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Giocare a pallone tra i canali di Sherbone Wharf, i Pub di Birmingham e i Peaky Blinders

Questa storia è ambientata tra i canali di Sherbone Wharf, tra i vecchi Pub e i bar trendy della città di Birmingham.

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Il nostro viaggio ci conduce nella contea delle Midlands, la culla della Rivoluzione Industriale. I sobborghi di Birmingham hanno ancora l’aspetto trasandato di un tempo, i muri delle fabbriche consumati dagli anni, quelli bui, che hanno visto gli scioperi e le lotte operaie, dopo la Grande Depressione, la crisi lavorativa e il crollo di Wall Street del 1929. Erano gli anni in cui la città era in preda al caos, erano gli anni dei famosi Peaky Blinders, temutissima gang malavitosa della città, che faceva affari e gestiva i traffici di scommesse dell’East End londinese.Oggi Birmingham è rimasta una delle città inglesi simbolo della working class. Il venerdì, verso le cinque di pomeriggio, dopo la chiusura delle fabbriche, gli operai e i lavoratori affollano i Pub della città per rilassarsi davanti a una pinta di birra locale prima del weekend.Ci troviamo nel classico sabato pomeriggio inglese, con il cielo grigio che minaccia pioggia, il sole che non vuole saperne di fare capolino tra i nuvoloni che restano in agguato; nel quartiere di Aston poco importa, oggi gioca l’Aston Villa.

 

Photo by Aston Villa

La squadra nasce a Birmingham il 21 novembre del 1874, grazie a quattro ventenni appartenenti a una parrocchia metodista, situata a sud della città, facente parte dell’Aston Villa Wesleyan Church. La sua storia può essere vista come un continuo saliscendi, con momenti di difficoltà come per esempio le varie retrocessioni dalle quali però il club e i suoi tifosi sono riemersi con una caparbietà fuori dal comune.

I Villans hanno sempre un seguito numerosissimo, sia in trasferta che al Villa Park, dove i 42 mila posti sono sempre quasi tutti esauriti.

Mancano un paio d’ore all’inizio del match, la folla si sposta lungo Queens Road fino allo stadio e lungo il tragitto si possono ammirare tifosi di tutte le età. Lungo il tragitto ci fermiamo a scambiare qualche chiacchiera con un nonno che porta il suo nipotino allo stadio per la prima volta, parlandogli di quando, nel 1982, portò la nonna a Rotterdam a vedere la finale di Coppa dei Campioni vinta contro il Bayern Monaco. La gioia al momento del gol di stinco di Peter Withe fu immensa. Il 26 Maggio 1982 i Villans affrontarono il Bayern Monaco a Rotterdam, in una partita che li vedeva nettamente sfavoriti alla vittoria finale. Le speranze diminuirono maggiormente quando il portiere Jimmy Rimmer si infortunò venendo rimpiazzato da un ragazzo di nome Nigel Spink, che poteva vantare solo una presenza in prima squadra. Il ragazzo però fece una partita incredibile, risultando decisivo alla vittoria finale. Al minuto 67 Tony Morley crossò riuscendo a trovare lo stinco di Peter Withe, il quale segnò il gol più importante della storia del club. Quel gol mandò l’Aston Villa sul tetto d’Europa. I Villans, relegati in Championship da un po’ di anni hanno conquistato la tanto attesa promozione la scorsa stagione, l’affetto della gente non manca mai; infatti, come sempre vicino alla Holte End, il solito gruppetto di ragazzi che distribuiscono il programma per la partita, come di consueto, è preso d’assalto dai fans.

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Prima del match vogliamo concederci una pinta di birra locale, proprio come gli operai alle cinque del pomeriggio; entriamo nell’Aston Tavern, ubicato a Aston Hall Road B6 7FF, il pub di riferimento dei tifosi, è pieno sino a scoppiare. I più anziani parlano dei tempi che furono, che sono ancora indelebili, ricordando ancora il famoso stinco di Withe e i trionfi in FA Cup. Poco importa se oggi si gioca una partita di Premier o di Championship, il Villa Park è completamente esaurito in ogni ordine di posto. Ci affrettiamo a entrare perché sentiamo già intonare le note dell’inno Hi Ho Silver Lining, che ogni volta mette i brividi. Il Villa Park, che ospita le partite dell’Aston Villa dal 1879, è uno stadio classico che segue il vecchio modello inglese, all’interno si respira sempre quell’aria vissuta, quel profumo dei vecchi libri con le pagine gialle consumate dal tempo e dai ricordi, come quelli bellissimi, di quella sera del 26 maggio 1982.

di Antonio Marchese

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