Just Fontaine, dal Marocco alla gloria mondiale

Grandinate di reti con Nizza e Stade Reims. E un record: 13 reti in un solo Mondiale, quello del 1958

Nel novembre 2015, dopo gli attacchi terroristici a Parigi di pochi giorni prima, disse: “La Francia non dovrebbe ospitare l’Europeo del 2016. Mi si spezza il cuore a dirlo, ma è troppo pericoloso”. I transalpini andranno avanti, ospiteranno un bel torneo e lo perderanno in finale con il Portogallo.

Ci fosse stato lui… che dalle sabbie di Casablanca, in Marocco, dov’è nato il 18 agosto 1933, era arrivato a travolgere tutto ciò che incontrava al suo passaggio un paio di decenni dopo, al Mondiale svedese del 1958. Just Fontaine, colui che detiene il record del maggior numero di gol segnati in una edizione del torneo iridato, 13, era venuto al mondo a Marrakech, quando il Marocco era un protettorato francese. Aveva iniziato nell’US Casablanca, e nel 1950 fu spedito a Nizza. Il dopoguerra, oltre a promettere ricostituzione e rinascita, stava dando la genesi a un nuovo calcio, forse il migliore di sempre, quello scritto nei decenni a venire con la nascita della Coppa dei Campioni e un diluvio di star che avrebbe attraversato un secolo indimenticabile.

E lui, il buon Just, che dormiva 16 ore al giorno, era talmente riposato da sfondare reti a ripetizione. In tre stagioni al Nizza segna 44 gol e lo Stade Reims, allora squadra di punta del paese, lo arruola nel 1956. C’è un fatto: i bianchi del Real Madrid stanno aprendo quel dopoguerra d’oro, e vinceranno tutte le prime cinque edizioni della neonata coppa.

Voluta dai francesi, nello specifico il quotidiano francese “L’Equipe”, così come il campionato europeo, il Mondiale e molto altro. Fontaine, che sta segnando a ripetizione nel Nizza, non c’è nella prima finale della competizione, che lo Stade Reims disputa contro i blancos: 4-3 pirotecnico, con Raymond Kopa e Michel Hidalgo in campo nei francesi. Quest’ultimo nel 1984 porterà la Francia alla conquista del suo primo titolo internazionale, l’Europeo casalingo attraverso un gioco spumeggiante.

Quando la dirigenza vende Kopa proprio al Real, i tifosi sono sul piede di guerra. Non sanno che sta per arrivare lui, Fontaine, che nella stagione 1957-58 vincerà la classifica cannonieri del campionato con ben 34 reti e l’anno seguente sarà in campo in un’altra finale contro i blancos. In quella edizione del torneo, va sugli scudi nei quarti di finale, quando segna una doppietta nel 3-0 allo Standard Liegi che ribalta lo 0-2 dell’andata. Contro Di Stefano e compagnia non c’è nulla da fare: 2-0 e fine del ciclo europeo dei francesi.

Ma dove Fontaine ha lasciato il segno, fu certamente nell’estate del 1958, in Svezia con la maglia della Nazionale, dove aveva esordito con una tripletta al Lussemburgo nel 1953. Il Mondiale vinto dal Brasile di Pelé, il primo della storia e otto anni dopo il disastro del “Maracanazo”, vede ai nastri di partenza una grande Francia.

Al fianco di Kopa e con l’altro compagno allo Stade Reims, Piantoni, Fontaine stabilirà il record di marcature in un solo Mondiale: 13. Inserita nel girone con Paraguay, Scozia e Jugoslavia, i transalpini battono 7-3 i sudamericani, perdono con gli slavi e battono la Scozia 2-1 proprio con reti di Kopa e Fontaine. Nei quarti, poker all’Irlanda del Nord e si aprono le porte della semifinale col Brasile. Dopo 9 minuti, Fontaine pareggia la rete di Vavà dopo centoventi secondi, prima che il 17enne Edson Arantes do Nascimento salga in cattedra con una tripletta: 5-2, così come 5-2 sarà il risultato della finalissima contro la Svezia.

La Francia esce comunque tra gli applausi, ma ci vorrà tempo per replicare quell’exploit. Nella finale per il terzo e quarto posto, un altro show: 6-3 alla Germania campione del mondo in carica, con quattro reti sue. Per Fontaine saranno 21 le presenze in Nazionale, condite da ben 30 gol: una statistica che ha del singolare.

Nel 1962 il nostro è però costretto ad appendere già le scarpe al chiodo a causa dei ripetuti infortuni. Diventa allenatore e guiderà il Paris Saint-Germain dal 1973, al 1976, in pratica nei suoi primi anni dopo la fondazione, prima delle sue ultime esperienze sulle panchine del Tolosa e della nazionale marocchina.

Alla festa dei 110 anni del Nizza, ringrazierà un ex giocatore algerino che giocò e allenò a lungo nel Marsiglia, ma fu dirigente del Nizza quando lui arrivò:

“Devo tutto a Mario Zitelli: venne a vedermi quando giocavo nel Casablanca in una partita in cui segnai una doppietta, e mi volle subito nel club. Altrimenti avrei firmato un anno dopo. Il Nizza sarà sempre nel mio cuore”.

E anche Just ha fatto breccia in molti animi francesi, lontano dalle grandi luci e dai grandi trionfi di Milano o Madrid.

A proposito di Stefano Ravaglia

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