La confessione di Tonali: avrebbe puntato su partite del Milan, incubo betting

Tonali tra due fuochi: le scommesse sul Milan costano care, patteggiamento in vista ma la squalifica non sarà breve

La bufera sul calcioscommesse continua a imperversare e dopo le rivelazioni di Fabrizio Corona a “Avanti Popolo”, ecco spuntare nuovi retroscena dalle deposizioni degli indagati. In particolare, ‘La Gazzetta dello Sport’ riporta stralci delle ammissioni di Sandro Tonali alla procura federale.

L’ex centrocampista del Milan, ascoltato domenica dal procuratore Giuseppe Chinè, avrebbe confessato di aver puntato soldi proprio sulle partite dei rossoneri, sua ex squadra. Un’aggravante non da poco, nonostante Tonali abbia specificato che le sue scommesse non avrebbero influito sul risultato finale. Si trattava infatti di giocate su Milan vincente o su match in cui lui non era in campo. Pentito e desideroso di collaborare alle indagini, Tonali appare sinceramente dispiaciuto per l’accaduto. Ma il fatto di aver scommesso sulla propria squadra rischia comunque di costargli caro: le regole federali sono ferree e prevedono fino a un anno di squalifica per chi compie questo tipo di illecito.

Nella giornata di ieri Sandro Tonali è stato sottoposto ad un lungo interrogatorio da parte della Procura della Repubblica di Torino. Per circa tre ore l’ex centrocampista del Milan si è confrontato con il procuratore Chinè in una località tenuta segreta, vuotando definitivamente il sacco. Tonali ha infatti ammesso di aver scommesso sul calcio, condizione necessaria affinché si configuri una violazione secondo il Codice di Giustizia Sportiva. Ma non solo: con un gesto che sa di resa e pentimento, il giocatore si è autodenunciato alla procura federale, confessando anche di aver puntato soldi proprio sul Milan, la squadra in cui militava fino a poco tempo fa. Un’aggravante pesante che rischia di costargli cara, nonostante Tonali abbia precisato che le sue scommesse non avrebbero influito sul risultato delle partite.

Le ammissioni di Tonali in merito alle scommesse sul Milan sollevano non poche preoccupazioni. Scommettere sulla propria squadra è un terreno minato, che può facilmente sfociare nel reato di illecito sportivo. L’articolo 30 del Codice di Giustizia Sportiva punisce infatti gli “atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara”. Fortunatamente, da quanto emerge al momento, non sembra essere questo il caso. Le puntate di Tonali vertono su Milan vincente o su altri esiti di match in cui lui non era presente in campo. Si tratterebbe dunque di scommesse che non avrebbero influito in alcun modo sulla sua prestazione con la maglia rossonera. Un sospiro di sollievo per il giocatore, che comunque si è autodenunciato con un gesto lodevole. Le sue giocate, per quanto azzardate, non configurerebbero insomma l’illecito sportivo.

Le ammissioni di Tonali sulla vicenda scommesse rischiano di costargli caro. La violazione dell’articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva, che punisce i calciatori scommettitori, prevede una pena minima di 3 anni. Tuttavia, aver puntato soldi proprio sul Milan rappresenta un’aggravante non da poco per l’ex rossonero. A questo punto, il giocatore vorrebbe seguire la strada del patteggiamento, come già fatto dal collega Fagioli. Ma la sanzione iniziale proposta dalla Procura sarebbe inevitabilmente più alta, considerando la specificità delle sue scommesse sul Milan. In ogni caso, grazie al patteggiamento la pena verrebbe dimezzata. Molto dipenderà anche dalla concordanza tra quanto dichiarato da Tonali e le risultanze delle indagini su telefono e tablet sequestrati. La squalifica ipotizzabile potrebbe essere di 12 mesi di stop più 6 mesi di attività riabilitativa, essendo emersa anche la ludopatia di Tonali. I tempi per il patteggiamento dovrebbero essere brevi.

Dunque il talento del Newcastle non dovrà vedersela solo con la giustizia sportiva. Oltre all’indagine della procura federale, è aperta anche quella penale della Procura di Torino, con cui ieri Tonali si è confrontato a lungo. Il giocatore, assistito dall’avvocato Marco Feno, ha risposto per ore alle domande del PM Pedrotta, fornendo la massima collaborazione. L’obiettivo degli inquirenti è ricostruire la rete di scommesse illegali online, capendo se Tonali fosse un semplice scommettitore o avesse legami più stretti con gli organizzatori. Al termine dell’interrogatorio, il centrocampista ha evitato i giornalisti uscendo da un ingresso secondario. Ora gli investigatori incroceranno le sue dichiarazioni con quanto rinvenuto su cellulare e tablet. In caso di incongruenze, potrebbero risentirlo. L’ipotesi di reato è esercizio abusivo di scommesse, che comporterebbe per Tonali solo un’ammenda.

Insomma, un quadro complicato per l’ex Milan, stretto tra due fuochi. La vicenda scommesse rischia di segnare drammaticamente la carriera del giovane talento, tra sanzioni sportive e risvolti penali. Il patteggiamento potrebbe ridurre i danni, ma il contraccolpo d’immagine appare inevitabile.

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