Risultati della ricerca per: Serie B

San Siro e il Portogallo 25 anni dopo: nel 1993 decise Dino Baggio

Fu un vero e proprio spareggio quello del 17 novembre 1993. A San Siro l’Italia piega i lusitani e vola a Usa ’94   di Stefano Ravaglia   “Ci fa tirare un sospiro di sollievo”. La voce solenne e romantica di Bruno Pizzul tratteggia al meglio, come sempre, quanto è appena accaduto nell’area avversaria. Dino Baggio, ultima stagione da juventino prima di passare al Parma, ha appena bucato Vitor Baia nella porta sotto la tribuna verde. Il gruppo azzurro si abbraccia oltre la linea di fondo, Roberto Baggio ha le braccia alzate e salta di gioia come un bambino. Il …

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La prima biografia di Boskov finalmente in libreria

Vujadin Boskov è stato uno degli uomini di calcio più amato dagli italiani. I suoi anni alla Sampdoria, conditi da trofei importanti, piazzamenti d’onore in competizioni europee e i suoi indimenticabili aforismi (“Gullit è come cervo che esce di foresta”, uno dei suoi più celebri), hanno reso l’allenatore jugoslavo una figura immortale nell’Olimpo del calcio italiano. Dopo un’ottima carriera da centrocampista, giocando quasi duecento partite con la maglia del Vojvodina, Vujadin iniziò ad allenare passando da panchine importanti, tipo quella della nazionale jugoslava, a panchine di minor prestigio come quelle del Real Zaragoza e dello Sporting Gijon, confermandosi uomo di …

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Bomber dimenticati: Cosimo Francioso, il gol che viene dal sud

Tanti gol e un carattere esuberante. Col Genoa segna nel derby. E a Ravenna manda a quel paese i suoi tifosi.   di Stefano Ravaglia   Maggio 1994. Uno stuolo di tifosi del Ravenna, in una calda serata di piena primavera, è radunato davanti allo stadio “Benelli”. Credo fosse la domenica della mia prima Comunione, ma non ne sono sicuro. E da bambino di nove anni quale ero, un bambino che avrebbe scoperto il calcio proprio quell’estate grazie a un campionato del Mondo che si sarebbe giocato in un paese molto lontano, non potevo sapere perché tutta quella gente stazionava …

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Ajax 1992-96: un grande prato verde dove nascono speranze

Arrivano i Novanta e torna il calcio totale. Van Gaal guida un gruppo di giovanotti terribili. I lanceri vincono tutto, travolgendo la concorrenza di Stefano Ravaglia Agitate le acque dell’Amstel, a cavallo tra gli Ottanta e i Novanta. La “Venezia del Nord”, costosa e affascinante, trasgressiva e romantica, vede passare una fila di battelli in quel periodo. Sono, dapprima, quelli della nazionale olandese che finalmente vince qualcosa: nel 1988 all’Europeo tedesco sbaraglia la concorrenza con Gullit e Van Basten, e sono in migliaia ad essere assiepati sulle rive del canale per salutare le imbarcazioni con sopra il trofeo intitolato a …

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Old Firm, la battaglia di Glasgow – Andrea Dimasi – Libro – Urbone Publishing

Glasgow è biancoverde. No, Glasgow è blu, rossa e bianca. Glasgow è Regno Unito. No, Glasgow è Scozia e un po’ Irlanda. Glasgow è entrambe le cose, è tutto e il contrario di tutto. Glasgow è Celtic e Glasgow è Rangers. Uno dei derby più caldi del mondo si gioca in un campionato periferico europeo, si gioca in due stadi bellissimi e lo giocano non due squadre ma due comunità: quella protestante e quella cattolica. E’ un derby fatto di sfottò, settarismo religioso e politico, di botte da orbi, di ettolitri di birra, di pub e di partite mozzafiato e …

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RebChester, la Manchester ribelle

Faccio parte di quella generazione che, ogni domenica, sugli spalti dello stadio della squadra del cuore ha urlato e continua a urlare, anche più volte a partita, “No al calcio moderno!”. Poi un mesetto fa ho letto quel magnifico libro che è “Uccidi Paul Breitner” di Luca Pisapia e a fine lettura mi sono ritrovato spiazzato: ha ragione Pisapia, il calcio nasce moderno. E’ moderno per concezione, per la sua capacità di adattarsi ai tempi che corrono e alle generazioni che lo stanno attraversando in un preciso momento. Non è un caso se già a fine ottocento nel Regno Unito …

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Atletico Catania: quando i tifosi scendono in campo

Nella cittadina etnea, i sostenitori sono stati ben più del “dodicesimo uomo in campo”: disputando un buon numero di partite, hanno evitato la radiazione della compagine. di Giuseppe Livraghi Ormai è luogo comune affermare che la tifoseria è il “dodicesimo uomo in campo” delle compagini calcistiche, in quanto il supporto dei propri tifosi è un importante aiuto per il morale e per l’autostima dei calciatori. Alcune compagini hanno costruito (e altre costruiranno) le proprie fortune nelle gare interne, ove il calore dei sostenitori mette in crisi gli avversari e le ali ai beniamini di casa. Valga ad esempio il quasi …

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Herbert Chapman, colui che fece grandi i Gunners

Vince con l’Huddersfield, e poi conquista anche Highbury. Ferrea disciplina e il modulo “WM”, è una icona della squadra del nord di Londra. Che grazie a lui diventa anche una fermata della “tube”. di Stefano Ravaglia «Kiveton Park può vantarsi di aver avuto due rivoluzioni: una industriale, l’altra sportiva». A Patrick Barclay, scrittore inglese che si occupa di sport, piacciono le biografie. Ha scritto di Ferguson, ha scritto di Mourinho. E questa frase, a proposito dell’anonima località sita nel cuore dell’Inghilterra, Kiveton Park, a 217 chilometri da Londra, non può essere certo smentita. Perchè? Non ho fatto i conti esatti …

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Il Bastia nella Coppa UEFA 1977-78 | Quando una sconfitta è comunque una vittoria

Quante volte si è affermato (e si continuerà ad affermare) che, con le proprie “imprese”, una compagine sportiva ha dato lustro e notorietà alla propria regione? Innumerevoli, certo. Fra la moltitudine di imprese sportive, merita sicuramente un posto di rilievo quella compiuta dal Bastia nella stagione 1977-’78, nella quale i sorprendenti corsi (sottovalutati da tutti) giungono fino alla finale di Coppa UEFA. di Giuseppe Livraghi Espressione della cittadina corsa più vicina alla penisola italiana, ma meno nota della “rivale” Ajaccio (quest’ultima famosa per essere la città natale di Napoleone Bonaparte, che ivi nacque un anno dopo la cessione dell’isola alla …

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Cadute, risalite e ora un nuovo stadio: a Berlino sono sempre all’Hertha

Due campionati prima che incombesse Hitler. Gli scontri con Juventus e Milan, il ritorno di fiamma a fine anni Novanta. E quel nome nato grazie a un viaggio in nave   di Stefano Ravaglia   L’Hertha Berlino avrà un nuovo stadio. L’immenso ovale di Berlino, quell’Olympiastadion in cui è stato scolpito il quarto titolo mondiale dell’Italia nel 2006 e delle storiche Olimpiadi sotto la morsa nazista nel 1936, è ormai una cattedrale mezza deserta: 50 mila spettatori di media, tantissimi comunque, ma il 34% della struttura che resta vuota. Ecco che la società fondata nel 1892 realizzerà entro il 2025, …

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