Celebration for League Champions Leeds United with the Championship Trophy after their game against Norwich City at Elland Road

Leeds United 1991-92: il pavone ha fatto la ruota

“The peacocks”, i pavoni. Anche il suo stadio, lo storico Ellan Road, si chiamava “Old Peacock Ground”. Il Leeds nel 1992 vince il suo terzo titolo: è l’ultima edizione della First Division. Dall’anno successivo si chiamerà Premier League.

di Stefano Ravaglia

L’albo d’oro, non fa la tradizione. E’ questo il bello della Gran Bretagna. Dove ogni club mantiene la propria storia e la propria identità, e soprattutto il proprio orgoglio, al di là dei risultati sportivi. E anche il Leeds, almeno fino agli anni Settanta, aveva vinto poco o nulla.

Lassù nello Yorkshire, i trionfi stavano storicamente a un’ora di distanza, a Manchester. Poi, con la migrazione di Donald Revie, centrocampista dalla mascella importante, dal campo alla panchina, le cose cambiarono, e fu l’ora del Dirty Leeds, quello raccontato da Peace nel libro “Il maledetto United” e osteggiato da Clough, nella stessa vicenda. Due allenatori che arrivavano da Middlesborough, con qualche anno di differenza, ma entrambi con un carisma invidiabile.

Secondo posto in First Division nel 1965 e 1966, Coppa di Lega nel 1968, e poi il primo titolo, finalmente, unito alla Charity Shield, nel 1969. La prima FA Cup nel 1972, poi la finale di Coppa delle Coppe persa contro il Milan a Salonicco nel 1973, quando un grande Villiam Vecchi respinse gli attacchi di Bremner e soci.

E nel 1974, ancora un campionato, prima dei 44 giorni di Clough che iniziarono (male) quell’estate, con un altro Charity Shield questa volta perso a Wembley contro il Liverpool. Clough vuol far giocare i suoi puliti, vuole un taglio netto col passato vincente ma molto chiacchierato di Revie, che portava i suoi all’estremo e spesso con metodi ben poco corretti in campo. Bisognerà attendere due decenni circa perché le cose tornino a girare dal verso giusto a Ellan Road.

Sotto la guida di Howard Wilkinson, ex centrocampista che si era distinto, oltre che nel Brighton, nel Boston United (squadra del Lincoshire, mica americana!), la polvere sui libri di storia del Leeds viene finalmente tolta. Il tecnico aveva preso in mano la squadra nel 1988, l’aveva portata due anni dopo in massima serie, e dopo un quarto posto nel 1991, la cavalcata della stagione 1991-92, quella che riportò la First Division a Leeds dopo 17 anni.

Il pubblico inglese si sarebbe dovuto abituare, da lì a pochi mesi, a non chiamarla più così: era già in atto la trasformazione epocale delle serie inglesi, con la nascita della Premier League, campionato e lega a parte, e la Football League che si sarebbe presa le altre serie. La First Division sarebbe stata dunque conosciuta come la serie B, poi denominata Championship.

Nomi di spicco in quel Leeds dei primi Novanta: il povero Gary Speed, ex allenatore del Galles suicidatosi nel 2011 che aveva iniziato la sua carriera con gli Whites con cui rimarrà per 8 stagioni, l’ex allenatore del Celtic, Gordon Strachan, ma soprattutto, seppur per metà annata, un certo Eric Cantona, arrivato per 900.000 sterline dal Nimes. Il suo esordio contro l’Oldham l’8 febbraio ’92, e un contributo considerevole alla causa seppur con sole tre segnature. Da segnalare anche l’arrivo più costoso, 1 milione e 300 mila sterline, del difensore australiano Tony Dorigo dal Chelsea.

La certezza matematica del titolo arrivò il 26 aprile del 1992, dopo un lungo testa a testa proprio con il Manchester United, che crollò perdendo due partite abbastanza clamorose contro Luton Town e Nottingham Forest e soprattutto contro il West Ham già retrocesso. A Bramall Lane, impianto dello Sheffield United, quel pomeriggio di inoltrata primaversa la squadra di Wilkinson si impose 3-2: il terzo gol, fu in realtà una clamorosa e goffa autorete del difensore Gayle. Dalle stelle alle stalle, nel 1992-93: Cantona se ne va proprio a Manchester, in Coppa dei Campioni il Leeds viene escluso al secondo turno dal Rangers Glasgow, e in campionato si salva dalla retrocessione addirittura per due punti, arrivando diciassettesimo.

Un prezzo alto da pagare per chi finalmente, a Ellan Road, aveva visto i pavoni fare la ruota dopo tanti anni di digiuno.

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