A distanza di 48 ore manca ancora l’ufficialità eppure la notizia è grossa: Suzuki a fine 2022 saluterà la carovana del Motomondiale. L’indiscrezione, partita da ‘Motorsport.com’ e ‘The race.com’, aveva purtroppo trovato conferme nella giornata di lunedì mentre erano in corso i test a Jerez.
Se in pista la GSX-RR sta permettendo sia a Rins sia a Mir di rimanere nella rosa dei contendenti al titolo finale, i problemi andrebbero individuati altrove. Ad Hamamatsu si sarebbe verificata una spaccatura all’interno del cda per motivazioni di natura economica.
L’autorevole sito ‘GPOne.com’ ipotizza infatti che il Covid e la guerra in Ucraina abbiano pesantemente messo in difficoltà il colosso giapponese. Emerge un’ulteriore ipotesi dal magazine tedesco ‘Speedweek’, ovvero il coinvolgimento della Suzuki in un’inchiesta riguardante le emissioni diesel venuta alla luce recentemente tra Germania, Ungheria ed Italia: oltre 22 mila veicoli sarebbero stati immatricolati con dispositivi di manipolazione sui gas di scarico.
Si tratta del secondo addio alla MotoGP dopo quello del 2011, il paradosso sta nel fatto che appena due anni fa era arrivato il titolo mondiale con Mir a distanza di 20 anni da quello conquistato da Kenny Roberts junior nell’allora 500. Livio Suppo, approdato all’inizio di questa stagione, si è trincerato dietro un comprensibile no comment.
Incertezza ovviamente anche sul futuro dei due piloti titolari, in scadenza di contratto proprio al termine di questa stagione. Paco Sanchez, manager di Joan Mir, ha raccontato di aver parlato con Suzuki del prolungamento anche durante il fine settimana di Jerez ed ha ammesso che questo scenario sia letteralmente scioccante per il proprio assistito.
Se si escludono Pecco Bagnaia (in Ducati fino al 2024), Marc Márquez (in Honda fino al 2024), Franco Morbidelli (in Yamaha fino al 2023) e Brad Binder (in KTM fino al 2024), tutti i giochi sono ancora da fare: il mercato piloti era già nel vivo, adesso diventerà una polveriera.
La reazione della Dorna
C’è un dettaglio che suona beffardo: soltanto nell’aprile 2021 Suzuki aveva firmato un accordo con Dorna per allungare di altri 5 anni la partecipazione in top class (fino al 2026). La società che organizza il Motomondiale ha diramato un comunicato per ribadire che la decisione di correre o meno in MotoGP non possa essere presa unilateralmente da una squadra.
Pur non escludendo al tempo stesso l’apertura a nuove realtà. Carmelo Ezpeleta non resterà con le mani in mano, c’è da giurarci.