Mondiali 2034, la corsa è già decisa? L’Arabia Saudita in pole position grazie alle manovre della FIFA
La FIFA continua a stupire con le sue scelte per l’assegnazione dei Mondiali di calcio. Dopo l’annuncio della co-organizzazione dell’edizione 2030 da parte di ben 6 nazioni di 3 continenti diversi, è arrivato anche l’invito ufficiale ai paesi asiatici e oceanici a presentare la propria candidatura per i Mondiali 2034.
Una mossa, quest’ultima, tutt’altro che sorprendente visto il criterio di rotazione continentale applicato dalla FIFA. Con il 2030 che toccherà a Africa, Europa e Sud America, è logico che per il 2034 si guardi all’Asia e all’Oceania. Resta solo da capire quale nazione, o gruppo di nazioni, riuscirà a convincere la FIFA. Di sicuro non mancano i paesi con ambizioni mondiali in quell’area.
La scelta della FIFA di assegnare i Mondiali 2030 a ben 3 continenti diversi fa sì che per l’edizione 2034 restino in corsa solo Asia e Oceania. Dopo il Nord America nel 2026, toccherà dunque a queste due confederazioni proporsi per organizzare la massima competizione calcistica mondiale. In questo scenario, l’Arabia Saudita parte con i favori del pronostico. Forte anche di una modifica ai requisiti per l’assegnazione voluta di recente dalla FIFA, la candidatura saudita sembra al momento l’unica certa e con concrete possibilità di successo. Un assist insperato per i sauditi, che potrebbero così coronare il sogno di ospitare i Mondiali nel proprio paese. Resta da capire se emergeranno candidature alternative da parte di altre nazioni asiatiche o oceaniche, ma di fronte alla solidità della proposta saudita, la strada appare tutta in salita.
La FIFA sembra intenzionata a smussare i requisiti per l’organizzazione dei Mondiali 2034, facilitando così la strada per la candidatura saudita. Attualmente sono richiesti 14 stadi con 40.000 posti a sedere, di cui 7 già esistenti al momento della proposta. Ma per il 2034 basteranno 4 impianti già disponibili. Un assist concreto per l’Arabia Saudita, che può contare su 2 stadi da ristrutturare e un altro in costruzione. Un numero perfettamente in linea con i nuovi parametri FIFA. Mentre le altre nazioni candidate dovranno mettere in piedi progetti ambiziosi, i sauditi potranno limitarsi a 4 stadi, forti anche del sostegno economico per realizzare i rimanenti in breve tempo. Insomma, la strada per i Mondiali 2034 in Arabia Saudita sembra spianata e la modifica dei criteri di assegnazione appare un chiaro segnale della volontà FIFA.
L’interesse dell’Arabia Saudita per il calcio è esploso di recente, ma sta già facendo sentire i suoi effetti, grazie ad investimenti faraonici resi possibili dalle immense risorse economiche del paese. In pochi anni, oltre 1 miliardo di euro è stato investito nel campionato locale, la Saudi Pro League, che ha attirato campioni del calibro di Ronaldo, Neymar e Benzema. Ma non è tutto. Il paese si è già assicurato l’organizzazione di eventi come la Supercoppa italiana e spagnola. Nel 2023 ospiterà il Mondiale per Club e nel 2027 la Coppa d’Asia, assente dal 1956. Un crescendo rossiniano che ha un unico obiettivo: legittimare agli occhi del mondo la centralità saudita nel calcio globale. I Mondiali 2034 rappresenterebbero il coronamento di questa scalata. E con le risorse illimitate di cui dispone, è difficile pensare che l’Arabia Saudita non riesca a centrare anche questo prestigioso traguardo.
Nonostante gli ingenti investimenti, il movimento calcistico saudita presenta ancora zone d’ombra, in particolare sul fronte degli stadi. Attualmente solo due impianti superano i 40.000 spettatori, entrambi di recente costruzione. Il resto degli stadi oscillano sui 20.000 posti, con strutture spesso datate e non propriamente a misura di calcio moderno. Molti presentano ancora la pista di atletica attorno al campo, con conseguenti distanze tra spalti e terreno di gioco. Prevalgono inoltre le tribune scoperte, non propriamente adatte al caldo torrido saudita. Insomma, per quanto riguarda gli impianti c’è ancora tanto da fare. Ma è chiaro che, con le risorse illimitate a disposizione, l’ostacolo stadi può essere brillantemente superato in tempi brevi. E del resto, i Mondiali 2034 sarebbero uno stimolo formidabile per modernizzare in pochi anni l’intera rete di impianti del paese.
La decisione della FIFA di ridurre a 4 il numero minimo di stadi già esistenti per ospitare i Mondiali 2034 ha suscitato non poche polemiche. Un portavoce ha provato a giustificare la scelta parlando di “tempi più lunghi per preparare il torneo” e della “necessità di garantire infrastrutture di qualità”. Ma le critiche non si placano. In primis per l’impatto ambientale, che rischia di aumentare costruendo nuovi stadi in tempi ristretti. Ma anche per la modalità con cui la notizia è stata diffusa: un impersonale comunicato online, senza la consueta conferenza stampa. Segno di una certa fretta e superficialità nel modificare requisiti fondamentali per l’assegnazione dei Mondiali. Un assist concreto all’Arabia Saudita, che però rischia di minare credibilità e trasparenza del processo decisionale FIFA. Scelte discutibili, che lasciano aperti interrogativi sulla reale imparzialità della Federazione.
L’Arabia Saudita sembra dunque avviata a conquistare l’ambito traguardo dei Mondiali 2034, forte del sostegno della FIFA, ma la partita non è ancora chiusa. Restano sullo sfondo alcune possibili alternative, su tutte Australia e Cina. I canguri, in particolare, starebbero seriamente valutando la candidatura, anche se i tempi stringono: la deadline per presentare interesse è il 31 ottobre. Servirebbe uno sforzo immane per predisporre in pochi mesi un dossier credibile.
La Cina ha meno urgenza, potendo contare su risorse pressoché illimitate, a difficilmente Pechino vorrà avviare un testa a testa rischioso con i sauditi. Insomma, a meno di ribaltoni clamorosi, il conto alla rovescia per i Mondiali in Arabia Saudita è già partito.