Formula 1, istruzioni per l’uso

I motori sono già accesi da qualche settimana. Hanno preso il via i campionati Rally, Formula Indy, Formula E, Motocross e Motomondiale, per la Superbike manca poco meno di un mese.

Eppure la data che simbolicamente inaugura la stagione del Motorsport è quella di domenica 20 marzo, con la Formula 1 che scende in pista nel Bahrein. Si riparte dal penultimo giro di Abu Dhabi, l’ultimo è meglio rimuoverlo. Come Michael Masi che, guarda caso, è stato demansionato.

La massima espressione dello sport su quattro ruote è all’alba di un cambio regolamentare epocale, slittato di un anno causa pandemia, mirato a livellare le prestazioni, ridurre i costi e aumentare esponenzialmente lo spettacolo in pista.

COSA CAMBIA NEL 2022

Le monoposto avranno innanzitutto minor disturbo aerodinamico, saranno più pesanti obbligando i piloti ad anticipare le frenate e monteranno gomme Pirelli da 18 pollici meno sensibili alle temperature. Lo sviluppo sarà fondamentale nel 2022 considerando che negli anni a venire le scuderie avranno minori possibilità

Rivoluzione tecnica ma non solo.

Il format delle 3 sprint race – in programma a Imola, al Red Bull Ring e a Interlagos – viene ragionevolmente stravolto: la gara breve del sabato assegnerà punti ai primi otto classificati e saranno le qualifiche del venerdì a determinare la pole position del gran premio.

Last but not least, per assegnare punti validi in gara occorre aver completato almeno due giri ‘puliti’, non in regime di safety car o di VSC.
Spa docet.

3-4-3

Non è uno schema calcistico ma l’istantanea dei valori in pista emersi dopo i test. Il duello Red Bull – Mercedes potrebbe diventare fin da subito un triello grazie alla Ferrari.

Verstappen, che impreziosirà con il numero 1 la sua RB 18, ha una sola missione: vincere ancora. La stessa di Hamilton-Larbalestier (a proposito, c’era un altro grande che correva con il cognome della madre) ancora furibondo per l’epilogo del 2021.

 

Fin qui tutto invariato.

Cambierà, e non poco, l’attenzione nei confronti delle rispettive seconde guide.

Perez ha avuto una stagione per ambientarsi, condita da qualche errore di troppo. A 32 anni Checo deve dimostrare una volta per tutte di essere un top driver.

Russell, neopromosso a Brackley, scalpita: difficile dargli torto, altrettanto difficile sarà vedere il muso della sua Mercedes davanti a quello della numero 44.

E poi la Ferrari che affida la riscossa alla neonata F1-75. E’ ancora vivo il ricordo di quegli inverni freddi negli anni ottanta e novanta con la Rossa velocissima nei test, poi puntualmente deludente in gara, ma sentire Mattia Binotto parlare di ‘tanta roba’ o è mera incoscienza o è un segnale incoraggiante. Leclerc e Sainz meritano la massima fiducia a patto che non deragli in pressione.

La cosiddetta fascia centrale composta da McLaren – Alfa Tauri – Renault e Aston Martin è quella che presenta le maggiori incognite.
Vettel (sostituito da Hulkenberg in questo week end causa covid) e Alonso, sei mondiali e classe infinita, potrebbero adattarsi meglio e più velocemente alle nuove monoposto che il tedesco ha già definito ‘pigre’ in quanto nettamente più lente in curva.

Gasly è a caccia del definitivo salto di qualità, Norris e a Ricciardo puntano ad essere le schegge impazzite del campionato con la MCL36.

Williams – Alfa Romeo e Haas sembrano aver ridotto sensibilmente il divario rispetto alla concorrenza, perlomeno rispetto alla ‘fascia centrale’. Albon, al suo rientro, non ha mai pienamente convinto se si esclude l’exploit sfortunato nel gp del Brasile 2019.

Bottas ripone nella C42 la voglia di riscattarsi dall’immagine di pilota tanto veloce quanto soggiogato. Sarebbe suggestivo e non solo ritrovare il cognome Schumacher a punti dopo dieci anni esatti ma non abbaglino i temponi fatti segnare nell’extra time dei test in Bahrein che fanno tanto acchiappa sponsor.

Rimane semmai un’incognita la solidità economica del team americano in assenza dei rubli di Mazepin e del main sponsor Uralkali.

#PORPOISING

L’hastag della stagione è porpoising, il rovescio della medaglia delle vetture ad effetto suolo, problema sfuggito anche al simulatore. All’aumentare della velocità aumenta anche il carico, la vettura si schiaccia al suolo fino ad impedire il passaggio dell’aria: la conseguente perdita improvvisa di carico causa un rimbalzo.

Il termine non è sconosciuto alla Formula 1, nel tempo sono state introdotte sospensioni irrigidite, mass dumper, sospensioni attive, inerter, soluzioni attualmente bandite dalla Federazione.

Nel frattempo si litiga sugli specchietti.

Buon campionato a tutti.

Con l’augurio che Niels Wittich ed Eduardo Freitas, neo direttori di corsa, facciano buon uso delle regole in nome dello Sport e non dello show.

A proposito di Francesco Tassi

'Uno che nasce in Emilia Romagna e impara a leggere su Autosprint ha il destino segnato. Giornalista de mutòr e ufficio stampa.'

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