La stagione 2021/2022 del Napoli si è concluso con un agevole 3° posto in classifica che ha riportato gli azzurri in Champions League dopo due anni, ma contestato dai tifosi per il mancato scudetto che sembrava alla portata.
Si potrebbe dire che il Napoli è un vero asso delle prime giornate di campionato: con 5 vittorie nelle ultime 5 detiene la striscia aperta più lunga di successi consecutivi alla prima giornata tra le squadre iscritte al campionato e potrebbe migliorare il proprio score con 6, cosa mai successa nella sua storia. Se è vero che le vittorie vengono dai gol, si può anche dire che spesso non basta segnare per assicurarsi la vittoria e, infatti, il Napoli è l’unica squadra tra quelle del massimo campionato italiano che segna da 14 prime giornate di fila.
Nella sua quasi centenaria storia il Napoli ha vissuto momenti di grande euforia, come i successi dell’era Maradona, ma anche rovinose cadute, come i primi anni duemila funestati da continue risalite e repentine retrocessioni. Dall’avvento dell’era De Laurentiis il Napoli non ha mai perso la categoria ed è riuscito a piazzarsi nelle prime 7 posizioni da 13 anni, unica squadra italiana sempre in Europa in questo lasso di tempo. Ai tifosi sembra non bastare più; legittimo, ma bisogna anche ricordare il 18° posto come peggior piazzamento della sua storia in Serie A.
Il triennio di Sarri: l’era dei record
Il miglior marcatore nella storia del Napoli in Serie A è Dries Mertens con 113 gol e attualmente molto lontano da Partenope. Come nasce un attaccante che superati i 30 anni si ritrova a dover sopperire l’assenza di un centravanti in rosa per inadeguatezza o avversione del destino? Come si suol dire, Sarri fa di necessità virtù: non ha un centravanti di ruolo? Bene, ci mettiamo Dries a fare il non-falso nueve: inizia la scalata del fiammingo alla corona del D10S e nel cuore dei napoletani, segnando gol da cineteca (ne sa qualcosa Joe Hart) e a profusione per raggiungere il trono dei bomber azzurri in poco meno di 5 anni.
Non che il belga sia l’unico che ha beneficiato dell’incredibile tocco d’oro del toscano per gli attaccanti: ai più non piacerà ricordarlo, ma Gonzalo Higuain segnò 36 gol nel primo anno di Sarri e sembrava che niente e nessuno potesse fermarlo, prendendosi il record di gol segnati in Serie A dopo 66 anni e condiviso ora con Immobile.
A beneficiare della cura Sarri, chiamato a rigenerare una squadra che nel secondo anno di Benitez iniziò male (spareggio Champions perso) e finì peggio (sconfitta casalinga contro la Lazio che si prese il piazzamento europeo), furono anche Marek Hamsik e Lorenzo Insigne, che si trasformarono in implacabili assist man: sia lo slovacco che il fantasista italiano rientrano nella top 10 dei giocatori che hanno fornito più assist vincenti dalla stagione 2004-2005 con Hamsik che occupa il secondo posto con 80 assist e Insigne il quarto (condiviso con Cassano) con 74 assist.