L’ex attaccante bianconero, vincitore del “Premio Cesarini” a Jesi e autore del libro “Tra la Champions e la libertà”, si confida in un’intervista esclusiva con Daniele Bartocci. Padovano analizza il futuro della panchina juventina e della Nazionale.
In un’intervista esclusiva rilasciata a Daniele Bartocci, recente vincitore del premio “100 eccellenze italiane” a Montecitorio, Michele Padovano, ex calciatore di Napoli e Juventus, vincitore del “Premio Cesarini” a Jesi e autore del libro di successo “Tra la Champions e la libertà”, ha espresso la sua opinione sul futuro della panchina bianconera e della Nazionale italiana.
Riguardo all’operato di Massimiliano Allegri, Padovano ha dichiarato: “Non solo io, ma tutti i tifosi juventini, chiaramente, anche se è giusto citare che all’inizio la società gli aveva chiesto ad Allegri di andare in Champions League e di valorizzare i giocatori della Next Gen. Queste cose sono state ampiamente rispettate e quindi, tutto sommato, credo che la società fosse contenta anche se avesse già deciso da tempo di cambiare allenatore”.
Quando gli è stato chiesto chi vedrebbe bene sulla panchina della Juventus, Padovano ha risposto: “Io sono un grande sostenitore di Antonio Conte e credo che lui abbia una marcia in più rispetto a tutti. Se fossi un dirigente della Juventus o in una squadra che vuole vincere, prenderei lui. Thiago Motta è un ottimo allenatore e ha dimostrato di essere maturato, quindi è giusto che abbia l’opportunità di allenare una grande squadra come la Juventus”.
Padovano ha anche commentato il futuro di José Mourinho: “Non vorrei sembrare così cattivo, ma credo che abbia curato più la comunicazione che non il lavoro sul campo. Quindi credo che, piano piano, lui magari la squadra la troverà all’estero ma andrà sempre peggio. Perché le squadre allenate da lui non producono un gioco importante e lo si è visto quest’anno all’inizio con la Roma”.
Infine, riguardo alla Nazionale italiana e al nuovo CT Spalletti, Padovano ha dichiarato: “Spalletti vedremo. Saranno i risultati e il tempo a dire se è la persona giusta e io credo che lo sia perché è entrato in Nazionale parlando di emozioni e credo che per guidarla si debba essere così”.