Quando un giocatore italiano a fine carriera vuole sparare le ultime cartucce senza troppe pressioni, spesso decide di terminare la propria vita calcistica nelle serie dilettantistiche. Preferibilmente vicino a casa propria.
A volte però, soprattutto se il calciatore in questione vive in Emilia-Romagna, la scelta più sensata è quella di andare all’estero… rimanendo praticamente in Italia. Ci riferiamo alla possibilità di trasferirsi nel campionato della Repubblica di San Marino.
Il livello è quello di una Eccellenza o Promozione, e trattandosi di un “massimo campionato” (anche perché l’unico: lì non esiste una seconda divisione) ti concede la possibilità di qualificarti per i primi turni preliminari delle coppe europee, quelli che si svolgono già a fine giugno/inizio luglio quando il resto del mondo pallonaro è ancora in vacanza.
Nella fattispecie: la vincitrice del campionato sammarinese va in Champions League; la vincitrice della coppa nazionale (Coppa Titano) e la seconda classificata in campionato vanno in Europa League.
Questa è la strada che sta intraprendendo il difensore Thomas Manfredini. Uno che addirittura gli scarpini al chiodo li aveva teoricamente appesi quasi 3 anni fa.
Nato a Ferrara nel 1980, Manfredini crebbe nella SPAL in Serie C, sbocciò nell’Udinese in Serie A, maturò in Serie B con le maglie di Fiorentina, Catania, Rimini e Bologna, ed esplose all’Atalanta, con 5 campionati in A e 1 in B tra il 2007 e il 2013; girovagò infine per la massima serie tra Genoa e Sassuolo, prima di chiudere con un paio di annate al Vicenza in “cadetteria”. È arrivato a sfiorare le 360 presenze tra i professionisti (di cui 209 in A) e ha segnato in tutto 10 gol (di cui la metà in A).
Nel 2016, anno del ritiro, ha deciso di dedicarsi solo alla sua altra grande passione sportiva: l’ippica. È divenuto infatti un driver e ha condotto alla vittoria i suoi cavalli in svariate corse di trotto amatoriali.
Lui che da giovane – altro che trotto – andava al galoppo sulle fasce mancine dei campi da calcio, ma trovò poi la consacrazione come centrale a Bergamo grazie alla fiducia di mister Delneri. Elegantissimo nell’applicazione spietata del fuorigioco, nell’anticipo netto sull’avversario e nell’incedere a testa alta agitando la bionda chioma.
Il richiamo della sfera di cuoio è rimasto latente dentro di lui. Anche perché avrebbe continuato l’attività agonistica ben oltre i 36 anni d’età a cui ha smesso, ma il suo tendine d’Achille non gliel’ha permesso. Ormai da mesi però è guarito, e attendeva una chiamata per tornare in prima linea a comandare operazioni difensive…
La chiamata a dire il vero è arrivata in estate, proveniente dalla vicina San Marino. Ma tutto si è concretizzato nel mercato di gennaio: la scorsa settimana Manfredini ha firmato per La Fiorita.
Del club del castello ( = comune ) di Montegiardino abbiamo già parlato in fondo a questo articolo dedicato alle squadre europee ancora imbattute nei rispettivi campionati. La situazione persiste: gli uomini allenati da Luciano Mularoni sono a punteggio pieno nel loro girone e sembrano avviati a una qualificazione ai playoff da prima testa di serie.
Del resto, La Fiorita negli ultimi 7 anni è assurta al rango di top team del micro-Stato, sotto la presidenza del giovane Alan Gasperoni. Dal 2012 ad oggi sono arrivati 3 scudetti, 4 Coppe Titano e 2 Supercoppe; con annesso “abbonamento” ai preliminari o di Champions o di Europa League, anche se il passaggio di un turno resta per ora una chimera.
A luglio 2018 Gasperoni si è dimesso e ha lasciato le redini al più attempato Roberto Bollini, ma il DNA societario rimane il medesimo: assemblare il giusto mix tra dilettanti italiani di qualità e il meglio dei giocatori locali; puntando a mantenere in rosa uno zoccolo duro di esperte chiocce per condurre al meglio i più giovani. L’età media dell’organico, infatti, in questo ciclo è sempre stata piuttosto alta.
Una filosofia che si è rivelata efficace, in un calcio amatoriale e dai ritmi lenti. Una filosofia passata anche attraverso il tesseramento di ex professionisti a fine carriera o addirittura “post carriera”.
Che sia stato per più stagioni, che sia stato solo per una, che sia stato solo per un ingaggio temporaneo limitato ai preliminari europei in estate, sono diversi i nomi di prestigio che in vecchiaia hanno vestito il gialloblu nei gloriosi tempi recenti. Eccone alcuni.
Martin Petras, terzino slovacco ex di Sparta Praga e (tra le altre) Triestina e Cesena in Serie B. Filippo Pensalfini, ex mediano del Sassuolo nella doppia promozione dalla C/2 alla B. Damiano Tommasi, ex centrocampista della Roma e della Nazionale azzurra nonché presidente dell’Assocalciatori italiana dal 2011. Maximiliano Cejas, regista argentino (1 presenza nel Mondiale under-17 1997) con una lunga militanza in Serie C e un’annata in B col Latina. E come non citare Andy Selva, un’autentica leggenda da quelle parti: top scorer storico della Nazionale sammarinese, “bomber di categoria” che ha raggiunto i suoi picchi in Lega Pro con SPAL, Sassuolo (dov’era compagno di Pensalfini) e Verona.
Una tradizione che continua ancora oggi. A illuminare il gioco della Fiorita è il 40enne Adrian Ricchiuti, che tutti ricorderete al Catania in Serie A e ancor prima col Rimini in B: fu lui nel settembre 2006 a segnare, contro la Juventus post-Calciopoli, il definitivo 1-1 nel primo match dei bianconeri nella serie cadetta.
E un nuovo capitolo della saga è stato appena scritto: Thomas Manfredini va a raggiungere, nel pacchetto difensivo a disposizione del tecnico Mularoni, altri due veterani come Roberto Di Maio (una vita in Lega Pro e una stagione da titolare in B con la Nocerina) e Samuele Olivi (quasi un’intera carriera in Serie B, soprattutto con Salernitana e Piacenza).
E non solo: Manfredini ritrova un vecchio compagno di squadra. Già, perché nel 2005-2006 lui e Ricchiuti hanno giocato insieme nel Rimini!
Dopo un’inattività di due anni e mezzo, sarà difficile per il biondo difensore centrale entrare subito in condizione. Ma non c’è fretta. La squadra macina risultati col pilota automatico. Lui può acclimatarsi con calma, prestare intanto la sua preziosissima esperienza a livello di spogliatoio e allenamento, e tornare ad essere un leader difensivo a tempo pieno per la fase più calda del 2019: i playoff di campionato e i (probabili) preliminari europei d’inizio estate, ormai il vero obiettivo.
Un nuovo inizio per Manfredini, la prosecuzione di un cammino virtuoso per La Fiorita.
Post Scriptum
Se parliamo de La Fiorita, non possiamo esimerci dal menzionare quanto accaduto a giugno 2018.
In vista del primo turno preliminare di Champions League, poi perso 0-2 contro i gibilterrini del Lincoln Red Imps, il club di Montegiardino ha chiuso una trattativa davvero “originale”: ha tesserato per l’impegno continentale il popolare conduttore Alessandro Cattelan, che ha un passato da calciatore dilettante. Una geniale mossa ad effetto per attirare l’attenzione dei grandi media sulla propria micro-realtà.
Cattelan ha così esordito in Champions, seppur in un preliminare, entrando negli ultimi minuti del match contro il Lincoln.
Sulla stessa scia, il direttore sportivo gialloblu Gianluca Bollini aveva provato ad ingaggiare Alessandro Alciato, inviato di Sky Sport. Anche questa operazione sarebbe andata a buon fine, se non ci fosse stata la ferma (e discutibile) opposizione della Federcalcio di San Marino, che riteneva il tesseramento di Alciato lesivo dell’immagine del calcio sammarinese.
Una società piccola, ma che sa svolgere egregiamente il proprio lavoro dentro e fuori dal campo.