Forse, dopo oltre un anno dall’addio del serbo, la Viola ha ritrovato lustro in attacco. Forse.
Ormai lo abbiamo capito, Commisso è presidente dalle dichiarazioni forti che spesso si lascia trasportare e finisce per sparare delle bombe clamorose (altre volte però ci prende eccome). Croce e delizia di una squadra (O lo si ama, o ti sta sul cazzo pesantemente), quella viola, che sta attraversando l’ennesima stagione travagliata.
E che da anno scorso, dall’addio di Vlahovic, ha presentato sempre gli stessi difetti (e sempre più grossi): mole di gioco enorme, almeno fino agli ultimi 16 metri. Li si entra nel grande vuoto. Era così lo scorso anno, dove per poco non veniva fallita la qualificazione alle Coppe Europee, ed è stato così fino a poche settimane fa.
Non ci scordiamo che fino a 180′ fa la squadra di Italiano aveva uno dei peggiori attacchi della Serie A, ed ancora il dato non può far sfociare ottimismo da ogni dove. Ed ogni occasione era buona per ricordare il ‘traditore’ serbo.
Ma forse la Conference ha acceso la miccia: Jovic e Cabral hanno trovato 2 gol a testa a Braga, segnato il pari con l’Empoli (Cabral), punito ancora il Braga (Cabral) e poi ridato il successo in campionato contro il Verona (ancora Cabral). Prima della rete al Milan (Jovic). Insomma, nelle ultime 3 settimane i due attaccanti viola hanno segnato quasi quanto tutto il resto della stagione (8 sui 21 complessivi).
Recuperare il tempo perso
Che le ambizioni dei toscani fossero ben diverse ad inizio campionato era palese, dopo un’annata 2021/2022 che aveva riportato entusiasmo, seppur smorzato a fine gennaio. Perchè i 2 gol e 2 assist di Cabral dello scorso campionato erano stati mal digeriti, non ci raccontiamo le favole.
E la nuova scommessa estiva, Jovic, ha ben presto mostrato tutti i suoi limiti: un calciatore con forma e testa da ritrovare poco propenso al sacrificio. Senza contare che l’ex Basilea di feeling con il goal ne aveva sempre meno, gli acquisti estivi sono sembrati fallimentari (chi dice che Dodo e Mandragora fin qui han fatto bene, possono fermarsi qui..) e anche l’altro diamante, Ikone, è sembrato più un pezzo di carbone.
Non che Vlahovic a Torino, tra pubalgia, scarso gioco dei bianconeri e quant’altro, abbia fatto meglio in questa stagione, anzi. Il conto di 8 gol in campionato, 1 in Champions ed 1 in Europa League sono scarni per un’attaccante pagato 70 milioni che aveva fatto fuoco e fiamme la scorsa stagione.
Ma sottolineiamo che 8 gol in Serie A, Jovic e Cabral, le superano appena in 2 (e raggiungono i 21 totali complessivi). Cinque gol le ha fatti anche Dessers e Rabiot, Laurientè e Barella, Hojlund 6 come Sanabria, Strefezza ed Orsolini 7, Nzola addirittura 11. Così, per dire che non ci possiamo permettere di pensare che Italiano abbia risolto il problema della finalizzazione del gioco.
Ci possiamo solo augurare di recuperare il tempo perso, e che queste non siano state delle sparute rondini in anticipo con la Primavera.