5 aprile 1995: Boban abbatte il Psg all’ultimo minuto

Semifinale di Champions League: a Parigi il Milan passa allo scadere, replicando poi la vittoria a San Siro. Si apriranno così le porte della terza finale consecutiva

Aveva un po’ il fiatone quell’anno, il Milan stratosferico che stava segnando un’epoca. Dopo gli anni di Sacchi, arriva Capello che concede libertà all’inventiva e piazza Desailly in mezzo al campo come frangiflutti. Tre scudetti di fila, record di imbattibilità di Rossi in porta, 58 partite senza perdere la Coppa dei Campioni vinta ad Atene contro Crujiff lo sbruffone e il suo Barcellona.

In quella stagione 1994-95 il Milan ha ancora diverse frecce al suo arco seppur sia una stagione colma di tormenti. Van Basten non tornerà più a giocare, Gullit tornerà per una breve apparizione a settembre e poi se ne andrà di nuovo. Rijkaard è altrove già dal ’93. Il Milan degli olandesi si è dissolto e ora sono gli italiani a trainare la carrozza: Massaro, all’ultimo anno nel club, Marco Simone goleador quell’anno, la solita vecchia guardia ma anche l’estro di Savicevic e di Boban.

 

Con tre sconfitte nelle prime cinque partite, però, il Milan abbandona già le velleità di un quarto scudetto di fila. Abdicherà in favore della Juventus di Lippi che torna al successo dopo nove anni di sottomissione al dominio rossonero, e in Coppa Italia verrà eliminato dall’Inter che quell’anno non concederà nessun derby ai rossoneri sui quattro disputati.

In più, anche fuori dal campo le cose vanno di male in peggio: a settembre una bottiglietta piovuta su Konrad, portiere del Salisburgo, toglie i punti della vittoria nel girone di Champions League. E in gennaio, a Genova, muore Vincenzo Spagnolo, tifoso genoano, accoltellato da Simone Barbaglia, milanista. La curva sud del Milan diserterà tutte le trasferte per il resto del campionato.

Uniti per la maglia: Milan e giallo un binomio vincente dal 1994

Non resta dunque che l’Europa, la vocazione del Milan di quegli anni d’oro. Conquistata la Supercoppa con l’Arsenal, in quella Champions League, dopo il 3-0 fittizio al Salisburgo, arrivano una vittoria e un pareggio contro l’Aek Atene. Ma nel girone D c’è fare i conti con un grande Ajax, che sta tornando ai fasti di un tempo: 2-0 sia a Trieste (San Siro squalificato per quella bottiglietta malandrina) che ad Amsterdam.

Page 5 - Ajax's 1994/95 Champions League winners: Where are they now?

Il Milan passa all’ultima giornata, vincendo a Vienna contro il Salisburgo con “provvidenza” Massaro. Nei quarti butta fuori il Benfica (2-0 a Milano e 0-0 a Lisbona con quattro pali colpiti in totale dalle due squadre) e in semifinale ecco il Paris Saint-Germain di Fernandez in panchina e di Ginola il bello in campo. Davanti, tra i francesi, c’è un certo George Weah: liberiano, è un centravanti che il Milan si è già assicurato per la stagione 1995-96. E quell’anno sarà anche il primo pallone d’oro non europeo.

 

La partita di Parigi è sofferta. I francesi attaccano, Rossi deve parare, il Milan si difende e cerca di sfruttare le occasioni che ha tra le mani. Fin quando si arriva al minuto numero novantuno. Da un calcio piazzato dei padroni di casa parte un contropiede magistrale orchestrato da Massaro, Eranio, Savicevic e Boban. Proprio i due dei Balcani terminano l’azione: il montenegrino opera un fendente per il croato che controlla e di sinistro buca Lama a mezz’altezza per il delirio dei mille venuti da Milano. Due settimane dopo, a San Siro, sarà ancora Savicevic, che non sempre concedeva lustrini e paillettes ma quando accendeva la luce era inarrestabile, a piegare il PSG con una doppietta che manda il Milan a Vienna. Di fronte, in finale, ancora l’Ajax. Ma questa è un’altra storia…

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