Nuovi dettagli inquietanti sull’inchiesta che ha portato all’arresto di 19 capi ultras di Milan e Inter. Il capo della Curva Sud rossonera avrebbe fornito centinaia di biglietti dei quarti di Champions ai clan mafiosi di Napoli. Ecco cosa emerge dalle intercettazioni e dall’ordinanza del gip di Milano.
L’inchiesta che ha scosso le curve di Milan e Inter non smette di sorprendere. Secondo quanto riportato dal gip di Milano, Domenico Santoro, nell’ordinanza che ha portato all’arresto di 19 persone, il capo della Curva Sud rossonera avrebbe fornito centinaia di biglietti dei quarti di finale di Champions League ad appartenenti ai clan mafiosi napoletani. Questi biglietti sarebbero stati consegnati grazie a un rapporto consolidato con un esponente di spicco della tifoseria organizzata del Napoli, un capo ultras del rione Sanità, senza alcuna collaborazione ufficiale con la società calcistica partenopea.
LE INTERCETTAZIONI INQUIETANTI: IL RAPPORTO TRA LUCCI E DE MARINO
Le intercettazioni effettuate dalle forze dell’ordine rivelano un dialogo tra il capo ultras milanista e quello napoletano, avvenuto il 12 aprile dello scorso anno, poche ore prima del match tra Milan e Napoli. Durante un incontro davanti a un bar di Cologno Monzese, i due discutono del coinvolgimento dei clan mafiosi nella distribuzione dei biglietti. Il milanista afferma: “Ci siamo ritrovati tutti i clan di Napoli a chiedere biglietti”, lasciando intendere che la distribuzione era destinata ad accontentare le richieste delle famiglie malavitose.
UN SISTEMA BEN ORGANIZZATO NELL’OMBRA DELLE CURVE
Le indagini della procura di Milano hanno rivelato come il sistema dei biglietti e delle relazioni tra capi ultras e clan mafiosi fosse ben radicato e strutturato. L’inchiesta si concentra sull’influenza dei capi delle curve e su come questi abbiano utilizzato il calcio come strumento per rafforzare il loro potere e alimentare i legami con la criminalità organizzata.
Le intercettazioni rivelano non solo l’incontro tra i due, ma anche come la gestione dei biglietti fosse vista come una sorta di “valuta” da usare per ottenere favori e guadagnare il controllo tra i clan. Questo coinvolgimento della malavita, unito alla mancanza di collaborazione delle società calcistiche, getta un’ombra oscura sul mondo del tifo organizzato.
CONSEGUENZE PER IL MONDO DEL CALCIO
L’inchiesta sui rapporti tra ultras e clan mafiosi solleva importanti interrogativi sul futuro delle curve e del tifo organizzato. Se confermate le accuse, sarà necessario ripensare le dinamiche di gestione delle tifoserie, ponendo un freno alle influenze esterne che minano l’integrità del calcio italiano. Le curve, da sempre cuore pulsante delle squadre, rischiano di diventare terreno fertile per organizzazioni criminali, mettendo in pericolo non solo la sicurezza delle partite, ma anche l’immagine del calcio a livello internazionale.