Monaco 1982 – Riccardo Patrese vince una gara pazzesca

L’edizione del Gran Premio di Monaco del 1982 rappresenta una delle vittorie più incredibili della storia della F1. Elementi atmosferici e ripetuti colpi di scena cospirarono a favore del pilota italiano della Brabham.

Il 1982 è un anno tragico per la Formula Uno. Il mondo dello sport è in lutto per la scomparsa di Gilles Villeneuve. Il pilota canadese della Ferrari, a pochi minuti dal termine delle prove in programma sabato 8 maggio a Zolder, soccombe urtando una gomma posteriore della March di Jochen Mass all’altezza della curva Terlamenbocht e dopo un pauroso volo sbalza fuori dall’abitacolo finendo contro una recinzione ai margini della pista.

Anche il Gran Premio del Canada è funestato da un secondo incidente mortale. Un altro tamponamento è questa volta fatale al giovane pilota milanese Riccardo Paletti alla guida di una Osella. È sempre una Ferrari a rimanere coinvolta nel tragico incidente. La vettura di Pironi restò ferma sulla griglia di partenza; il pilota francese alzò il braccio per segnalare il problema agli altri conduttori: quasi tutti i piloti riuscirono a evitare la vettura, che però venne leggermente urtata da Roberto Guerrero, poi da Raul Boesel che si girò: Eliseo Salazar urtò Geoff Lees, mentre dietro Paletti la tamponò in pieno.

Perse subito conoscenza rimanendo intrappolato nell’auto; Pironi uscì immediatamente dalla propria vettura per aiutare il collega, insieme ai commissari di gara ma, pochi secondi dopo, la benzina che era fuoriuscita dal serbatoio dell’Osella, prese fuoco e la monoposto fu completamente avvolta dalle fiamme. L’incendio fu immediatamente domato ma il pilota, pur senza presentare ustioni, non dava segni di vita. Estratto dalla sua vettura dopo oltre venti minuti, venne portato al Royal Victoria Hospital, dove morì poco dopo il ricovero.

Dopo qualche mese, a Hockenheim, è la volta di Didier Pironi, in testa al mondiale e con il titolo quasi in tasca. Anche lui vittima di un grave incidente dopo aver urtato la Renault di Alain Prost in prova. Venne salvato, riuscì ad evitare l’amputazione degli arti, ma le sue gravissime condizioni non gli permetteranno più di tornare alla guida di una F1 restando bloccato a quota 39, punti che non saranno sufficienti a contrastare il nuovo iridato Keke Rosberg. Nonostante tutte le tragedie vissute in quel “maledetto 1982”, la Scuderia Ferrari riuscirà a conquistare il titolo costruttori.

Si arriva così a Monaco, sesta prova del mondiale, in un clima cupo dopo la tragedia di Zolder. Una prova in cui Alain Prost alla guida della Renault si presentava in testa al mondiale tallonato a un punto da John Watson su McLaren e a tre da Keke Rosberg su Williams. Alla vigilia nessuno si aspettava di vivere una gara così entusiasmante, in un tracciato ostico per le vetture e i sorpassi a causa della pista stretta e tortuosa.

Arnoux è il più veloce

A dominare le prove ci pensò René Arnoux alla guida della Reanult, che riuscì in extremis nella giornata di sabato a strappare la pole a Riccardo Patrese su Brabham-Cosworth e a Bruno Giacomelli su Alfa Romeo. Il team Brabham decise di affidare ai propri piloti due differenti propulsori: dopo aver adottato a Zolder il nuovo motore BMW con entrambe le vetture, il team decise di affidarlo a Nelson Piquet. Una scelta infelice, perché il brasiliano non riuscì a brillare in prova e dovette accontentarsi di partire dalla settima fila. L’unica Ferrari in corsa, invece, partì dalla quinta posizione con Pironi.

23 maggio 1982: va in scena “la corsa più pazza di sempre”

Il giorno della corsa la pista si presenta asciutta e con un caldo primaverile. Le vetture, dopo il consueto giro di ricognizione, scattano al semaforo verde e alla St. Devote è subito Arnoux a prendere il comando bruciando in partenza Patrese, superato nel frattempo anche da Giacomelli. Al secondo giro, Prost, nella foga di riprendere il compagno supera i due italiani piazzandosi alle sue spalle; qualche giro dopo Giacomelli si ritira a causa della rottura di un semiasse. Al quindicesimo passaggio Arnoux, il leader della corsa, va in testacoda alle esse della piscina; riuscì a controllare la vettura, ma il motore si spense e non ci fù più modo di poterlo riavviare costringendolo al ritiro.

Prost si ritrovò così al comando con 5 secondi di vantaggio su Patrese, quando improvvisamente si trovò davanti a sé le vetture di Salazar (ATS) ed Henton (Tyrrell) da doppiare. Entrambe erano molto lente, consentendo al pilota italiano di rifarsi sotto. Nel frattempo si era riavvicinato Pironi con De Cesaris saldamente al quarto posto.

Dopo essersi sbarazzato dei due, Prost si ritrovò Elio De Angelis come doppiato ed anche con lui ebbe difficoltà nel superarlo ricompattando il gruppo alle sue spalle. Il francese, dopo troppe titubaneze, insieme a Patrese riuscirono a sorpassarlo alla Rascasse, mentre Pironi lo tamponò danneggiando il musetto della sua Ferrari. Anche con il doppiato Piquet per il duo di testa non fù semplice il sorpasso perdendo altro vantaggio prezioso.

Iniziano i colpi di scena

Prost cercò invano di distanziare Patrese seguito dalla menomata Ferrari di Pironi. Nel frattempo Rosberg agguantava a De Cesaris al quarto posto. Al sessantacinquesimo giro lo svedese affianca l’italiano alla guida dell’Alfa e al Tabaccaio tentò di sferrargli l’attacco, De Cesaris ebbe una leggera esitazione all’imbocco della chicane costringendo Rosberg ad urtare un cordolo che gli danneggiò la sospensione anteriore costringendolo al ritiro. La Tyrrell di Alboreto approfittando del ritiro della Willams si portò al quinto posto, ma anche lui danneggiò una sospensione nello stesso identico modo di Rosberg a diciotto giri dal termine.

A dieci giri dal termine si misero anche le condizioni atmosferiche a giocare brutti scherzi: a due terzi di gara, valida in caso di annullamento, iniziò a piovere, ma non in modo continuativo, ma sottile creando più insidie ai piloti creando un asfalto umido, tra olio e detriti di gomma sopratutto nella curva della Vecchia Stazione.

Prost sembra avere la vittoria in pugno ma ancora una volta si ritrovò De Angelis da doppiare. Tra i due c’era la seconda guida della Williams FW-08, Derek Daly, momentaneamente al quinto posto. Al 74esimo giro l’irlandese supera De Angelis; Prost cerca di approfittarne, ma tampona la Lotus del pilota italiano. Una manovra che costò cara alla Renault del francese che andò poi a impattare contro il guard-rail della St. Devote nell’ennesima manovra troppo irruenta nei confronti di Daly. Dopo qualche giro la vettura rimasta miracolosamente ancora in grado di proseguire la gara questa volta dovette arrendersi definitivamente. In una pista resa scivolosa dalla leggera pioggia Prost perse il controllo e andò a sbattere nella zona del porto distruggendo la vettura.

Patrese si ritrovò in testa, ma commise un errore: al giro successivo si mise di traverso alla porta del tornante della Vecchia Stazione. Il pilota non riuscì ad evitare lo spegnimento del motore rimanendo fermo di fronte all’hotel. Manca un giro e mezzo alla conclusione ed è Pironi a passare in testa; il pilota passa di fronte ai box e gesticola di fermare la corsa, ma alla vecchia stazione si ferma incredibilmente sotto il tunnel a causa di un danno all’impianto elettrico tra la rabbia e le lacrime del pilota ferrarista.

A questo punto chi era in testa?

De Cesaris è ad un passo dal regalare la prima vittoria all’Alfa Romeo, dopo l’ultimo successo del 1951, quando rimase con i serbatoi a secco mentre si apprestava ad affrontare il tunnel. A questo punto è Daly a prendere il comando, ma la sua Williams era troppo danneggiata per concludere la gara: dopo aver sbandato alla curva del Tabaccaio aveva perso l’alettone posteriore e danneggiato il cambio. La pompa dell’olio spargeva il lubrificante lungo l’asfalto finché questo non si esaurì a poche curve dalla vittoria a causa del grippaggio.

A questo punto ne rimaneva soltanto uno, ma chi?

È Riccardo Patrese. Il pilota padovano riuscì a ripartire dopo che la vettura venne tolta dai commissari in una zona pericolosa. La sua Brabham si ritrovò per puro caso in discesa e una volta inserita la marcia e staccata la frizione riuscì a far riavviare il Cosworth. L’italiano affrontò l’ultimo giro quasi in solitaria, affrontando la curva della Rascasse tra i commissari di corsa ancora confusi per l’esito della corsa.

Alla fine Patrese comprese di aver vinto il suo primo gran premio della carriera solo durante il giro d’onore, quando vide l’Alfa di De Cesaris, la Ferrari di Pironi e la Williams di Daly a bordo pista. Pironi e De Cesaris vennero classificati al secondo e terzo posto, mentre alle loro spalle Nigel Mansel e De Angelis terminarono al quarto e quinto posto davanti a Daly sesto.

Il giudizio di molti esperti è unanime: una gara incredibile e senza precedenti, passata negli annali della Formula Uno.

A proposito di Cristian La Rosa

Cristian La Rosa. Classe ’76, ama il calcio e lo sport in generale. Segue con passione il calcio internazionale e ha collaborato con alcuni web magazine. È il fondatore, ideatore ed editore.

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