In Bahrain la Formula 1 ha appena concluso i tre giorni di test pre–stagionali. Tre giornate “strane”, condizionate dalle condizioni climatiche e da valori – per alcuni – ancora poco chiari. Perché a Sakhir tutto è stato ancora surreale: la realtà, comincerà da Melbourne.
Tre giornate di test sono sufficienti per comprendere i valori, i difetti e i pregi di una monoposto su cui una squadra punta una stagione intera? Sappiamo tutti che la risposta corretta è “no”, ma in Bahrain la Formula 1 ha servito uno degli innumerevoli antipasti che ci accompagneranno verso l’alba mondiale nella domenica di Melbourne.
Ci ha offerto, innanzitutto, l’imprevisto. Le basse temperature del deserto del Sakhir hanno probabilmente scombinato i piani di qualcuno, con la pioggia, il vento, e qualche blackout di troppo. Blackout, pullman in pista, vetrate esplose. Tutto utile a mettere un po’ di pepe a quelli che sono stati i giorni in pista pre mondiale più attesi degli ultimi anni.
Cosa conta davvero dei test invernali? I tempi non li considererei troppo: c’è chi si è esaltato per un miglior tempo di Sainz, noncurante del fatto che la sua Williams era scarica di benzina perché lo spagnolo non avrebbe girato nel corso delle ultime otto ore. C’è da considerare il passo gara: su quello, la McLaren, sembra essere la favorita.
Sarebbe stato strano il contrario: la campionessa in carica del mondiale costruttori non poteva permettersi di deludere le aspettative, dopo la crescita e il successo ottenuti concretamente nel 2024, nonostante la sua guida, Andrea Stella, si guarda bene dall’esagerare con l’ottimismo affermando l’idea insistente quanto generale di aspettarsi una lotta molto vicina con Ferrari, Red Bull e Mercedes.
I volti che hanno mostrato i piloti delle tre squadre “nemiche” della vettura papaya hanno dato varie interpretazioni. Partiamo subito da quelli più attesi e cercati, quelli nel box rosso. Dal team principal Vasseur a Leclerc per nessuno si può già dare un giudizio che invece dovrà arrivare con l’avvio della stagione in Australia: la monoposto che sarà guidata dal monegasco e dal sette volte campione del mondo ha accusato difficoltà nel bilanciamento destando una evidente preoccupazione in Charles, a differenza di Lewis, nonostante il problema al cambio che ha messo la parola “fine” alla sua sessione prima del previsto.
Sono tornati i pugni al volante tirati da Max Verstappen. La RB21 è la creatura su cui Milton Keynes punta per difendere il titolo piloti dell’olandese, ma le prime sensazioni trasmesse non sono positive. È da dire, però, che il team di Horner ha – sino ad ora- sempre dimostrato di saper sconvolgere anche le condizioni più compromesse, quindi non stupiamoci in un exploit ad inizio mondiale. Espressioni relativamente rilassate hanno riempito i box della Mercedes.
L’entusiasmo di Kimi Antonelli è contagioso e sale l’attesa per vederlo finalmente in azione, insieme a una freccia d’argento che si mostra evoluta col tentativo di cancellare tutte le problematiche che l’hanno afflitta sin dall’inizio del nuovo regolamento.
Insomma, i test hanno detto tanto e poco allo stesso tempo. Continuando a percorrere la scia del surreale che ci ha accompagnato per gran parte della passata stagione.
Per la realtà, bisogna aspettare che il gioco inizi davvero. Bisogna aspettare che i semafori australiani si spengano, e che venga designato il primo, vero, vincitore di quella che sarà sicuramente un mondiale che non sarà privo di colpi di scena e storie da raccontare.