Jamie Vardy porta in vantaggio il Leicester (foto: Getty Images)

L’ascesa del decennio: dalla sesta serie alla gloria, Vardy simbolo

A inizio 2010 giocava nella Promozione inglese, nel corso degli anni ha vinto la Premier League e ora è in testa alla classifica cannonieri.

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Esempio per milioni di giocatori, in tutto il mondo, che sognano di diventare calciatori professionisti e lottare nei maggiori campionati, in cima. Certo, la percentuale è minima, ma anche se giochi nelle serie più basse puoi diventare un big assoluto del calcio mondiale: la parabola decennale di Jamie Vardy insegna.

Da sconosciuto operaio inglese della sesta serie inglese, a cannoniere del Leicester Campione d’Inghilterra. In Nazionale, a giocare i grandi tornei, chiudendo persino il decennio 2010-2019 come capocannoniere della Premier League, segnando 17 goal nella prima parte di annata.

Un’ascesa irripetibile? No, visto che il passato insegna. Vardy c’è riuscito, e anche se la percentuale più importante, quasi la totalità, dei calciatori del massimo campionato parte subito in alto, c’è chi può effettuare la scalata nel corso degli anni, dei sacrifici, della gavetta (chiedere a Pavoletti).

Vardy però rappresenta in toto l’ascesa, il saper aspettare, il decennio inglese. A inizio 2010 militava nella National League South, sesto livello del calcio d’oltre Manica. In soldoni, la Promozione italiana. Aveva già 23 anni, ma dopo aver segnato caterve di reti, nell’estate del 2011 la chiamata in quinta serie e dunque nel 2012 la grande opportunità nella seconda, la Championship.

Nel 2012, quando ha già 25 anni nel curriculum, ovvero l’età di massimo splendore di quasi tutti i campioni mondiali, Vardy viene scelto dal piccolo Leicester, squadra che nel 2003 è riuscita ad avere una fugare apparizione in Premier League prima dell’immediata nuova retrocessione.

Scottato dal professionismo, Vardy ci metterà un po’ ad ambientarsi: solo 4 goal nella prima annata, dunque il boom di 16 e la nuova delusione con 5 reti nella sua prima annata di Premier League. È discontinuo, poco abituato a palcoscenici d’elite. Ma ha vissuto tanto, ha superato tanto, deve prendere la mano.

Dal 2015 non si fermerà più. Sarà la sua annata, con il magico trionfo in Premier League e il titolo di capocannoniere, la chiamata in Nazionale, la partecipazione al Mondiale, negativo. Sarà sempre in doppia cifra, quasi incosciamente non consapevole di dove era prima e di dove è oggi. Chiuso il decennio, si ritrova con una media superiore a quella dell’anno con Ranieri, simile a quella del 2010, quando sgomitava in sesta serie.

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