Panchina a rischio per Garcia, il Napoli riflette sul futuro: da Tudor a Giampaolo, i nomi per l’eventuale dopo. E resta viva la suggestione di un top coach internazionale per una scossa immediata.
L’idillio tra Rudi Garcia e la piazza partenopea non è mai davvero sbocciato. Dopo un inizio di stagione balbettante, sembrava esserci stata una timida reazione del Napoli. L’illusione però è presto svanita. La pesante sconfitta interna con la Fiorentina ha fatto riesplodere i malumori e i dubbi sulla guida tecnica degli azzurri. Il magro bottino di 2 vittorie nelle ultime 6 giornate di Serie A è un campanello d’allarme per una big come il Napoli, chiamata a competere su più fronti. L’attuale sesta piazza in classifica, fuori dalla zona Champions, non può soddisfare le ambizioni di riconfermarsi ai vertici del calcio italiano. C’è aria di contestazione attorno alla panchina partenopea: servirà una pronta inversione di rotta per rasserenare l’ambiente ed evitare un repentino cambio in panchina.
La situazione in casa Napoli è critica non solo dal punto di vista dei risultati sportivi ma anche da quello economico. Il deludente avvio di stagione rischia di compromettere gli obiettivi e gli investimenti fatti in estate dalla società partenopea. Per questo la dirigenza ha convocato un vertice d’urgenza per analizzare la crisi e trovare soluzioni. Il tecnico Garcia ne è uscito con una fiducia a tempo determinato: le prossime gare saranno decisive per confermare o meno la sua panchina. I tifosi chiedono una scossa immediata per evitare il ripetersi di una stagione fallimentare come l’ultima. La rosa ha valore e potenzialità importanti, sta al mister francese ritrovare la quadratura del cerchio e guidare la risalita. Serve una reazione soprattutto mentale da parte di tutto l’ambiente per uscire al più presto dal tunnel di risultati negativi. Le premesse per una pronta rinascita ci sono, ora tocca al campo dare risposte concrete.
Il calendario metterà subito alla prova il Napoli e il suo tecnico dopo la sosta. Tre match delicati, quasi da dentro o fuori, attenderanno gli azzurri per capire le reali ambizioni di risalita. Si comincia con la insidiosa trasferta di Verona, campo storicamente ostico, dove sarà vietato sbagliare per muovere la classifica. Poi sarà la volta dell’impegno europeo in Germania contro l’Union Berlino, snodo cruciale per ipotecare il passaggio del turno in Champions League. Infine il big match casalingo contro il Milan, banco di prova probante per testare le reali potenzialità della rosa partenopea. Tre gare ravvicinate che diranno molto sul futuro della panchina: Garcia si gioca tutto, servono risultati convincenti per ritrovare certezze ed entusiasmo nell’ambiente.
L’operato di Garcia nelle ultime uscite ha suscitato perplessità e malumore nell’ambiente partenopeo. La squadra è parsa confusa tatticamente, con scelte tecniche discutibili come alcuni cambi a gara in corso che non hanno dato la svolta. Anche la gestione dello spogliatoio non ha convinto: si respira un clima di nervosismo e tensione latente, come dimostrano le reazioni piccate di alcuni leader del team quando richiamati in panchina. Segnali preoccupanti che il feeling tra l’allenatore e i giocatori chiave non sia mai decollato. Manca una leadership carismatica in grado di compattare il gruppo nei momenti di difficoltà. La dirigenza non ha gradito questa involuzione e chiede una pronta inversione di rotta. Serve ritrovare quanto prima identità di gioco e serenità nello spogliatoio per uscire dalla crisi. Il tecnico è chiamato a un deciso cambio di passo per riconquistare la fiducia dell’ambiente e le prossime gare diranno se la rotta può essere ancora invertita o se sarà necessario un repentino cambio di guida tecnica.
L’eventuale esonero di Garcia porrebbe il Napoli di fronte alla necessità di una rapida successione in panchina. I profili vagliati dalla dirigenza dovrebbero avere esperienza nel campionato italiano, per garantire un impatto immediato ed evitare scommesse azzardate a stagione in corso. In quest’ottica circolano i nomi di Igor Tudor e Marco Giampaolo, tecnici attualmente senza incarico che conoscono bene la Serie A. Sarebbero soluzioni d’emergenza per dare una scossa ad un ambiente in difficoltà, ma non è escluso che Aurelio De Laurentiis possa pensare anche ad un profilo internazionale di grande esperienza per un progetto a lungo termine. Molto dipenderà dalle reali ambizioni di rilancio del club partenopeo.
L’opzione che stuzzica la fantasia della piazza partenopea porta il nome di Antonio Conte. L’ex Ct azzurro è da sempre un pallino di De Laurentiis, che lo ritiene l’uomo giusto per ridare smalto ad un ambiente deluso. Il suo carisma ed esperienza internazionale sarebbero garanzie per una pronta riscossa. L’ostacolo principale resta l’ingaggio fuori portata che Conte percepiva in Premier League. Inoltre la rosa del Napoli andrebbe parzialmente rinnovata per adattarsi al credo tattico contiano, imperniato sul 3-5-2. Modulo che a Napoli manca dall’epoca di Walter Mazzarri. L’operazione avrebbe costi e rischi elevati in corsa, ma accenderebbe di certo l’entusiasmo di una piazza in cerca di nuovi orizzonti. Conte resta un sogno proibito, ma chissà che la situazione di classifica non possa convincere il presidente a tentare il grande colpo in panchina per dare una scossa all’ambiente.