della F1, viene utilizzato il layout ‘Endurance Circuit’, che porta la lunghezza a 6,299 km.
Nella tradizionale foto di gruppo pre-season non c’è Kimi Raikkonen, passato ai rally, in compenso c’è Michael Schumacher al clamoroso rientro insieme al team Mercedes. E c’è un debuttante che di cognome fa Senna (in realtà sarebbe una storia leggermente diversa), si chiama Bruno ed è il nipote di Ayrton.
Le qualifiche vedono Vettel su Red Bull prevalere sulla Ferrari di Massa – anch’egli al rientro dopo l’episodio della molla in Ungheria -, poi Alonso di rosso vestito e Lewis Hamilton su McLaren. Ironia della sorte, Schumi al secondo debutto replica lo stesso risultato di 19 anni prima a Spa: settimo, due posizioni dietro al compagno Rosberg.
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Domenica 14 marzo si fa sul serio.
La RB6, nuovo parto di Adrian Newey, vola nelle mani del giovane fenomeno tedesco. Dietro c’è Fernando che si è sbarazzato subito del compagno di squadra. La fuga dura 34 giri, quando sulla Red Bull di Seb si rompe uno scarico che lo costringe a rallentare.
Arriva Alonso e passa, lo imita Massa e pure Hamilton.
Un disastro, il futuro 4 volte campione del mondo riesce a malapena a contenere gli attacchi della non certo irresistibile W01 di Rosberg e chiude quarto. Michael Schumacher giunge sesto al traguardo.
Doppietta Ferrari da favola, sul podio sale anche il futuro CEO della Formula 1, Stefano Domenicali: festeggiano con il Waard, un tipo di acqua di rose che sostituisce il tradizionale champagne, sebbene il consumo di alcolici sia legale da quelle parti.
Un brindisi che sembra essere il preludio ad una stagione trionfale finita invece con un amaro calice ad Abu Dhabi.