Inter-Milan, quale sarà la chiave tattica del match? Scopriamolo

Inter-Milan, prima di essere uno scontro al vertice del campionato di Serie A, è rivalità cittadina, pensieri contrapposti, stili differenti.

INTER MILAN CHIAVE TATTICA – Sabato 5 febbraio 2022 alle ore 18:00, allo Stadio San Siro di Milano, andrà di scena la stracittadina per eccellenza: Inter-Milan. Il fascino del match, di per sé alto, acquisisce maggiore risonanza proprio in virtù della spregiudicata lotta all’ultimo sangue che queste due squadre si stanno facendo. L’Inter, con una partita in meno, vanta momentaneamente un vantaggio di 4 punti sul Milan.

Mentalità, che utopia

Inter e Milan, rinate calcisticamente negli ultimi 2-3 anni, hanno affrontato e stanno affrontando un continuo percorso di aggiornamento ed evoluzione societaria, prima ancora che tattica. Le forti manovre, sia in entrata che in uscita, lasciano subito intendere la personalità del lavoro dirigenziale dei due sodalizi. Che hanno hanno dato priorità all’uomo e al collettivo. Mentalità vincente per tornare vincente.

La chiave tattica

Inter e Milan, per aggressività ed altezza, rappresentano ad oggi due eccellenze del calcio italiano, quasi a pari merito dell’Atalanta. All’agonismo tecnico e fisico, però, bisogna necessariamente aggiungere la lettura tattica dei momenti e dei movimenti.

L’Inter, dopo lo scudetto vinto con Antonio Conte, ha individuato in Simone Inzaghi il miglior sostituto per proseguire ed evolvere la proposta di calcio. A ferocia agonistica e quadratura tattica, Inzaghi ha alternato ferocia diligente e duttilità tattica.

Senza poter contare su fenomeni acclamati, almeno al suo arrivo, Pioli ha rimesso ogni pedina al suo posto, mostrando come, se ognuno è in grado di fornire il proprio contributo, le cose diventano più semplici per tutti. L’organizzazione tattica appare chiara e definita: ordine, agonismo, rispetto degli spazi occupati, scelte semplici al momento giusto e leggerezza.

L’Inter di Simone Inzaghi

Il 3-5-2 segnato in grafica prima dell’avvio del match, è essenzialmente carne per i divoratori di numeri poco inclini alle variazioni del momento. I nerazzurri, dominatori e divoratori del gioco nell’arco dei 90 minuti, in tutte le sue forme, tendono a costruire dal basso con una fitta interscambiabilità tra i tre centrali e Brozovic, motore della manovra. Il sodalizio nerazzurro ci ha ormai abituati alle impetuose cavalcate dei suoi terzi di difesa, in particolar modo Bastoni, utile a scardinare le marcature della squadra avversaria. Così facendo, la prima linea da costruzione dell’Inter si mantiene a 2, talvolta a 3. Con Brozovic basso a dettare i tempi e De Vrij al suo fianco a protezione.

Inter brozovic

Le due mezzali, in fase di costruzione dal basso, mantengono la posizione centrale dello scacchiere. Pronte mentalmente a ricevere e ad imbeccare di prima le imbucate degli esterni; o a gettarsi negli spazi e capitalizzare in seconda battuta gli spioventi giunti in area. Forza delle mezzeali che risiede anche nell’agonismo e nella voglia di guidare il primo pressing sui portatori avversari. Dando così vita alla fase di occupazione intelligente degli spazi, con i due quinti che stringono in mezzo. La vera forza dell’Inter, però, risiede nelle fasce.

A partire proprio da Skriniar e Bastoni, che talvolta sono più alti e più interni dei quinti di centrocampo. Questi ultimi, solitamente dilaganti e spregiudicati su tutta la corsia, si mantengo a ridosso della linea degli attaccanti. Così da creare quella superiorità che spesso si rivela fatale per gli avversari dalla trequarti in poi. Di spioventi parlavo prima.

L’aria di rigore avversaria, solitamente, è assediata da continui cross laterali, per la coppia Lautaro Martinez-Dzeko. Questi due, oltre all’impeccabile lavoro svolto in fase di uscita e di pressing dalla squadra, hanno poi la padronanza fisica dell’aria di rigore e la rapacità caratteriale per azzannare tutti i palloni. Tutto ciò, svolto ad una distanza incredibilmente ampia dalla propria porta, con la prima linea di costruzione che spesso staziona sulla linea di centrocampo.

Il Milan di Stefano Pioli

La compagine rossonera, dopo anni di investimenti più o meno falliti e di smarrimento organizzativo e amministrativo, ha ritrovato in Stefano Pioli la bussola in grado di mettere ogni cosa al suo posto. La compagine rossonera, che invece si avvale maggiormente della quadratura tattica, propone una maggiore stabilità di modulo.

Il 4-2-3-1, trasformato da Pioli in un organismo vivente che pulsa rabbia da ogni poro, è diventato il marchio di fabbrica di una squadra dai tanti giocatori offensivi, difficilmente collocabili in una determinata zona del campo. Gli aspetti principali del credo rossonero si basano su un baricentro alto, nonostante la perdita di Tomori (che potrebbe rientrare per questa gara) e Kjaer abbiano costretto l’intero squadra a perdere qualche metro in avanti, e sulla compattezza dei reparti.

Sulla linea dei due centrali scala spesso uno tra Tonali e Bennacer, promotori della manovra nel breve, mentre i due esterni difensivi si immolano lungo la fascia a caccia di spazi. In particolar modo è quello di destra che prende maggiormente campo in avanti, mentre Theo Hernandez, per dar vita a tutta la sua esplosività, parte da posizione leggermente arretrata. Nonostante le individualità non siano impeccabili, nel pacchetto difensivo, il Milan attraverso il coraggio dei suoi interpreti accetta la sfida uomo contro uomo a tutto campo.

I due mediani, che non spiccano per qualità tecniche, sono però i primi promotori di un pressing forsennato a tutto campo che, spesso, smorza sul nascere i tentativi di costruzione avversaria. Gli stessi due, in fase di attacco, si alternano nei tagli verticali verso la porta, sommandosi ai trequartisti, all’attaccante e a Theo, formando così una linea d’attacco da 5-6 uomini. Per quanto riguardo il tanto citato pacchetto dei trequartisti, semplificare e provare a teorizzare il lavoro svolto, apparirebbe banale. Qualità sopra la media e potenza fisica sono gli elementi su cui si basano gli attacchi dei rossoneri, volti principalmente a sfruttare le mastodontiche caratteristiche fisiche della punta, Ibrahimovic o Giroud che sia. L’unica nota evidenziabile, la si può appuntare con il lavoro del trequartista.

La forza di Pioli risiede proprio nell’avere l’umiltà di capire quando un avversario lo si può aggredire tecnicamente e quando lo si deve fare fisicamente. Nelle partite in cui la squadra potrebbe maggiormente soffrire, ecco che il ruolo di trequartista centrale, volto spesso a diventare terzo di centrocampo, viene ricoperto da Krunic, maggiormente utile rispetto a Brahim Diaz nella fase di pressione sul portatore avversario.

Derby Inter-Milan, il match

La gara che ci attende, sotto un aspetto tattico, si appresta sicuramente ad essere tra le partite più ricche del campionato. Il peso dei tre punti, però, potrebbe precludere qualcosa in termini di reali occasioni da gol. L’Inter ha un’importante occasione per mettere la freccia e lasciarsi definitivamente alle spalle il Milan. Il Milan ha la chance di accorciare la distanza dall’Inter e approfittare poi del duro calendario che attende i cugini per riacciuffare la vetta. In un fitto intreccio di tatticismi, pensiamo che la predisposizione al duello fisico, uomo contro uomo, possa fare la differenza in ogni zona del campo. Soprattutto in virtù delle importantissime doti qualitative degli interpreti e della spietatezza degli attaccanti.

Discutere di favorite o meno favorite, in gare come queste, sarebbe fuorviante per chiunque. A mio avviso, però, la rosa dell’Inter è nettamente superiore a quella del Milan. Tanto che, parlare di lotta per lo scudetto, per quanto ciò sottolinei l’importante percorso del Diavolo, è a mio avviso fuori luogo e ingiustificato.

A proposito di Demetrio Oriolo

Durante il percorso di formazione classica ho sviluppato l'interesse per il giornalismo. Mi sono immerso nel mondo dell'informazione nel 2016, prendendo parte ad alcuni progetti in via di sviluppo, salvo poi continuare questo percorso di formazione e di crescita lavorando per prestigiosi progetti quali "Il Calcio Calabrese", "Calciomercato Report", "La Politica del Popolo" e "Calciatori Ignoranti". Sono uno dei fondatori del blog "Carpe Ideam". Nel corso degli anni ho collaborato con le testate "La Notizia Sportiva", "Pianeta Serie B" e "Calabria Live" e con il blog "Pianeta Champions" nel ruolo di editorialista. Vanto diverse pubblicazioni con "Il Quotidiano del Sud".

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