Intervista a Davide Ravan: l’autore ci racconta il suo ultimo libro “Il Calcio è del Popolo”

Nel suo secondo libro descrive la geografia del calcio popolare in Italia, tra storie e interviste ai protagonisti. Non manca un focus ad altre realtà europee.

Il calcio moderno ci allontana sempre di più, rovinato dai diritti televisivi in una concezione spericolata del solo profitto tra sponsorizzazioni e contratti milionari. Un mondo che ha creato col passare degli anni soltanto disaffezione e disuguaglianza, tra un manipolo di potenti club europei intenti nel voler solo sfidarsi tra loro in una serie infinita e magari senza alcuna retrocessione.

Gli esempi più lampanti di questo sistema sono la creazione di Champions ed Europa League, due tornei senza alcun senso logico che hanno escluso dal tavolo degli affari le piccole federazioni europee ad ogni edizione, defraudandole dal diritto di prendervi parte, con assurdi turni preliminari ad inizio luglio.

Vedere l’Atalanta ai quarti o nuovamente la Stella Rossa di Belgrado nei gironi, per molti ha rappresentato una vera e propria dannazione. Secondo loro possono solo partecipare le società ricche sulla base di un criterio antisportivo e senza alcuna logica. Questo nuovo modo di intendere lo sport ha allontanato sempre più il tifoso, uccidendo la sua passione e limitandolo a mero consumatore di abbonamenti e gadget inutili.

In Italia nel corso degli anni, per combattere questo fenomeno, si stanno sviluppando nuove realtà sportive, più vicine alle reali esigenze del territorio in cui vivono e che quotidianamente lottano per la sopravvivenza. Per garantire allo sport la sua dimensione naturale e sociale, quella per cui è nato, consentendo a tutti di prendervi parte senza distinzioni di alcun tipo. I valori proposti sono quelli della lotta alle discriminazioni etniche, di genere e culturali.

La geografia del calcio popolare italiano viene descritta in modo dettagliato e preciso da Davide Ravan, grande appassionato di letteratura sportiva. L’autore ha deciso di dar vita ad AUT, a Gavi, in provincia di Alessandria, una libreria nella quale potrete trovare un vasto repertorio di pubblicazioni sportive. La sua passione per il calcio popolare lo ha portato ha descrivere realtà italiane ed europee come quelle tedesche, inglesi e rumene.

Nel libro “Il Calcio è del Popolo” troverete tutto questo, dal modo in cui si sviluppa l’organizzazione di una società popolare, tra idee, autofinanziamenti e azionariato popolare. Il protagonista è il semplice tifoso, sempre al centro di ogni decisione, senza alcuna esclusione, così come invece vorrebbe lo star sistem attuale, tra abbonamenti salati e partite ad orari improponibili.

Un calcio fatto di pura passione può esistere e al suo interno potrete leggere le testimonianze reali da parte di chi ha deciso di rischiare con progetti alternativi. Interviste, storie incredibili e piccoli grandi successi. Il libro è arricchito dalla prefazione di Andrea Ferreri, studioso di calcio e sottoculture giovanili.

Ed è con grande orgoglio che La Notizia Sportiva ha il piacere di ospitare per un’intervista Davide Ravan, il primo autore italiano ad aver approfondito maggiormente questo argomento, nonché uno dei nostri più attivi collaboratori.

Come e quando nasce l’idea di scrivere un libro sul calcio popolare?

“E’ un’esigenza che sentivo da parecchio tempo. Nel 2015 venni coinvolto nella preparazione di una lezione universitaria per il corso di Antropologia culturale della Professore Bonato. La docente aveva chiesto a un mio caro amico di impostare una lezione sul calcio e lui, vecchio ultras e politicamente schierato molto a sinistra, decise di affidarmi una parte della lezione, appunto quella sul calcio popolare. All’epoca ne sapevo pochissimo, e in quelle due settimane di preparazione cercai di accumulare il maggior numero di notizie possibili. Da quel momento scoprii un mondo fatto di realtà che meritano di essere studiate e conosciute. In pratica quindi, il libro nasce per caso e si costruisce nel tempo, tessendo rapporti con persone direttamente coinvolte nei progetti di squadre popolari”.

Quale obiettivo ti sei posto durante la stesura di questo libro?

“L’obiettivo era, ed è, quello di fare luce su questo mondo. L’universo calcio lo conosciamo come il più spietato animale mangiasoldi che esista, il vero prodotto perfetto del turbocapitalismo. Eppure, in Italia come in altri angoli d’Europa, amanti del calcio che non si rassegnano a questo sport fatto ormai più di bilanci e riciclaggio di denaro ancora ci sono. E soprattutto, cosa più importante, non se ne restano con le mani in mano a guardare questo modello malato andare a schiantarsi, ma anzi si rimboccano le maniche e si mettono in gioco, rischiando in prima persona i pochi soldi che si hanno in tasca per regalare alla città, al quartiere, al cortile del condominio, una squadra che possa aiutare a far passare due ore in spensieratezza agli abitanti della città, del quartiere o del condominio. Se il libro riuscirà a far conoscere a cento persone -che non ne sapevano nulla- questo mondo, allora potrò dirmi soddisfatto”.

Che idea ti sei fatto di queste nuove realtà e da chi si dovranno difendere?

“Come accennavo nella risposta precedente, l’idea che sta alla base di queste realtà che si raccontano nel libro è quella di restituire il gioco del pallone alla gente, al popolo. Ognuna di loro, autotassandosi e attraverso delle assemblee nelle quali il voto del presidente vale tanto come quello del magazziniere e del tifoso, dà forma a una realtà che andrà a inserirsi nelle dinamiche cittadine. La maggior parte di loro lotta per portare avanti, oltre all’attività fisica sul campo, istanze sociali e si batte contro il razzismo, vero virus mortale che si diffonde sempre più nella nostra società. Facendosi esse megafono delle lotte cittadine (tipo per il diritto all’abitare, contro i decreti sicurezza, contro le grandi opere e via dicendo) è normale che alle istituzioni, in particolar modo vale per tutte quelle squadre che fanno parte dei campionati FIGC, non stiano simpaticissime e che a volte arrivino multe o, come sta accadendo ai ragazzi del Centro Storico Lebowski sempre più spesso, vengono vietate trasferte (nonostante si parli di campionati minori)”.

Quale è la forza del calcio alla portata di tutti?

“Il calcio, o meglio lo sport tutto, dovrebbe essere alla portata di tutti, senza distinzioni di classi sociali, Eppure non è così e anzi, più andiamo avanti, più anche il calcio diventa uno sport elitario. Parlando con i ragazzi di una squadra popolare romana, mi hanno raccontato di come nella capitale l’iscrizione alla scuola calcio può costare fino a 600 euro all’anno per bambino. Capirete che, chi viene da situazioni più complicate, non potrà mai permettersi di iscrivere il figlio alla squadra del quartiere oppure dovrà decidere quale figlio potrà fare sport e quale no. Il calcio popolare cerca di abbattere questi muri, creando scuole calcio dove non viene richiesta nessuna retta e dove tutti, il figlio dell’operaio, quello dell’immigrato che lavora in nero e il figlio del notaio possono giocare assieme divertendosi. La maggior parte delle squadre intervistate per il libro ha già un settore giovanile, e chi ancore ne è sprovvisto assicura che il primo obiettivo per il futuro è la creazione appunto di un settore giovanile”.

Riusciranno con il tempo a coinvolgere sempre più persone o saranno destinate all’estinzione?

Credo che il “fenomeno calcio-popolare” in Italia non abbia ancora raggiunto l’apice, e anzi negli ultimi due anni c’è stata una vera e propria esplosione di squadre nate con il principio di fare calcio in maniera popolare. Le società storiche si stanno strutturando e le nuove arrivate hanno la grossa chance di poter guardare le sorelle più anziane e prendere spunto per continuare nel loro preziosissimo lavoro”.

Il prossimo libro?

“Al momento non c’è assolutamente nulla in cantiere. Lo scorso anno ne sono usciti due e ora ho bisogno di concentrarmi su altro. Vedremo in futuro se ci saranno altri argomenti che mi solleticheranno la curiosità come ha fatto il calcio popolare”.

IL CALCIO E’ DEL POPOLO (Geografia del calcio popolare in Italia)

  • Formato: libri cartacei;
  • Pagine: 256;
  • Anno di pubblicazione: 2019;
  • Prezzo: 15,00 euro;
  • Dove acquistarlo: Edizioni Bepress.

A proposito di Cristian La Rosa

Cristian La Rosa. Classe ’76, ama il calcio e lo sport in generale. Segue con passione il calcio internazionale e ha collaborato con alcuni web magazine. È il fondatore, ideatore ed editore.

Controlla anche

L’olandese sconosciuto: René van der Gijp e l’effimero sogno nerazzurro

La traversa di un sogno sfiorato e l’eredità di una meteora nel calcio internazionale. René …

Il silenzio di Brian

Brian Epstein e i Beatles: il silenzio che ha trasformato una band in una leggenda, …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *