2 maggio 2007: la notte perfetta del Milan europeo

Semifinale di ritorno di Champions League: dopo il 2-3 dell’andata, il Milan di Ancelotti ribalta il Manchester United di Cristiano Ronaldo e va in finale ad Atene

di Stefano Ravaglia

Il 2 maggio del 2007 è un mercoledì e sono due le partite in programma. Una a Frosinone, dove la Juventus, in B, deve giocare contro i ciociari. Vincerà 2-0 e il ritorno in A, già annunciato alla vigilia della stagione, sarà una formalità.

Alle 20.45 invece a San Siro, tutt’altro palcoscenico. Il Milan, campione d’Europa nel 2003, sta cercando di esorcizzare quanto accaduto due anni prima a Istanbul quando il Liverpool gli soffiò il bis europeo in Champions League. Superati Celtic e Bayern, in semifinale arriva il Manchester United di Ferguson e soprattutto di Cristiano Ronaldo in campo. Ventidue anni e già la cresta alzata, sicuro del suo valore. All’Old Trafford, all’andata, è finita 3-2 per gli inglesi. Kakà però ha strabiliato la folla segnando un gol da antologia per il provvisorio 2-1, ma poi i Red Devils hanno ribaltato tutto con il gol decisivo di Rooney.

Piove a Milano, un autentico acquazzone, così come un altro 2 maggio, quello di tre anni prima, quando il Milan festeggiò sotto l’acqua il diciassettesimo scudetto.

Ci vuole una serata da Milan. Kakà e Seedorf sono stati gli autentici trascinatori di una squadra che pare alla fine di un ciclo florido di successi. Il post calciopoli ha salvato i rossoneri: in quella stagione 8 punti di penalizzazione, fatto salva la qualificazione a quella Champions League in virtù del terzo posto dell’anno prima. È stata una stagione lunga: in Europa il cammino era iniziato in agosto con il turno preliminare (1-0 e 2-1 alla Stella Rossa) mentre molti giocatori erano in vacanza, in seguito alle sentenze del più grande scandalo del calcio italiano. La riabilitazione in secondo grado consentì al Milan di iniziare la cavalcata europea che lo avrebbe portato sino a quella notte. Si capisce sin da subito che la contesa avrà un solo padrone.

Senza Maldini, ma con l’asse portante frutto di tanti successi, Gattuso-Pirlo-Seedorf e un Kakà ancora ispiratissimo. dopo undici minuti è già 1-0: il brasiliano buca Van der Sar con un sinistro chirurgico. Alla mezz’ora, il 2-0: Seedorf controlla, vince un rimpallo, e ha la capacità di coordinarsi in poco tempo e calciare nello stesso angolo. San Siro viene giù, qualcuno scomoda già il 5-0 al Real del 1989.

Gattuso francobolla Ronaldo e lo annulla, Inzaghi lascia il posto a Gilardino e sul finire del match Ambrosini gli spedisce palla in campo aperto. L’ex parmense si avvia verso il portiere olandese e lo spiazza per il 3-0 finale. La rimonta è completata. Carlo Ancelotti, nella sua autobiografia, dirà: “Quell’anno tifavo per due squadre: noi e il Liverpool”.

Il motivo? Facile: lo smisurato bisogno di rivincita. E il Liverpool in finale ci arriva, eliminando l’altra inglese, il Chelsea, ai rigori. Il 23 maggio del 2007 ad Atene, dove il Milan aveva già giocato contro l’AEK nel girone, perdendo 1-0, non può finire come in Turchia. E infatti non sarà così: se si ricorda in eterno Milan-Steaua 4-0, lo si deve anche a Milan-Real 5-0.

Allo stesso modo, il 2-1 sul Livepool dove il Milan gioca assai meno bene che due anni prima, è figlio di una grande serata vissuta sotto la pioggia nel segno di un brasiliano che a fine anno vincerà l’ultimo pallone d’oro di un giocatore rossonero. Si legge tutto d’un fiato: Milan-Manchester United 3-0.

A proposito di Stefano Ravaglia

Controlla anche

Quando il cielo parlò al calcio: l’avvistamento degli UFO sullo stadio di Firenze

Il giorno in cui una partita tra Fiorentina e Pistoiese si fermò per un mistero …

Il rimpianto di Moratti: quando il sogno di portare Eric Cantona all’Inter svanì nel giorno del ‘Kung Fu’ kick

Massimo Moratti sognava di riportare l’Inter in alto con un colpo leggendario: Eric Cantona. Ma …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *