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Infortunio Salah, il caso che scuote l’Egitto: rientro lampo a Liverpool

L’Egitto si spacca sul caso Salah: il fuoriclasse in fuga dalla Coppa d’Africa tra infortuni, polemiche e interessi della politica che mettono a rischio il sogno dei Faraoni

La notizia dell’infortunio di Mohamed Salah e del suo rientro lampo a Liverpool ha scosso l’Egitto, sollevando un vero e proprio caso nazionale. La stella indiscussa della selezione egiziana, impegnata nella Coppa d’Africa in Costa d’Avorio, ha abbandonato il ritiro dei Faraoni per curare un problema al tendine del ginocchio, con grande disappunto dei tifosi. Le critiche si sono sprecate: in molti hanno accusato Salah di anteporre gli interessi del Liverpool, la squadra che lo ha consacrato tra i migliori giocatori al mondo, alla maglia della Nazionale.

C’è chi insinua che stia simulando per saltare una Coppa d’Africa fin qui deludente per l’Egitto, qualificato per un soffio come seconda del girone alle spalle dell’outsider Capo Verde. Fatto sta che Salah salterà gli ottavi di finale, privando i Faraoni del loro uomo migliore nel momento cruciale. Una tegola pesantissima per le ambizioni egiziane, che rischiano di veder sfumare anzitempo il sogno di alzare un trofeo che manca dal 2010. E la rabbia dei tifosi, già alle stelle, non accenna a placarsi.

FEDERCALCIO EGIZIANA NEL MIRINO: GESTIONE FALLIMENTARE DEL CASO SALAH

La gestione del caso Salah da parte della federcalcio egiziana ha sollevato non poche perplessità fuori dai confini nazionali. In molti hanno fatto notare come l’incapacità di trovare un compromesso col Liverpool abbia messo la stella dei Faraoni in cattiva luce, spostando su di lui le critiche dell’opinione pubblica. Una cortina fumogena per coprire le mancanze diplomatiche della federazione, incapace di gestire al meglio i rapporti col club inglese proprietario del cartellino. Alla fine, il Liverpool ha ottenuto il rientro immediato del suo attaccante per le cure in Inghilterra, nonostante la proposta egiziana di curarlo direttamente in Costa D’Avorio.

L’agente dell’attaccante, Ramy Abbas Issa ha precisato che Salah tornerà non appena ristabilito, sperando di poter aiutare la sua nazionale almeno nelle fasi finali del torneo. Inizialmente si parlava di uno stop di massimo due partite, poi la diagnosi si è aggravata fino a 3-4 settimane di stop. Tempi che comunque potrebbero consentire un recupero lampo per un’eventuale finale della competizione continentale. L’Egitto e i suoi tifosi incrociano le dita, sperando di poter riabbracciare presto la loro stella più luminosa.

Pronostico Liverpool
L’esultanza di Momo Salah, attaccante del Liverpool. (foto: planetfootball.com)

SALAH NELLA BUFERA: PRESSIONE ALLE STELLE TRA EGITTO E LIVERPOOL

Mohamed Salah vive da sempre sotto una pressione enorme in patria. Considerato il miglior calciatore egiziano di tutti i tempi, nonché stella indiscussa del continente africano, su di lui poggiano le speranze dei Faraoni di interrompere un digiuno nella Coppa d’Africa che dura dal 2010. Nonostante la sua classe cristallina, capace di trascinare l’Egitto ai Mondiali 2018 dopo quasi 30 anni, in campo internazionale i trofei latitano. Due finali perse nelle ultime edizioni della competizione continentale, alimentando le critiche di chi non gli perdona il fatto di non riuscire a emulare le gesta dei campioni del passato.

Al tempo stesso, Salah deve fare i conti con le esigenze del Liverpool, che gli garantisce uno stipendio faraonico da 12 milioni annui e pretende di averlo al top della forma. Da qui l’insofferenza dei club europei nel “prestare” i propri gioielli africani per una manifestazione logorante come la Coppa d’Africa, che li priva delle stelle per diverse settimane. Tra infortuni, stress e critiche incrociate, la pressione su Salah è alle stelle. L’Egitto e il Liverpool si ritrovano in bilico, in attesa di ritrovare al top la loro stella più luminosa.

SCONTRO EGITTO-LIVERPOOL: BRACCIO DI FERRO PER SALAH

L’infortunio di Mohamed Salah ha innescato un delicato braccio di ferro tra Egitto e Liverpool, entrambi desiderosi di gestire al meglio il caso della loro stella. Da una parte, la federazione dei Faraoni ha provato a minimizzare la gravità del problema al ginocchio, nella speranza di trattenerlo in gruppo e schierarlo non appena possibile. Un azzardo dettato dalla necessità di non perdere il leader tecnico ed emotivo della squadra nel momento cruciale. Dall’altra, il Liverpool ha preteso la massima cautela, optando per il rientro immediato di Salah in Inghilterra per seguirne da vicino il recupero ed evitare conseguenze peggiori.

Un braccio di ferro serrato, con continue comunicazioni tra le parti, che alla fine ha visto prevalere la linea dura dei Reds. In Egitto piovono critiche sulla federcalcio, rea di non essere stata in grado di trattenere il suo gioiello come invece hanno saputo fare altre nazionali africane. Il caso di Noussair Mazraoui (Bayern Monaco), partito per la Coppa d’Africa nonostante l’infortunio, è citato come esempio di buona gestione. Tra Salah e l’Egitto ora si è aperta una frattura difficile da sanare.

FEDERCALCIO EGIZIANA: SCUDO DEL REGIME DI AL SISI

L’opinione pubblica egiziana tende però ad assolvere la federcalcio dalle responsabilità del caso Salah, per evidenti ragioni politiche. L’ente che governa il pallone nazionale è infatti saldamente legato al regime di Abdel Fattah al Sisi, che ne indirizza nomine e decisioni strategiche. Un legame che rende la federazione di fatto intoccabile. L’attuale presidente Gamal Alam è considerato una figura debole, messa lì appositamente perché facilmente controllabile e “molto felice di fare il presidente”. Un profilo perfetto per scaricare le colpe del delicato caso Salah senza contraccolpi.

Addossare le responsabilità alla stella che gioca ormai stabilmente fuori dai confini nazionali, sotto i riflettori della Premier League, è più semplice che ammettere i propri limiti e fallimenti. Una cortina fumogena utile a coprire le mancanze di una federazione saldamente ancorata al regime, e quindi intoccabile. Le critiche arrivano soprattutto dall’estero, dove è più semplice mettere in luce i legami tra il potere politico egiziano e quello calcistico. In patria invece la federazione viene protetta: meglio scaricare tutto su Salah, capro espiatorio perfetto, già sotto i riflettori.

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